[Lecce-sf] rassegna stampa

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Corriere del Mezzogiorno (vedi pag. 1, 2, 3, in html o pdf)
http://62.101.81.123/cdmba/corrieredelmezzogiorno.html



"Gazzetta del Mezzogiorno On Line" www.gdmland.it/gdmonline/, 13/11/2002

Strappo col governo
http://www.gdmland.it/gdmonline/canale_notizia.asp?ID_NOTIZIA=83925

LECCE - Era cominciata con la voglia di dialogare con i governi per proporre
un modo alternativo e «più umano» di affrontare la questione immigrazione.
Ma la giornata del Social Forum a Lecce si è conclusa con uno strappo con il
governo italiano accusato di preferire «l´ autosegregazione in una fortezza
piuttosto che il confronto», e con l´ annuncio di nuove manifestazioni di
piazza.
Per gli organizzatori, comunque, è stata un successo la contromanifestazione
organizzata dal Social Forum a Lecce in occasione del vertice dei ministri
dei Paesi che aderiscono all´ Iniziativa adriatico-jonica.
Innanzitutto per il numero di persone che sono scese in piazza. Al corteo,
infatti, secondo i promotori, c´ erano almeno 5.000 persone (3.000 secondo
la questura) che, tenute ben lontane dalla sede del vertice da un imponente
servizio di sicurezza, hanno attraversato pacificamente la città suonando,
cantando e scandendo slogan contro la legge Bossi-Fini. Dal primo mattino le
forze di polizia disposte attorno al Castello Carlo V che ospitava il
vertice avevano chiuso le principali strade d´ accesso al centro storico
provocando praticamente il blocco di tutta la città, intasata da un traffico
impazzito.
Malgrado, però, le preoccupazioni della vigilia che hanno indotto molti
commercianti a tenere abbassate le saracinesche, mai è stato necessario l´
intervento della polizia. Nemmeno quando un gruppo di anarchici ha tentato
di forzare lo sbarramento delle forze dell´ ordine per raggiungere il
Castello.

Alcuni dei più accesi hanno lanciato uova e frutta contro i poliziotti,
colpendo solo un fotografo che si è difeso brandendo il suo casco da
motociclista. Il gruppetto è stato prontamente circondato e isolato dal
servizio d´ordine costituito dagli stessi manifestanti e dopo qualche minuto
ha desistito, ricongiungendosi al corteo che nel frattempo aveva raggiunto
la piazza dove la manifestazione si è sciolta.
Lo strappo con il governo italiano e in particolare con il sottosegretario
Alfredo Mantovano si è consumato, quando la manifestazione era già conclusa,
tutto attorno alle modalità di consegna di un documento che il Social Forum
avrebbe voluto consegnare in delegazione al ministro Pisanu e agli altri
ministri riuniti. In realtà il documento all´ interno della sala del vertice
era già stato portato dal prefetto tanto che il ministro Pisanu lo aveva
citato in conferenza stampa dicendosi disponibile all´ascolto. Ma i No
Global avrebbero voluto consumare l´atto simbolico di varcare almeno in
delegazione la "zona rossa" infrangendo la "blindatura del vertice" per
essere riconosciuti ufficialmente come interlocutori dei governi
rappresentati.

Quando, dopo trattative, l´ accesso è stato negato, la delegazione -
composta tra gli altri dal parlamentare Paolo Cento, dal parroco No Global
don Vitaliano e da altri rappresentanti del Social Forum - ha rifiutato di
consegnare per strada il documento al sottosegretario Mantovano. Sfumata
così la possibilità di dialogare con i ministri, i Social Forum hanno
accusato il governo di «rimanere arroccato in una fortezza e costruire così,
in modo analogo, la fortezza dell´ Europa», e gli hanno dato appuntamento
con nuove manifestazioni di piazza.
Nel pomeriggio i Social Forum si sono nuovamente riuniti in assemblea in un
istituto professionale di Lecce per discutere sull´ esito della
manifestazione. Hanno confermato tutti i punti affrontati nel documento
proposto ai ministri nel quale si respinge la «logica del proibizionismo che
ispira la Legge Bossi-Fini» e si propone un modello di regolarizzazione dei
flussi «rispettoso dei diritti dei migranti».
Per i Social Forum è possibile una legge «emancipata dalla filosofia dell´
ordine pubblico e dal rifiuto razzista dell´ immigrazione». Nel documento si
chiede tra l´ altro la chiusura dei centri temporanei di permanenza, l´
automatismo della concessione del visto per il ricongiungimento familiare, e
il riconoscimento del diritto d´ asilo per coloro che fuggono da Paesi in
guerra. Si chiede inoltre il «rifiuto di qualsiasi accordo di riammissione
con Paesi indicati da Amnesty International come Paesi che violano i diritti
fondamentali dell´ uomo».
I No Global si sono dati poi appuntamento per il 30 novembre prossimo
quando, in tutta Italia, manifesteranno davanti ai centri di accoglienza per
immigrati. In Puglia la manifestazione si terrà davanti al Regina Pacis di
Melendugno che, durante la manifestazione, è stato definito un lager.



dal Televideo RAI www.televideo.rai.it

13 11 ore 10 e 53
Vertice immigrazione, Lecce in tilt
http://www.televideo.rai.it/televideo/NotiziaSoloTesto.asp?NewsID=1115861&Co
dChn=RAI%201&Sezione=Ultimora
Traffico impazzito a Lecce dove si sta svolgendo il vertice dei ministri
dell' Interno dei Paesi dell'iniziativa Adriatico-Ionica sull'immigrazione.
La zona intorno al castello di Carlo V, che ospita il summit, è stata chiusa
al traffico. Inoltre un migliaio di manifestanti no global stanno
protestando contro il vertice. Il corteo, che si apre con lo striscione "Su
questa terra nessuno è straniero" sfila lambendo la zona rossa. Nel
pomeriggio i no global terranno un controvertice sull'immigrazione.



144 TELEVIDEO Me 13 Nov 17:06:17
CRITICHE DEI NO GLOBAL ALLA LEGGE BOSSI-FINI
http://www.televideo.rai.it/nazionale/solotesto.asp?tlv=144

"Disobbediremo alla legge Bossi-Fini" spiega Francesco Caruso,dei no global
napoletani,a Lecce per la manifestazione contro il summit sull'immigrazione.
"Disobbediremo-prosegue-come hanno fatto i nostri nonni quando furono varate
le leggi razziali e loro ospitavano gli ebrei. Faremo lo stesso con gli
immigrati". Poi aggiunge "non è alzando i muri e il filo spinato che si
risolvono i problemi dell'immigrazione" che non si fermerà fino a quando ci
saranno problemi economici e guerre nel mondo. Don Vitaliano della Sala
accusa la Bossi-Fini di aver legittimato l'equazione immigrato=delinquente,
e invita a mettere in campo solidarietà, non egoismo.



143 TELEVIDEO Me 13 Nov 21:42:11
IMMIGRAZIONE, A LECCE PROTESTA NO GLOBAL
http://www.televideo.rai.it/catturatutte.asp?tlv=143_01
Manifestazione di protesta a Lecce contro il vertice sull'immigrazione
clandestina tra i ministri dell'Interno dell'iniziativa Adriatico-Ionica.
Cinquemila manifestanti, secondo gli organizzatori, 3 mila secondo la
polizia, hanno sfilato pacificamente al corteo no global, fuori della zona
"rossa", quella del castello di Carlo V, dove si svolge il summit. La
chiusura di molte vie ha causato problemi al traffico. Ad aprire il corteo
lo striscione "Su questa terra nessuno è straniero". Un gruppetto di
manifestanti, isolato dal servizio d'ordine del corteo, ha lanciato uova e
frutta contro la polizia. Nel pomeriggio, controvertice dei no-global.



da "Antennasud" www.antennasud.it, 13/11/2002

LECCE: IL CONTROVERTICE NO GLOBAL
di Katia Buttazzo redazione@???
http://www.antennasud.it/index.php?action=open&id=notizie&op=vis&id_news=510
4
Mentre tra le mura blindate del Castello Carlo V si teneva il vertice dei 12
ministri dell'area ionico balcanica, a poche centinaia di metri di distanza
il lecce social forum ha potuto contare sulla presenza di oltre duemila
manifestanti giunti da ogni parte della Puglia e da un po' tutta Italia.
Un sit in che si è snodato per le vie adiacenti l'edificio e che ha
registrato qualche sporadico momento di tensione tra gli anarchici ed alcuni
fotoreporter locali. La scritta "qui nessuno è straniero" ed il disegno di
una impronta digitale campeggiava sugli striscioni dei manifestanti che
hanno potuto contare sulla presenza del prete no global don Vitiliano della
Sala e di Francesco Caruso leader dei Disobbedienti napoletani. Una sorta di
controvertice, ovvero un'assemblea presso l'ex sperimentale tabacchi, ha poi
chiuso anche la giornata del social forum.



da "Telenorba" www.telenorba.it, 13/11/2002

LECCE: VERTICE, MANIFESTAZIONE NO GLOBAL
Scritto da: STEFANIA CONGEDO
Data 13-Nov-2002
http://www.telenorba.it/internanews.php?category=3349
Pochi attimi di tensione con lancio di frutta e uova contro il cordone della
Polizia,al grido

di assassini,ma si è trattato di un episodio breve e circoscritto che ha
avuto protagonisti una trentina di anarchici che chiudevano il corteo
organizzato dal Lecce Social Forum,episodio avvenuto ai limiti della zona
interdetta ai manifestanti.E' l'unica nota negativa della manifestazione del
dissenso, pacifica e democratica,che si è svolta per i viali cittadini di
Lecce sino a Piazza S'Oronzo,per protestare contro il summit dei ministri
dell'area mediterraneo-balcanica,riunitisi nel capoluogo salentino per
mettere a punto il Piano di Allerta e Reazione Rapida contro l'immigrazione
illegale.Secondo le stime della Questura i manifestanti non erano più di
2000,il doppio per il Lecce Social Forum.Molti gli studenti che hanno
sfilato in corteo, pochissimi i no global che hanno raggiunto il Salento
dalle altre province pugliesi e da fuori regione.Tra loro il deputato dei
Verdi Paolo Cento,il parroco di Avellino,don Vitagliano Della Sala e
Francesco Caruso,leader per il centro sud dei Disubbidienti della Rete No
global di Napoli.
Il corteo è partito da Piazza Roma,in una città blindata, interdetta al
traffico dai viali esterni sino al centro storico,con una zona cosiddetta
rossa,intorno al castello di Carlo V che ha ospitato il vertice dei ministri
dell'Interno,e con uno spiegamento di poliziotti e carabinieri ritenuto
eccessivo dagli organizzatori del Social Forum. Hanno sfilato in corteo le
bandiere dei Verdi,della CGIL,di Rifondazione Comunista,dei
Cobas,dell'Unione degli Studenti.Tanti gli slogan e gli striscioni contro la
legge sull'immigrazione Bossi-Fini,ritenuta fascista,antidemocratica e
razzista.Al passaggio dei manifestanti le saracinesche dei negozi e degli
esercizi pubblici si sono abbassate per precauzione ma tutto è filato
liscio.In Piazza S'Oronzo il corteo si è trasformato in una assemblea
pubblica a microfono aperto sulle problematiche dell'immigrazione.Gli
anarchici sono rimasti fermi a pochi metri dalla Piazza,nel punto dove è
avvenuto il lancio di uova e frutta,ai limiti della zona rossa, poi guardati
a vista dalla polizia, dopo un po' si sono dispersi.



dal Televideo di Telenorba www.telenorba.it/televideo.html, 13/11/2002

SOCIAL FORUM LECCE: OLTRE 5000 PERSONE
Sono oltre 5000 secondo gli organizzatori, le persone che hanno preso parte
a Lecce al corteo pacifico promosso dal Social Forum, in concomitanza col
vertice ei ministri balcanici. Alla manifestazione anche molti studenti,
oltre alle delegazione dei partiti di Rifondazione Comunista, Verdi,
Comunisti Italiani, Ds e dei sindacati Cgil, Fiom, Slur e Cobas provenienti
soprattutto da Lecce e Brindisi. Presenti anche il deputato verde Paolo
Cento, don Vitaliano della Sala, Francesco Caruso e Dino Frisullo.

SOCIAL FORUM: UOVA E FRUTTA A POLIZIA
Uova e frutta sono stati lanciati contro la polizia da un piccolo gruppo di
manifestanti che ha cercato di forzare lo sbarramento opposto al corteo che
procedeva pacificamente. Il gruppo sventolava bandiere nere e secondo i
componenti del Social Forum e' costituito da anarchici. E' stato prontamente
isolato dal servizio d'ordine dello stesso Social Forum e nessun poliziotto
e' stato raggiunto dagli oggetti lanciati. Sono stati gli unici momenti di
tensione


Il corteo no global sfila nella città spettrale
www.trnews.it

Un incontro per passare dalle parole, quelle del memorandum sottoscritto ad
Ancona dagli undici paesi nel dicembre 2000, ai fatti. Un piano d’azione è
stato sottoscritto oggi da 8 dei 10 ministri degli interni dell’iniziativa
adriatico jonica, Italia, Slovenia, Croazia, Jugoslavia, Bosnia, Albania,
Grecia, con le firme della Danimarca, che ha attualmente la presidenza dell’
unione Europea e della Commissione europea. Per consentire il tavolo di
accordo tra i paesi dello IAI al Castello di Carlo V, il cuore della città è
stato trasformato in un’immensa isola pedonale. Attraversata, a piedi, dal
Ministro Beppe Pisanu.

Sullo sfondo dell’arrivo dei partecipanti, l’elicottero in perlustrazione,
sulle torri del castello i poliziotti di vedetta. Il corteo sta per muovere
da Porta San Biagio Poi, tutti intorno al tavolo alla ricerca di una linea
comune nel contrasto all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri
umani. Esclusivamente a questo – accordi di cooperazione in materia di
polizia – era dedicato l’incontro. Fuori si contestava il concetto stesso,
criminalizzante, che l’occidente si è fatto dell’immigrato. Dentro, si
discuteva di pattugliamento misto, procedure di riammissione più efficaci,
scambi informativi. Si affrontava la patologia della migranza, quella su cui
lucrano le organizzazioni criminali, lungi dal confrontarsi sul fenomeno in
sé, che è ben più importante, ha detto il Ministro Pisanu nell’intervento in
cui ha relazionato su quel piano operativo. “ Un fenomeno con cui dovremo
fare i conti finchè ci saranno squilibri economici, “finche ci saranno paesi
che producono poca ricchezza e molti figli e paesi che producono pochi figli
e troppa ricchezza”. Ed è anche la risposta implicita al lungo documento che
il Social Forum ha consegnato ai Ministri. Non è l’aspetto di cui ci
occupiamo oggi, in sostanza. Ciò che chi ha riuniti è l’aspirazione a
politiche efficaci e comuni nell’obiettivo del buon governo dei processi
migratori. Strada già intrapresa, sottolinea Pisanu , in Albania. Ieri la
firma del protocollo d’intesa con Luan Rama. Dal canto suo, l’omologo
albanese – forte del risultato del fermo biologico di fatto ai viaggi dei
gommoni dal suo paese dal 20 agosto scorso, tiene a fare dovuti distinguo.

In Albania, invece, la collaborazione ha ottenuto l’esito di una completa
riorganizzazione della polizia. Non c’è, invece, il ministro turco né alla
firma nè a rispondere alle domande dei giornalisti. Il motivo della sua
assenza non si conosce. Pisanu glissa, il sottosegretario Alfredo Mantovano
se lo spiega con la confusione del periodo immediatamente post-elettorale.
Ma il problema delle frontiere da controllare è stato più volte sollevato,
soprattutto dal nostro Governo, proprio con riferimento a Turchia e Grecia.
E il viceministro rassicura su questo punto :

risposta Mantovano.

Sull’immigrazione politica e relativo problema del diritto d’asilo, infine,
convenzione di Dublino alla mano, c’è la conferma della tutela europea di
quello che Pisanu definisce “ un fondamentale diritto umano”. Le istanze
formalizzate non sono più dell’8-10% di quelle annunciate, però, aggiunge,
ridimensionando la fetta di migranti in realtà qualificabili come profughi,
e quelle regolari si riducono al 6-8% “.