Autor: Alessandro Presicce Data: Asunto: [Lecce-sf] Solidarietà ai Comboniani di Bari
Ricevo da Carlo Mileti la bozza di comunicato di solidarietà ai Comboniani
di Bari.
Se non ci sono obiezioni, lo passerei alle redazioni domattina.
Alessandro
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"Il popolo di Dio è chiamato a diventare esso stesso luce, per orientare il
cammino delle nazioni, sulle quali gravano tenebre e nebbia". Con queste
parole ieri il Papa ha consacrato 12 nuovi vescovi. Queste parole, rivolte
ai futuri pastori ricordano una verità tanto semplice quanto disattesa: il
cristiano è chiamato a santificare la messa con la sua vita, nella
quotidianità della storia e nelle scelte concrete del suo agire; in
particolare poi, i pastori, coloro cioè che hanno responsabilità nella guida
della Chiesa hanno il compito di testimoniare efficacemente l'essenza del
messaggio evangelico: sale e luce della terra. L'Epifania, che significa
rivelazione, è un momento importante per il mondo cattolico, testimonia l'
avvento di un tempo nuovo che riconosce in Cristo il Principe della Pace
come annunciato dai profeti (Isaia 9,5) e come proclamato dagli angeli (Luca
2,14). L'epifania dunque per i cristiani rappresenta la cartina di tornasole
nella quale rispecchiarsi per verificare la propria adesione a quel
mandato, essere costruttori di pace riconoscendosi figli di Dio (Matteo
5,9).
Se questo richiamo alla fedeltà evangelica è vero per le parole del papa
perché mai non dovrebbe esserlo per l'esortazione dei Missionari Comboniani
di Bari?
Nel loro appello ci dicono che la "Puglia: è un avamposto militare che
esporta guerra e genera morte, e ci porta a rinnegare la vocazione di popolo
di operatori di sintesi con le diverse civiltà; vede i propri figli
svendersi e arruolarsi perché è l'unica possibilità di lavoro offerta (far
guerra e colpire altri poveri); è diventata una cortina di ferro contro gli
immigrati, incapace di accoglierli gratuitamente ma abile nello speculare
sulla loro pelle; è la Regione con il più alto numero di discariche abusive,
600; è in testa alla classifica dell'Enea per i siti nei quali smaltire i
rifiuti nucleari (65 siti identificati); è parcheggio di sottomarini a
propulsione nucleare (il Mar Grande di Taranto); è un laboratorio di
devolution, cioè la dissoluzione del senso di solidarietà nazionale"
Ci ricordano che qui in Puglia si è dichiarata guerra alla pace e che la
situazione ci coinvolge tutti in prima persona, cristiani e non, credenti e
non credenti, uomini e donne tutti di buona volontà. Ci dicono che essi
"testimoni della sofferenza che un sistema profondamente ingiusto e di
opulenza genera", si sentono profondamente turbati e "rinunciamo a celebrare
la nascita del Principe della Pace in un clima di complicità nell'
ingiustizia e di guerra nei confronti dei Sud. Dove nascerà, se nascerà,
quest'anno il Principe nostra Pace?"
Come LSF, esprimiamo piena solidarietà e adesione a quest'iniziativa, che
sappiamo difficile e dolorosa e che non ha nessun intento di sciopero o
protesta qualunquista quanto invece di richiamo e fedeltà al Vangelo, perché
è necessario riannodare la fede alla storia, la speranza alla vita, l'utopia
al quotidiano. Provenienti da esperienze e cammini diversi, di fede, impegno
civile e politico, religioso e non, riconosciamo nel loro gesto la profezia
evangelica che ci esorta a non chiedere gli occhi. Da veri pastori ci
richiamano alla nostre responsabilità e per questo insieme a loro esprimiamo
il nostro dissenso più assoluto alle logiche di sfruttamento, e ribadiamo,
ancora una volta con le parole di Don Tonino Bello che: "Oggi più che mai,
la Puglia è chiamata dalla storia e dalla geografia, a protendersi nel suo
mare come Arca di Pace e non a curvarsi minacciosamente come arco di
guerra."
Vorremmo chiedere infine, ai cristiani e alla chiesa salentina e pugliese
tutta la capacità evangelica di leggere i segni dei tempi, affinché l'
espressione della fede non sia semplice esercizio di una religiosità dell'
aldilà che distolga dal dovere di annunciare giustizia e liberazione nell'
aldiquà ".gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra
sonnolenta tranquillità".(d. Tonino Bello)