[RSF] la disobbedienza femmina

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Author: forumroma@inventati.org
Date:  
Subject: [RSF] la disobbedienza femmina
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----- Inoltrato da Maria Teresa Gennari/INA/Inadg il 13/12/02 08.26 ---=
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                      Alessandra.Filabozzi@ro                          =
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                      ma2.infn.it                    Per:      <mt.genn=
ari@???>                        =20
                                                     Cc:               =
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                      12/12/02 12.32                 Ccr:              =
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                                                     Oggetto:  la disob=
bedienza femmina                         =20
                                                                       =
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La disobbedienza ha le zinne
assalti-a-salti - Corpi 21.04.2002
Contributo psico-sensual-creativo al movimento disobbediente.
Oltre il luogo comune dell'esibizione della forza (maschile) per
l'esplosione
dell'erotismo invasivo femminile. Il fuoco gi=E0 divampa.



PUOI NON VEDERE ANCORA NULLA IN SUPERFICIE,
MA SOTTOTERRA IL FUOCO GIA' DIVAMPA.
(Y.B. Mangunwijaya, 1998)

Premessa: questo non =E8 un articolo femminista, ma un atto di cre-atti=
vit=E0
femminile
rivolto a tutti i generi esistenti sul globo terracqueo.
Nella mente di una donna c'=E8 sempre uno spazio per il concepimento. D=
a
questo luogo
mentale possono nascere non solo nuovi bambini, ma una miriade di
possibilit=E0, atti
creativi, sogni impossibili-travolgenti-realizzabili. La parola chiave =
di
tutta
questa effervescenza =E8 CRE-AZIONE.
Noi crediamo che come donne, a partire dalle nostre vite, dovremmo
cominciare a
prendere in mano e far fruttare questo nostro spazio interiore, che =E8=
l=EC e
aspetta
solo di essere sguinzagliato.

Come donne pi=F9 o meno militanti o orbitanti all'interno del movimento=
ci
lasciamo
troppo spesso affascinare e trascinare da modelli di
lotta-comunicazione-attivismo
di segno maschile.
Invece quanta ricchezza riusciremmo ad apportare in pi=F9 al movimento =
se
partissimo
dalle nostre identit=E0, visioni e corpi di donne? Forse se cominciassi=
mo a
raccontare, informare e ragionare con modalit=E0, strategie e prospetti=
ve
che sentiamo
pi=F9 nostre potremmo offrire a tutti una possibilit=E0 di migliorare e=

superare i
propri limiti.
Vogliamo restare all'interno di questo movimento ma lasciar esplodere i=

nostri
desideri sovversivi, il nostro erotismo invasivo. Vogliamo colorare i
conflitti
presenti e futuri con la violenza della nostra fantasia.

Diamoci dei compiti, facciamo delle scommesse: in quanti modi diversi
possiamo
guardare e ribaltare le tematiche pi=F9 attuali? Che accade nei luoghi
sotto-smantellati della terra, geopoliticamente brutti, sporchi e catti=
vi?
E se fossero proprio delle contalinghe (leggi contadine e casalinghe) a=

insegnare
una violenta ed efficace non-violenza ai nostri immaginari per riprende=
rci
le vite,
le strade e l'aria?
In un giorno propizio del 1973, un gruppetto di donne himalayane, stanc=
he
delle
prepotenze del supermercato dell'avvenire che voleva mettere in vendita=
la
legna
delle loro foreste, iniziarono la lotta usando come armi i loro corpi e=
i
loro
simboli. Finirono di dar da mangiare ai bambini, lanciarono uno sguardo=

agli uomini
curvi sul campo di oppio e, camminando, serene ed agguerrite, si immers=
ero
nella
foresta vicina ai loro villaggi. E si misero ad abbracciare gli alberi =
che
ben
conoscevano. Altri e altre le seguirono, abbracciando e difendendo, per=

vari giorni,
con i loro corpi, la vita della loro comunit=E0, della loro gi=E0 marto=
riata
regione,
dando vita alla forma di lotta detta chipko (in lingua locale
"abbraccio"), che si
diffuse rapidamente in tutto il paese.
Dopo un periodo di accesi scontri con polizia ed esercito, l'impresa
responsabile
rinunci=F2 al suo intento, e il governo himalayano si vide costretto a =
porre
dei
limiti allo sfruttamento commerciale delle foreste: i chipko-abbracci
avevano vinto!
L'abbraccio delle donne himalayane =E8 un'altra forma dell'attivismo
no-THIS-global.
E' un esempio collettivo e condiviso di cre-attivit=E0 e ottima comunic=
azione
attraverso un uso innovativo di simboli antichi ricombinati con lotte
attuali.

E adesso voce al pentolame e alla rabbia artistica delle donne
d'Argentina. Che
razza di artiste ci troviamo davanti di questi tempi?
Sono creative esponenti della scuola della casseruola, che con il loro
lavoro/non-lavoro quotidiano, invisibile, mai pagato e riconosciuto, ha=
nno
saputo
creare e ricreare servizi sociali e sanitari indispensabili, ora pi=F9 =
che
mai.
Hanno fronteggiato il tracollo economico e finanziario del paese intero=
e
si sono
autorganizzate, hanno dato vita a forme nuove di protesta cacerolaza, e=

hanno creato
mense e servizi pubblici attraverso una rete schiamazzante e informale =
di
solidariet=E0 femminile.
Le cuoche tanguere non sanno preparare le ricette miracolose del FMI, n=
on
sanno cosa
siano i suoi aiuti avvelenati, i suoi prestiti da usurai, usurpanti di
dignit=E0,
pace, e diritti d'ogni ordine e grado.
Sanno invece produrre e saggiamente dosare rabbia, sapere e disobbedien=
za
con grande
generosit=E0, e non solo in argentina.

Nel nord come nel sud ci troviamo nella stessa posizione all'interno de=
lle
nostre
societ=E0: sottopagate per il primo lavoro, non pagate per il secondo e=

sovraccariche
sia dentro che fuori casa. Il reddito sociale, uno dei temi "forti" del=

movimento
"nostrano", se riallacciato alla condizione femminile assume una maggio=
re
forza
rivendicativa, tutta da giocare al di l=E0 delle differenti contingenze=

culturali,
geografiche, economiche e sociali.
Le politiche di "snellimento" del welfare adottate ovunque dai governi
filoliberisti
non faranno che aumentare le nostre ore di lavoro. Se non ci facessimo
carico
quotidianamente di servizi sociali e sanitari indispensabili la societ=E0=

stessa non
potrebbe sopravvivere.
La disponibilit=E0 di un reddito sicuro diventa un obiettivo addirittur=
a
minimalista
se consideriamo la mole del lavoro femminile non pagato, i cui frutti
ricadono sulle
nostre famiglie, le nostre comunit=E0 di appartenenza e sulla societ=E0=
intera.

Sembra che il movimento internazionale no-THIS-global abbia incorporato=

alcune di
queste visioni e pratiche al femminile. Secondo Naomi Klein il popolo d=
i
Seattle =E8
composto soprattutto da giovani donne, agguerrite e disilluse. Nelle ul=
time
manifestazioni internazionali contro i forum dei potenti abbiamo visto =
un
flusso
rosa-pink-shocking inondare le strade e spesso raggiungere i punti
nevralgici delle
zone rosse, materiali e mentali.
Spesso le fautrici della frivolezza tattica sono riuscite ad irrompere =
tra
le fila
delle forze dell'ordine attraverso l'uso di armi "improprie" sensuali e=

prorompenti:
fiorellini profumati, vestitini improbabili, sculture di gomma piuma
morbide e
leggere, danze e spettacoli improvvisati e improvvisi, attacchi frontal=
i a
suon di
baci schioccanti e mostra di nudit=E0 militanti, lascive e gioiose.

A questo punto nei nostri cuori disobbedienti e palpitanti sotto i
vestitini
attillati, si fa strada una domanda: quando si scatener=E0 anche nelle
strade italiane
quel vortice rosa disordinato e responsabile, irriverente e sbeffeggian=
te,
che ha
gi=E0 contagiato le reti anti-THIS-global europee? Vogliamo continuare =
a
lasciare che
tutta la scena sia occupata dai nostri amici maschietti, tanto simpatic=
i
ma spesso
tanto monotoni con i loro modelli bellicisti?
A Praga 2000 e a Genova 2001 abbiamo visto negli spezzoni italiani solo=
un
protagonismo di corpi maschili, nella versione pi=F9 anacronistica dell=
o
scontro di
piazza modello anni &#8217;70 o in quella pi=F9 rinnovata e fantasiosa
dell&#8217;esercito neo-medievale, con protezioni e gommoni.
Ricorre l&#8217;archetipo maschile dell&#8217;esibizione di forza, gioc=
ato
in
maniera pi=F9 o meno intelligente e autoironica (ma la capiranno tutti =
questa
ironia?).
Intanto in altre zone delle citt=E0, in altri luoghi fisici, corporei e=

psichici, si
metteva in scena un altro atto di quella grande commedia (che purtroppo=
si
=E8
rivelata avere dei risvolti fin troppo reali, con il loro carico di
morte), un atto
che vedeva in azione soprattutto corpi di donne provenienti dal nord, c=
he
mettevano
in pratica un modello pi=F9 femminile, pacifico e creativo, ma non per
questo meno
efficace nella sua comunicativit=E0.
Perch=E9 questa differenza nelle pratiche di lotta? Avr=E0 forse a che =
fare
con la
persistenza di una cultura maschilista, ancora strisciante sotto
un&#8217;apparenza
di parit=E0 fra i generi, che affligge il nostro bel paese?

Non vogliamo sollecitare la diffusione del movimento pink-pacifista anc=
he
in italia.
Non vogliamo nemmeno criticare l&#8217;area dei disobbedienti, di cui c=
i
sentiamo
parte, a partire da posizioni di aprioristica non violenza.
Con tutta probabilit=E0 questo percorso rappresenta la punta pi=F9 avan=
zata e
innovativa
del movimento no-THIS-global italiano, ma siamo convinte che possiamo f=
are
di pi=F9, e
che il futuro miglioramento dipender=E0 dalla nostra capacit=E0 di far
esplodere un
nuovo protagonismo femminile.
Non vogliamo pi=F9 stare a guardare mentre i nostri compagni mettono in=

gioco i loro
corpi nei modi che sembrano loro pi=F9 opportuni. Vogliamo mettere anch=
e noi
in gioco
i nostri corpi di donne, e dare libero sfogo alla nostra immaginazione
attiva, dando
vita ad un proliferare di azioni e soggettivit=E0 differenziate ma coor=
dinate
e
organizzate.
Il movimento pink non =E8 un riferimento ideologico, ma uno spunto da c=
ui
trarre
ispirazione, e da contaminare con le nostre storie, i nostri legami e i=

nostri
saperi.

La nostra moltitudine =E8 femmina e maschio, singola e plurale, soggett=
iva e
pubblica,
dialogante e interrogante, desiderante e composita.
Stiamo costruendo una nuova geografia culturale e sociale in cui
edificheremo
costruzioni simboliche mai viste e creeremo percezioni di spazi e di st=
orie
antichissime, presenti e non ancora nate.

Saremo esageratamente disponibili e voglios@ di cucire e costruire i
nostri abiti
perturbanti, di creare e ri-creare nuovi morbidi volumi gommosi, carnal=
i e
insorgenti. I nostri simboli astuti, i nostri santi protettori diverran=
no
carne,
ossa, parole, musiche... in questa fine del mondo in cui gi=E0 ci dibat=
tiamo
da
svariati anni, sovvertiremo i codici e le cinghie di trasmissione.
Abbiamo la forza dell'improvvisazione sensitiva e la consapevolezza di
mancare di
sani (seri) principi. Inventeremo protoprincipi mutevoli con le
circostanze perch=E9
nelle circostanze ci troviamo sbattut@ e percoss@. Saremo noi, sciaman@=

variopint@,
a scuotere i corpi, a battere strade e tamburi, facendo incontrare azio=
ne
e parola,
corpo e spirito, conflitto e consenso.

Assalti A-salti









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