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Auteur: stalkern
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Sujet: [RSF] Fwd: [fori-sociali] Lettera aperta del gruppo di Comunicazione nazionale
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Subject: [fori-sociali] Lettera aperta del gruppo di Comunicazione nazionale
Date: Thu, 12 Dec 2002 12:59:40 +0100
From: Carlo <carlo chiocciola sconfini.net>
To: Fori Sociali <fori-sociali chiocciola yahoogroups.com>

Car* tutt*

Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che,
finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci si
sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di comunicazione
ed informazione efficaci.

Da circa un anno come gruppo comunicazione nazionale (nato all'assemblea
nazionale alla Leopolda nel novembre 2001), SF e gruppi comunicazione locali
all'interno del movimento dei movimenti abbiamo cercato di mettere in rete
strategie ed esperienze per migliorare un lavoro che quotidianamente ci vede
impegnati nei nostri ambiti locali affinché le tematiche e le ragioni di
questo movimento raggiungano settori sempre più ampi di opinione pubblica,
sensibilizzando, creando coscienza dei problemi.

Al tempo stesso abbiamo lavorato alla comunicazione *interna*. Abbiamo
dunque agito per creare Movimento aprendo canali di comunicazione
accessibili al maggior numero di persone, certi che il nostro compito non
debba limitarsi a "comunicare" decisioni già prese, ma rendere possibili
processi di discussione e di decisione condivisa. La nostra interpretazione
di Comunicazione è dunque più vicina al distribuire potere, che
all'orientare razionalmente le risorse in cerca di impiego. Riteniamo che
questo tipo di comunicazione sia fra l'altro quella propria di un Forum, una
piazza, pubblica e senza gerarchie.

Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova due
anni fa e ci siamo impegnati nella costruzione del sito e del media center
del Forum Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione
lì convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così
strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo
movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato
risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento
come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono stati
importanti per informare e documentare di un evento così straordinario,
creando ponti di collegamento essenziali oggi che l'attenzione e la
discussione si sposta sempre più a livello europeo e mondiale. Noi crediamo
che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale debba trovare una
centralità ed una attenzione rinnovata da parte del movimento e degli spazi
di discussione al suo interno per diversi motivi:

1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e
criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo
paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle
responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come
alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per
l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo
scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione
come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di
informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente
restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di
Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che
ha permesso l'affermazione imprenditoriale dell'attuale presidente del
Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike
al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero, dalla
battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle intimidazioni
personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti indipendenti.

2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisiva a Genova
come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di
una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese
vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo un
movimento che, con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi dei
lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a promuovere
nel paese un altra idea di società possibile.

3) Crediamo perciò indispensabile, come prima cosa affrontare il nodo
comunicazione/informazione, ovvero decidere se quello che chiameremo
"metasito" dovrà essere concepito come uno strumento di "comunicazione",
mettendo a disposizione di tutt* mezzi efficienti per comunicare le proprie
iniziative/campagne e quindi valorizzare l'esperienza di un Movimento fatto
di ricchezze differenti, o se invece dovrà essere un sito di "informazione",
ovvero un luogo dove mettere a disposizione di tutt* contenuti che vengono
giudicati importanti per il funzionamento del Movimento, o utili a
difenderne l'immagine.
La differenza non è di poco conto, infatti nel primo caso l'accesso al sito
sarebbe diretto e orizzontale, mentre nel secondo caso sarebbe necessario
creare una redazione (composta come? Con quale criterio?), darsi delle
regole per la pubblicazione (cosa va sul sito e cosa no, ecc.), stabilire
delle priorità (prima gli appuntamenti di una grande città? Prima quelli
delle reti nazionali che compongono il movimento? ecc.), ecc. con il forte
rischio di un, anche involontario, iperprotagonismo di alcuni soggetti a
scapito di altri.
In questo caso, inoltre, il ruolo dei Fori Sociali territoriali sarebbe
drasticamente ridimensionato, mentre le persone che si occupano del sito
rischierebbero di diventare mere portavoce di decisioni prese altrove.

4) Fondamentale, secondo noi, è anche confrontarci sul linguaggio. Il
"metasito" deve servire al Movimento dei Movimenti, vale a dire ad un grande
insieme di ricchezze e differenze: non rifiutiamo quindi nessun contributo e
non sottraiamo alla comunicazione nessuna questione.
Crediamo infatti che neanche il pur importante criterio dell'efficacia
politica possa giustificare ineguaglianza nell'accesso al fare e scambiare
informazione.
Se c'è ineguaglianza nell'informazione, c'è ineguaglianza nel potere di
decisione, e quindi l'efficacia politica ai fini del Movimento è
inesistente.
Per noi "Social Forum" significa prima di tutto un modo di fare le cose
insieme, fondato su un certo modo molto inclusivo e completo di comunicare.
Noi consideriamo questo modo un diritto politico fondamentale e vogliamo
darlo tutto a tutt*.

5) Ultimo nodo da affrontare, ma non per importanza, è quello relativo alla
scelta delle tecnologie da utilizzare per la realizzazione del sito. Non
solo, infatti, sarebbe una grave contraddizione del movimento utilizzare
software proprietario (magari Front page!) per la realizzazione del sito,
ma, ad esempio, la scelta di realizzare un sito statico (che richiede tra
l'altro il lavoro a tempo pieno un/una webmaster/mistress, - pagat*? e da
chi?) ridurrebbe fortemente, a nostro avviso, la partecipazione orizzontale
che è invece una condizione imprescindibile degli obiettivi di allargamento
della politica che ci motivano.

Crediamo pertanto sia importante rilanciare una discussione ampia e plurale
che concepisca la risorsa informazione e comunicazione come un bene che
insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca, strategicamente,
all'interno di un percorso molto più complesso e approfondito dell'impegno a
costruire un sito italiano per i social forum . Un percorso che in molti
hanno già avviato parallelamente e che crediamo sia utile promuovere in
rete, con tutte le esperienze già fatte. Per questo esiste già una mailing
list [ReteSF-Comm chiocciola lilik.ing.unifi.it - per iscriversi:
http://lilik.ing.unifi.it/cgi-bin/mailman/listinfo/retesf-comm] (da
preferirsi senza dubbio a un indirizzo di posta semplice) e la proposta di
una scadenza comune l'11 Gennaio a Firenze (o comunque nella città in cui si
terrà la riunione promossa da Coordinamento Italiano del FSE) per parlarne
insieme.

Il gruppo di Comunicazione Nazionale


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