[Cerchio] brzezinsky da La Stampa

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Autore: Emiliano Bussolo
Data:  
Oggetto: [Cerchio] brzezinsky da La Stampa
NATO, i sei comandamenti

21 novembre 2002

di Zbigniew Brzezinski


PRAGA. Decine di milioni di europei, dal Baltico al Mar Nero, stanno per diventare membri della comunità atlantica. La promessa della Carta Atlantica - una visione del futuro formulata nei giorni più oscuri della Seconda Guerra Mondiale - sta dunque finalmente per diventare una realtà. Ancora, il contesto internazionale sta cambiando drammaticamente.

E mentre la Nato cambia con esso, quale potrebbe essere il ruolo e il campo d’azione dell’Alleanza? Nonostante l’attuale ansia, lo scenario internazionale appare migliore di due o tre decenni fa. Il terrorismo costituisce una grave minaccia, ciò nonostante non si tratta ancora di una minaccia così seria come avrebbe potuto essere una guerra tra Stati Uniti e Unione Sovietica, con il suo bilancio stimato di 180 milioni di morti nelle prime 24 ore.

La «seria e addensante» minaccia del terrorismo può essere sconfitta con l’organizzazione di una risposta militare e politica su vasta scala che tenga conto dei luoghi da cui scaturisce il terrorismo e di coloro che lo incitano politicamente. L’unità di intenti fra America e Europa in questo è indispensabile, con la Nato come momento essenziale di unione. Diversamente la risposta potrebbe essere usurpata da quei Paesi che si accaniscono nel suggerire l’indispensabilità di una coalizione anti-islamica, avendo adottato lo «scontro tra civiltà» come una profezia destinata comunque a realizzarsi. Se questo accadesse, la cosìddetta guerra al terrore non potrà essere vinta, ma perpetuata, al punto che l’Alleanza Atlantica potrebbe perfino diventare una delle sue vittime.

Questo è il motivo per cui il recente voto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu - riducendo la probabilità di un disaccordo americano-europeo, mentre si lavora per un’azione comune in Iraq - è decisamente un passo positivo. Durante la Guerra Fredda, la Nato è stata l’alleanza centrale, politica e militare, che ha salvato la pace e che ha creato le precondizioni per la liberazione dell’Europa dell’Est.

Una Nato allargata è adesso la più importante alleanza politico-militare che lega assieme un’Europa non più divisa e l’America. Una simile alleanza richiede nuove capacità militari, sebbene non in primo luogo difensive - una volta sfumata la minaccia dall’Est - ma per un accrescimento della sicurezza nelle aree strategicamente importanti alla periferia dell’Europa. In questo modo la continuità, pur nella diversità, del ruolo della Nato rimane centrale nel corso della definizione di quali siano gli obiettivi dell’Europa e di conseguenza dell’Alleanza Atlantica. Dal mio punto di vista, un ordine del giorno per una Nato vitale - un’alleanza che rifletta i comuni interessi e i valori condivisi di un’America impegnata globalmente e di un’Europa che si unifica - dovrebbe includere i seguenti sei imperativi.

La Nato deve:

1. Insistere sul fatto che gli impegni presi dai suoi nuovi membri diventino impegni esecutivi, che significa che il Senato americano - quando gli toccherà ratificare la nuova carta - si concentri su questo aspetto.

2. Trasformarsi da alleanza difensiva statica nel cuore dell’Europa in una forza maggiormente flessibile e rapidamente reattiva, capace di pronti interventi nelle aree periferiche, ma strategicamente importanti dell’Europa. In breve una Nato come Forza di Reazione.

3. Essere pronta a partecipare, in una collettiva applicazione delle risoluzioni dell’Onu sulla minaccia potenziale delle armi di distruzione di massa in qualsiasi area, per esempio in Iraq.

4. Essere anche disposta a partecipare, ove necessario, alle missioni di pace concordate in qualsiasi area, ad esempio in Medio Oriente.

5. Preparare attivamente e promuovere una prossima ridefinizione dello spazio geopolitico della comunità atlantica, eventualmente comprendendo in essa l’Ucraina, come la Georgia e l’Azerbaigian. E’ opportuno notare che diversi anni fa l’idea di includere i Paesi baltici era considerata impensabile.

6. Incoraggiare l’evoluzione della Russia in un Paese che condivida i valori democratici attraverso una nuova e più intensa cooperazione Nato-Mosca. Contemporaneamente non si può nascondere il nostro disgusto per le atrocità commesse dai russi in Cecenia, che non favoriscono certo l’aspirazione russa ad essere visti come un Paese democratico europeo e che non sono compatibili con la condotta e le norme militari della Nato. In breve, la Nato ha degli scopi futuri che non sono da meno dei suoi successi del passato. Essa ha salvaguardato la metà occidentale dell’Europa; ha fatto sì che terminasse la divisione del Continente. Il vertice di Praga ora apre un prossimo vitale capitolo nella sua missione storicamente dinamica.