R: [Cerchio] Fw: [Laboratorio] G8: Placanica, avvocato C

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From: "Linbo" <aborrone@???>


> Il punto non e' la colpa.
> Il punto della questione e' se sia oppure no' nella libertà di un
> individuo usare il corpo di una bimba e opprimere la sua libertà
> se questa e' costretta da qualcuno. Questo e' il punto.


lo é per forza, Andrea, come puoi impedirglielo? solo la bambina, se vivesse
fra persone che invece di venderla la proteggono potrebbe ribellarsi (non
isolata, certo, perché é piccola, ma in genere le persone non sono isolate,
nemmeno lei é sola, é purtroppo, male accompagnata da gente che per
sopravvivere trova valida quella soluzione). In un rapporto di oppressione,
é praticamente impossibile agire sul lato dell'oppressore, é l'oppresso che
va semmai aiutato a rinforzarsi, a darsi strumenti di scelta, etc. Se il
danaro fosse inutile ed unanimemente schifato, innanzi tutto le bambine non
le potresti più comprare (con la collaborazione di loro stesse e dei loro
familiari) ma solo rapire; a quest'ultimo, molto meno diffuso pericolo,
tutti siamo sempre imposti. Chi ti può evitare che di te s'invaghisca una
virago che, armi alla mano, ti costringa a sottostare alle sue voglie? tutti
potremmo essere dei violentatori potenziali, come escluderlo?
io credo che, in un ambito in cui i godimenti fossero variati e
sovrabbondanti, il desiderio di godere dell'altrui sottomissione rimarrebbe
trascurato. Ma entro certi limiti non esiste rimedio, io credo.



> Vorrei sapere se il tizio che abusa del corpo di una bambina
> contro la sua volontà e' nel diritto di farlo


il diritto non esiste nel mio modo di vedere le cose: per me nessuno ha
diritto a nulla, mai, figuriamoci il tipo che dici. Ma dopo che io e te
abbiamo detto che non ne ha diritto, questo che cosa cambia? ma anche se
tutti, lui escluso, lo dicessero? e se lo dicesse pure lui ma aggiungesse,
non ne ho il diritto eppure lo faccio?


perche' e' ciò che
> vuole ed e' la bambina che si fa sottomettere oppure se ciò che il
> tizio sta facendo non e' più espressione della sua volontà ma

espressione
> della sua oppressione.


che sia espressione della sua volontà non ci sono dubbi: solo che non é una
volontà simpatica. Io, se passo di là, posso assestargli una mazzata in
capo, combattere la sua volontà con la mia, ma che cos'altro posso fare?
PRIMA di fare quell'azione, lui é uno identico agli altri, come faccio a
riconoscerne i propositi, anche ammesso che decidessi di frenarli?



>
> Alla fine il tipo che si tromba la bimbetta sta praticando libertà o

oppressione?

libertà per sé, oppressione (probabilmente, per esserne certi, sarebbe buono
che fosse lei a dirlo, perché é un campo minato) per lei



>
> Perché, come sai benissimo, tutti i nostri diverbi partono dalll'idea
> di che cos'e' la libertà, se questa deve essere in rapporto solo ed
> unicamente a se stessi (tua idea, giusto?) o non può prescindere dalla
> libertà altrui (mia idea).


sì, hai bene riassunto la questione: tu puoi stabilire che la TUA libertà
intendi misurarla sulla libertà altrui, e quindi non vuoi accontentarti di
una libertà che sia solo tua e lasci schiavo qualchedun altro. Un ottimo
criterio, che direi di condividere. Ma non puoi imporre, non perché sia
immorale, proprio perché é impossibile, ad altri di regolarsi diversamente.
E' prevedibile che con costoro ti scontrerai, sia teoricamente, sia
praticamente, e alla fine la loro tendenza a fregarsene ne risulterà
frenata.