innanzitutto vorrei dire che il pezzo scritto da enzo mangini mi pare molto
serio, e ben fatto e chiaro.
sui rapporti con i giornalisti: va bene criticare, ma ciascuno è libero di
fare ciò che vuole: se qualcuno vuole andare in radio, non credo possa fare
gran danni alla massa critica. l'unica cosa che dovrebbe dire è che non ci
sono leader, questo sì, anche se poi bisognerebbe dibattere anche di
questo... l'importante è non cadere nella trappola della petulanza, che è un
peccato mortale, per parte mia. veramente un giornalista potrebbe anche
intrufolarsi, non dire niente a nessuno e scrivere quello che gli pare
spesso accade proprio così.
non mi metterei a fare il correttore di bozze.
se si conosce il giornalista e si nutre fiducia nei suoi confronti, allora
il rapporto è più semplice.
non bisogna perdere di vista l'obiettivo, ossia far discutere quante più
persone possibili sull'uso forsennato dell'automobile in città (e non solo)
e far capire i vantaggi che derivano dall'affrancarsi da questo mezzo per
rivolgersi al silenzio della bici.
i provos agivano negli anni 60. adesso i provos siamo noi e io soldi dai
giornalisti proprio non li prenderei, mi sentirei squallido come un
prezzolato.
a giovanni pesce: non uscire dal tunnel, dai
ciao a tutti
andrea
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