[Forumlucca] Lettera aperta del portavoce disobbediente Fran…

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Autor: lombardi@giovanicomunisti.it
Data:  
Asunto: [Forumlucca] Lettera aperta del portavoce disobbediente Francesco Carusodal carcere di Viterbo
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FW: Lettera aperta del portavoce disobbediente Francesco Caruso dal =
carcere di Viterbo
----- Original Message -----=20
From: donvitaliano@???
Date: Mon, 25 Nov 2002 07:49:59 +0100
To: donvitaliano@???



Lettera aperta del portavoce disobbediente Francesco Caruso dal carcere =
di Viterbo

Ai fratelli e alle sorelle=20
del movimento dei movimenti=20
=20
Alla societ=E0 civile=20
=20
Alle moltitudini in cammino=20
per un altro mondo possibile=20
=20
=20


Un milione di persone sono tante.

Un milione di persone, di uomini e donne a Firenze ha detto, ribadito e =
gridato a gran voce che un altro mondo =E8 possibile e necessario, un =
mondo senza guerre e bombardamenti ?umanitari?, un mondo nel quale le =
guerre si evitano semplicemente non facendole, un mondo nel quale la =
casa, il lavoro, il reddito, l?acqua, la terra sono diritti di tutti e =
non privilegi per alcuni.

Un milione di persone che dicono e rivendicano queste cose sono molte. =
Per qualcuno, nei palazzi di potere, sono anche troppe.

Firenze =E8 stata un?ulteriore tappa delle moltitudini in movimento che =
da Seattle a Genova, da Napoli a Praga hanno rilanciato a livello =
mondiale le rivendicazioni degli indios zapatisti, elementari ma al =
tempo stesso rivoluzionarie: Democrazia, Giustizia, Dignit=E0.



Da questa cella piena di sbarre, democrazia giustizia e dignit=E0 sono =
parole vuote, concetti e valori impercettibili.

In questa discarica umana, in questo carcere pieno di disperazione e =
disagio sociale, la dignit=E0 umana non =E8 calpestata, ma semplicemente =
non esiste.

Come movimento siano sempre stati dalla parte degli ultimi, degli =
esclusi, delle vittime della selvaggia globalizzazione neoliberista.

Dalle periferie degradate di Napoli ai campi profughi in Palestina, =
dalle zone terremotate in Molise a Sarajevo sotto i bombardamenti, =
abbiamo sempre messo in gioco i nostri corpi e impegnato le nostre =
energie per conoscere, comprendere e combattere le tante contraddizioni =
e ingiustizie del nostro tempo.=20

Dovr=F2 paradossalmente ringraziare i magistrati di Cosenza e i loro =
teoremi per avermi dato la possibilit=E0 di attraversare l?infernale =
girone dantesco delle carceri: Trani, Viterbo, migliaia di persone =
rinchiuse come polli in batteria, dove anche il minimo, elementare =
diritto diventa un favore da implorare.

Qui dentro ci sono solo i soggetti deboli e marginali, per i quali =
troppo spesso l?illegalit=E0 non =E8 una scelta ma una strada obbligata =
dai perversi meccanismi di un sistema sociale incentrato sul profitto.

Qui democrazia, giustizia e dignit=E0 si possono tradurre in un sola =
parola: AMNISTIA, subito e per tutti.

Come movimento dobbiamo urgentemente farci carico di questa battaglia, =
per ridare un senso a questi valori anche qui dentro, per smascherare le =
chiacchiere e le false promesse dei palazzi di potere.



Democrazia, Giustizia, Dignit=E0.

Ma si pu=F2 parlare di democrazia, di giustizia e di dignit=E0 in un =
paese nel quale si perseguitano gli oppositori politici? Non =E8 questo =
forse il discrimine, la linea di confine tra democrazia e autoritarismo, =
la spia di un?involuzione democratica?

Allora l?urgenza di mobilitarsi al grido di ?SIAMO TUTTI SOVVERSIVI? non =
=E8 un?impellenza esclusiva dei ribelli, degli attivisti dei movimenti, =
ma anche e soprattutto della societ=E0 civile, dei sinceri democratici, =
di coloro i quali credono e sperano di vivere in una democrazia matura: =
in gioco non vi =E8 solo la nostra scarcerazione (che =E8 ora una =
variabile secondaria) ma piuttosto l?agibilit=E0 politica e democratica =
dell?opposizione sociale nel nostro paese.

Se passa il teorema di Cosenza, ogni attivista dei movimenti, ogni =
persona che si =E8 mobilitata in questi anni per un ?altro mondo =
possibile?, chiunque sia sceso in piazza a Napoli, Genova, Firenze, =
potr=E0 essere perseguitato come pericoloso e violento sovversivo.

La pericolosit=E0 sociale e politica di quest?inchiesta =E8 sotto gli =
occhi di tutti.

Dietro l?ambiguo e inconsistente impianto accusatorio, si cela il =
maldestro tentativo di ridurre la ricchezza e la vitalit=E0 dei =
movimenti ad un mero problema di ordine pubblico.

Alla base di queste assurde congetture c?=E8 un delirante pregiudizio =
ideologico sul rapporto tra democrazia, mobilitazione e conflitto =
sociale.

Se a livello mondiale, grazie all?esperienza di Porto Alegre e =
all?attivismo dei movimenti, =E8 entrata nell?agenda politica la =
sperimentazione di forme inedite di democrazia partecipativa, che =
pongono al centro delle determinazioni sociali e politiche la =
partecipazione, la mobilitazione ed il conflitto sociale, permane nella =
societ=E0 e soprattutto nel mondo politico una diffidenza a riconoscere =
il conflitto e la mobilitazione sociale come linfa della democrazia.

Ma c?=E8 anche di peggio: soprattutto nell?establishment politico, =
economico e culturale, nei piani alti dei palazzi di potere, c?=E8 chi =
vede i movimenti sociali come pericolosi virus da debellare, il male da =
sconfiggere, il disordine da reprimere, per ristabilire ORDINE e =
DISCIPLINA e preservare il proprio potere.



Con l?insorgere del movimento antiglobalizzazione, determinati settori =
degli apparati, della magistratura e delle forze dell?ordine, proprio a =
partire dal timore e dal terrore dell?attivismo dei movimenti del loro =
potenziale di trasformazione sociale e di messa in discussione degli =
assetti di potere, sostituiscono all?imparzialit=E0 degli atteggiamenti =
e delle procedure, un?ossessiva persecuzione politica che tocca il suo =
culmine con le violenze di Genova e l?omicidio di Carlo Giuliani.

Ora l?assurdo teorema di Cosenza: con in prima fila, ancora una volta, i =
Reparti Operativi Speciali dei Carabinieri (l?unico corpo senza indagati =
per i fatti di Genova) questa volta supportati da alcuni solerti =
magistrati che i ROS hanno trovato dopo estenuanti ricerche in un =
anonimo tribunale del profondo Sud.

Il desiderio perverso di costoro =E8 che dei movimenti, di questi =
giovani ?rumorosi e fastidiosi?, se ne occupino proprio e solo loro, coi =
loro metodi e le loro strategie di sistematico annientamento e =
repressione.

Che il movimento antiglobalizzazione sia un?accozzaglia di criminali =
sovversivi, violenti, cospiratori, da questa prospettiva non =E8 =
un?ipotesi da dimostrare, ma una certezza da affermare.

Eppure, di fatto, bisogna andare a ritroso fino al ventennio fascista =
per ritrovare altri imputati per cospirazione politica oppure ai =
romantici carbonari dell?Ottocento: di certo, se qualcuno paragona il =
nostro impegno sociale e politico con quello dei nonni antifascisti o =
dei bisnonni carbonari, non fa che lusingarci.



In verit=E0 i pericolosi sovversivi, i veri criminali sono dall?altra =
parte della barricata, sono costoro che cercano di sospingere il =
movimento sul terreno dello scontro ?fisico?, militare, anche perch=E9 =
sanno bene che questo =E8 l?unico terreno dal quale usciremmo sconfitti.

La loro strategia =E8 fin troppo evidente e banale: nel momento in cui =
non vogliono dare risposte concrete alle istanze ed alle rivendicazioni =
dei movimenti, sbrigliano i loro cani da guardia, le loro meschine =
strategie di criminalizzazione e repressione, nel tentativo di zittire, =
stigmatizzare e annientare il movimento.

Ma il movimento ha gi=E0 dimostrato a Genova e dopo Genova la maturit=E0 =
politica capace di sfuggire a queste trappole: tanto meno questa =
ridicola inchiesta riuscir=E0 a smentirla.

Non solo, ma - come l?esperienza di Genova - anche quest?attacco =
politico non produce arretramento, sconforto e smobilitazione, ma anzi =
rafforza la consapevolezza della necessit=E0 di rilanciare le battaglie =
del movimento: si scopre infatti chee in gioco non c?=E8 solo la =
possibilit=E0 di conquistare nuovi diritti e garanzie sociali, ma anche =
la tenuta democratica, l?azzeramento delle strategie eversive e =
reazionarie con le quali, negli ultimi decenni, hanno pesantemente =
attaccato i precedenti cicli di mobilitazione sociale.

Per questo =E8 importante che il movimento si divincoli da questa =
tenaglia in cui si cerca di stritolarlo, da quel vortice =
repressione/lotta alla repressione che tarpa le ali alla dinamicit=E0 ed =
ai processi di trasformazione sociale.

Le giornate di Firenze hanno posto domande e istanze politiche ben =
precise, da cui nessuno pu=F2 pensare di divincolarsi grazie alle =
geniali intuizioni di un zelante magistrato o di solerti carabinieri.

Per questo, ancora, a prescindere dalla sacrosanta battaglia per =
denunciare il carattere politico e persecutorio di quest?operazione, =E8 =
importante continuare a rilanciare le pratiche ed i contenuti del =
movimento, anche perch=E9 =E8 soprattutto attraverso questo che =E8 =
possibile dimostrare chi sono i veri criminali: se sono coloro che come =
noi si autorganizzano dal basso, coloro che partecipano ai movimenti, =
oppure se sono coloro i quali si rendono responsabili di guerre e =
bombardamenti, di milioni di morti per fame e carestie, della =
devastazione ambientale del nostro pianeta.

Allo stesso tempo, =E8 necessario ribadire e rivendicare le pratiche =
della disobbedienza civile come forme di mobilitazione legittime e =
sacrosante, dinanzi alle tante, troppe ingiustizie che attanagliano il =
nostro mondo globale.

Su questo nessuna inchiesta, nessun magistrato potr=E0 farci arretrare.



Possono incarcerare 20, 200 o 2000 di noi, dei nostri fratelli, ma non =
ci piegheranno.

Noi con il cuore, ma tanti altri fisicamente, saremo in questi giorni al =
fianco degli sfrattati di Melito per il diritto alla casa, dei =
disoccupati che rivendicano un impiego o un reddito, dei lavoratori FIAT =
in lotta per difendere il posto di lavoro, degli immigrati il 30 =
novembre a Torino contro i centri-lager.

Con la violenza che si fa chiamare giustizia, ci hanno rinchiuso nelle =
carceri, tra mille sbarre e cancelli, ci hanno privato di un bene =
fondamentale, del bene primario per tutti gli esseri umani: la =
libert=E0.

Non si rendono conto che =E8 tutto inutile, che perderanno anche =
quest?ulteriore battaglia: perch=E9 noi siamo un esercito di straccioni, =
ma anche e soprattutto di sognatori.

Per questo siamo invincibili.





Francesco Caruso



carcere di Mammagialla, Viterbo, Italia, Europa, Pianeta Terra

25 novembre 2002, Anno Secondo della Guerra Globale Permanente







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Francesco Caruso dal carcere di Viterbo</TITLE>
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questi giorni al fianco degli sfrattati di Melito per il diritto alla =
casa, dei=20
disoccupati che rivendicano un impiego o un reddito, dei lavoratori FIAT =
in=20
lotta per difendere il posto di lavoro, degli immigrati il 30 novembre a =
Torino=20
contro i centri-lager.<BR></FONT><FONT face=3DVerdana><BR></FONT><FONT=20
face=3D"Times New Roman">Con la violenza che si fa chiamare giustizia, =
ci hanno=20
rinchiuso nelle carceri, tra mille sbarre e cancelli, ci hanno privato =
di un=20
bene fondamentale, del bene primario per tutti gli esseri umani: la=20
libert=E0.<BR></FONT><FONT face=3DVerdana><BR></FONT><FONT=20
face=3D"Times New Roman">Non si rendono conto che =E8 tutto inutile, che =
perderanno=20
anche quest?ulteriore battaglia: perch=E9 noi siamo un esercito di =
straccioni, ma=20
anche e soprattutto di sognatori.<BR></FONT><FONT =
face=3DVerdana><BR></FONT><FONT=20
face=3D"Times New Roman">Per questo siamo invincibili.<BR></FONT><FONT=20
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Roman"><BR></FONT><FONT=20
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Roman"><BR></FONT><FONT=20
face=3DVerdana><BR></FONT><FONT face=3D"Times New Roman">Francesco=20
Caruso<BR></FONT><FONT face=3DVerdana><BR></FONT><FONT=20
face=3D"Times New Roman"><BR></FONT><FONT =
face=3DVerdana><BR></FONT><FONT=20
face=3D"Times New Roman">carcere di Mammagialla, Viterbo, Italia, =
Europa, Pianeta=20
Terra<BR></FONT><FONT face=3DVerdana><BR></FONT><FONT face=3D"Times New =
Roman">25=20
novembre 2002, Anno Secondo della Guerra Globale =
Permanente<BR></FONT><FONT=20
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Roman"><BR></FONT><FONT=20
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