Autore: filiarmonici Data: Oggetto: R: [Cerchio] Re: [libertari] intervista a wendy Mc Elroy..da
contropotere
----- Original Message -----
From: karletto <karlettom@???>
a mio avviso, che sino all'avvento del capitale, > le individualità di fatto erano assolutamente appiattite sul/nel ruolo > concreto che ciascuno svolgeva all'interno della comunità organica, altro > che libertà di scelta! Ciascuno esauriva la propria umanità, la propria > esistenza all'interno di una rigidità assolutamente inalterabile di status,
assolutamente inalterabile é una grossa esagerazione: lo
status era rigido all'interno delle società, che però
avevano un raggio limitato, diviso da spazi vaghi. Bastava
andar lontano per rigiocarsi da zero la partita dello
status. Il capitalismo, invece, rapidamente impone un'unica
partita, che si vince sempre e solo grazie ai danari.
> in una complementarizzazione appunto organicistica delle proprie mansioni > con quelle degli altri da sè, in una gerarchia di fatto immobile dove > sostanzialmente una gran parte del "lavoro sociale" veniva comunque > assegnato alla schiavitù.
Anche questo é inesatto: nel medioevo europeo la schiavitù
ha scarsa rilevanza, per esempio
> Rimango annichilito (mò la dico tutta!!!) quando sento vantare oggi, come > culmine di un libertarismo A/normativo, la "libertà" di chiunque di > "scegliere" di "prostituirsi", cioè in soldoni DI VENDERSI!!!
la libertà di vendersi e di comprare gli alri, é l'unica
libertà concepibile nell'universo delle merci. Credo che ciò
che anima, ad esempio, Gaetano, sia il rifiuto del moralismo
che pensa il vendere patate meno degradante dal vendere una
patata unica. La prostituzione é una delle modalità del
vendere la propria forza lavoro e il proprio lavoro: va
cancellata dalla faccia della terra, ma perché é un
commercio, come ogni altro commercio. Non perché il piano
dei generi meriti una specifica tutela, anche perché in
un'ottica sovversiva la liberazione degli sfruttati può
aversi solo ad iopera degli sfruttati medesimi, in altre
parole sono le donne le uniche che possono sottrarsi al
commercio di sé stesse, qualsiasi sia la loro
specializzazione, marchettara, insegnante, dattilografa o,
peggio, ausiliaria del traffico, e tutelare ciò che ciascuna
di loro ha di specifico e di unico
> Qui NON è questione nè di bigottismo sessuofobico, nè di etica, nè tanto > meno di libertà sessuale o di libertà in assoluto!!!
> CHIUNQUE potrà fare quello che crede di se stesso, nel modo più radicalmente > libero, solo in quella comunità umana a cui come comunisti aspiriamo ... MA > in questa società dimmerda, in questo fetido spettacolo della "società delle > merci", eretta sulla negazione di una vita vera per gli uomini e per le > donne, togliamoci una buona volta dalla testa che si possa esprimere > realmente una vera libertà di scelta nell'atto autoannichilente del > vendersi!!!
indubbio, ma é vero anche per chi lavora in altoforno, e per
le medesime ragioni: che tutti quanti ci facciamo pagare é
uno schifo, ma all'interno di questo converrai che fanno più
schifo le poche centinaia di euro al mese per fare la
badanti che le molte migliaia per altre prestazioni, oltre
tutto più repentine, ai limiti del fulmineo, e meno faticose
Nell'insieme condivido assai le cose che hai scritto: mi
pare però che la spinta antimoralistica che Gaetano avanza
non vada
trascurata: il fatto stesso di definire la prostituzione e
non l'esistenza del capitale, della proprietà, del lavoro e
del danaro, UN PROBLEMA, a mio giudizio induce in errore e
confonde le idee