Mi sembra che su questo "strabenedetto" argomento si sia formata una sorta
di cortocircuito, per cui ad ogni terzo momento ci si ritorna sopra, sulla
base di un qualsiasi pretesto più o meno estemporaneo, per il semplice
motivo che si continua a girare intorno al vero nocciolo della questione che
mi sembra sia condensato invece, finalmente, in questa frase buttata lì di
getto da Tuula, col buon senso della spontaneità che molto spesso, lo devo
ammettere, i maschietti si perdono per strada:
<<Un uomo? Non ne ho mai conosciuto. ma so che c'è gente che si vende anche
i
reni..per fare soldi..dovremmo legalizzare..?
Io sono del parere che bisognerebbe donarsi reciprocamente ;-)) .l'ho già
detto altre volte...odio i commercianti cioè quella mentalità....>>
Appunto! ma quale cavolo di differenza c'è fra vendersi il culo, o un rene,
o gli arti o la testa?!?! In ogni modo è sempre l'altro da te che ti
espropria di qualcosa di tuo, per usarne il "valore aggiunto" che ritiene di
riuscire a ricavarne, in forza di uno scambio in cui lui vive in forza del
fatto che avendoti comprato, subordina e sfrutta te che di fatto sottostai
al suo ridurti a cosa, a merce.
Ha pur qualche ragione Malega a suggerire che la prostituzione storicamente
<<si manifesti nel momento in cui subentra la gerarchia nella comunita'>> e
cioè sin da quella notte dei tempi in cui iniziò la divisione sociale del
lavoro. Ma è anche vero, a mio avviso, che sino all'avvento del capitale,
le individualità di fatto erano assolutamente appiattite sul/nel ruolo
concreto che ciascuno svolgeva all'interno della comunità organica, altro
che libertà di scelta! Ciascuno esauriva la propria umanità, la propria
esistenza all'interno di una rigidità assolutamente inalterabile di status,
in una complementarizzazione appunto organicistica delle proprie mansioni
con quelle degli altri da sè, in una gerarchia di fatto immobile dove
sostanzialmente una gran parte del "lavoro sociale" veniva comunque
assegnato alla schiavitù. E in tali contesti la prostitua assai di rado era
una "libera professionista" (e comunque giammai nel senso odierno del
termine!); al di là della casta delle favorite e/o cortigiane dei potenti
di ogni terra, o delle etere greche o delle geishe giapponesi che
costituivano comunque anch'esse una sorta di "corporazione di mestiere"
rigidamente vincolata alla conoscenza del proprio lavoro come valor d'uso
"socialmente utile", il resto, la moltitudine di quei poveri relitti umani
che affollavano i postriboli dell'antichità erano schiave, null'altro che
carne da macello, non meno di quelle che oggi sviliscono le città
dell'ipocrita utopia perbenistica del nanuncolo di Arcore, così come anche
la gran massa di fanciulli/e da sollazzo "domiciliare" per le caste
abbienti, che erano semplicemente schiave/i pagati magari un po' caro!
Insomma, da ostinato ed impenitente comunista che NON odia assolutamente le
donne (amandole forse anche ... "troppo"), ma non è mai riuscito ad
apprezzare il femminismo (in qualsiasi delle sue pur variegate salse), pur
avendo cercato di scavare nella "questione della condizione femminile" sin
dalla propria adolescenza, avendo di necessità individuato nel "femminile"
il definitivo "banco di prova" per la propria stessa
sopravvivenza/verifica/accetazione di sè, come quell'uomo dal corpo
dimezzato che si è trovato ad essere a circa due anni di età (poliomielite
bilaterale agli arti inferiori ... insomma: zoppaggine!), io mi ostino a
credere che IL problema stia nella mercificazione! Laddove, questo termine
non allude "semplicemente" alla monetarizzazione dei corpi, intesi come beni
d'uso da vendere a potenziali fruitori, ma alla valenza intrinseca di tale
"cosificante" condizione "merceologica": l'alienazione, l'astrattizzazione
del qualitativo (e quindi anche quello del "genere") all'interno della
"razionalità calcolante" del capitale, che si parametra soltanto sul
quantitativo e sull'omologazione/rimozione/ottundimento delle particolari
determinazioni concrete della realtà, dell'esistenza, dell'umano in quanto
tale.
Rimango annichilito (mò la dico tutta!!!) quando sento vantare oggi, come
culmine di un libertarismo A/normativo, la "libertà" di chiunque di
"scegliere" di "prostituirsi", cioè in soldoni DI VENDERSI!!!
Questa è solo e sostanzialmente la pseudo-libertà che ha concesso/imposto
all'umanità il capitale, svincolando le individualità da qualsiasi connotato
materiale di internità ad una comunità magari pure ferocemente
gerarchizzata, ma in cui ciascuno aveva un suo "posto" rigidamente e
direttamente funzionale all'insieme societario !!! Soltanto il capitale
spezza infatti la "comunità organica", atomizzando le singolarità individue
e proiettandole nell'astrattizzazione di un omologante alienazione
universale, il cui unico "vincolo" relazionale diventa il mercato, laddove
soggetti oggetivizzati e ridotti a merci entrano in relazione fra loro
soltanto tramite la merce equivalente universale, il denaro.
Qui NON è questione nè di bigottismo sessuofobico, nè di etica, nè tanto
meno di libertà sessuale o di libertà in assoluto!!!
CHIUNQUE potrà fare quello che crede di se stesso, nel modo più radicalmente
libero, solo in quella comunità umana a cui come comunisti aspiriamo ... MA
in questa società dimmerda, in questo fetido spettacolo della "società delle
merci", eretta sulla negazione di una vita vera per gli uomini e per le
donne, togliamoci una buona volta dalla testa che si possa esprimere
realmente una vera libertà di scelta nell'atto autoannichilente del
vendersi!!!
Ogni attività umana trasformata in merce E' SOLO ALIENAZIONE E PERPETUAZIONE
DI TALE ANNIENTAMENTO REIFICANTE DEL SE'!
Una qualunque marchetta, per quanto "ben" retribuita, NON è nulla di diverso
da una qualunque "prestazione d'opera" di uno qualsiasi dei lavori autonomi
della terza o ventesima generazione in cui qualche stronzo continua a voler
vedere totonnescamente una qualche fantomatica "autovalorizzazione
moltitudinaria"!
NON è nulla di diverso da un salario a cottimo
NON è nulla di diverso dalla paga ad ore in nero di un qualsiasi
collaboratore domestico immigrato!!!!
E, a scanso equivoci, specifico che ho fatto tali esempi SOLO perchè
l'ipotesi di partenza è LA singola marchetta: laddove, rifacendomi al
fantastico Marlon di Queimada (della "parabola sulla convenienza fra moglie
o prostituta", come metafora dello schiavo e dell'operaio, non protetto
dall'art.18 ;-))), una qualsiasi "moglie" mantenuta dal maritino devoto, in
ultima istanza, andando a scavare, e nemmeno tanto (stante la logica ormai
esplicitamente imperante nella "upper class" di cui già il solito barbone
aveva saputo intuire la costitutiva presenza al fondo della cosiddetta
"morale familistica borghese"), non è altro che una prostituta che si è
venduta una tantum (nel senso di una volta per tutte) per garantirsi anche
le "marchette" (qui, nel senso della pensione e dell'assistenza sanitaria)
... nulla di più e nulla di meno dell'operaio salariato a tempo
indeterminato e tutelato dall'art.18 ;-)): l'una ha il suo "opposto" nella
"mignotta una botta e via", l'altro nel lavoratore in nero a ore!!!
E allora facciamola finita co' ste nenie su "prostituirsi sì o no"!
Scusatemi lo sfogo ma la cosa davvero comincia a darmi sui ... nervi !
Quando riusciremo tutti/e insieme a spezzare la gabbia del ciclo della
merce, che veicola e fonda il ciclo della valorizzazione capitalistica ed il
dominio sulle vite di tutti/e da parte del capitale totale, solo allora,
forse, si riuscirà davvero a confrontarci fino in fondo con la questione "di
genere" ... nel frattempo come monatti sovversivi quali un po' tutti/e qua
intenderemmo essere, possiamo tutt'al più cercare di instaurare fra noi
rapporti di accoglienza reciproca, in cui il rispetto delle diversità di
genere (MA NON SOLO QUELLE!!!) divenga abitudine spontaneamente condivisa e
praticata nella quotidianità ... e non solo nei dibattiti ....
Che poi il femminile abbia subìto per millenni l'oppressione di una
negazione fobica della sua specificità complessiva di genere, nella
castrazione eteronoma (ma anche alla lunga introiettata, sino a farsi
oggettivamente anche perversamente "autonoma"!) della propria sessualità,
sull'altare di una monodimensionalizzazione in chiave riproduttiva, tutto
ciò è evidentemente tanto vero quanto orrendo, e sta alle donne riscoprire e
far rispettare la propria corporeità, giungendo a dispiegare l'infinita,
stupenda potenza della loro sessualità: questo è evidentemente un discorso
che può trovare (e in parte l'ha fatto, bene o male, come accenna Tuula) la
sua articolazione nel "qui ed ora", ma non già in chiave antagonistica
rispetto all'altro da sè, con il maschile, bensì anche e soprattutto tramite
il coinvolgimento attivo e reso coscientemente solidale di questo ...
E questa, cara mia dolce Tuula, è già una "pratica da comunisti", checchè tu
ne pensi o quale che sia stata la tua pregressa esperienza con l'altro
sesso.
Un comunista non può definirsi tale se non sovverte quotidianamente, in ogni
momento della sua individuale esistenza quotidiana, le gerarchie di valori
di questa società di merda, anche e soprattutto riguardo al suo proprio
cosiddetto "privato", se non accetta, come dice Boccadorata, di giocarsi la
vita sentendosi sempre "fuori posto" rispetto a questo presente! Non
possiamo certo illuderci di poter cambiare la qualità della merda con cui ci
siamo necessariamente costruiti (stante il succitato mondo dimmerda che ci
ha casualmente accolto!), ma possiamo/dobbiamo elaborarne criticamente
l'inevitabile presenza dentro noi stessi, accettando che anche l'"altro/a"
con cui abbiamo occasione di vivere una dimensione di intimità (e
soprattutto se sessuata), viva le stesse identiche fatiche, e tentando
insieme di affrontare il groviglio lacerante che la sessualità è stata
storicamente ridotta ad essere, nella comune ricerca di un piacere reciproco
sostanzialmente fatto dalla libera scelta (questa sì) di essere l'uno/a
strumento del godimento dell'altro/a e viceversa ...
UFFF!!!!! ... una tirata tremenda che non ho il coraggio nemmeno di
rileggere! Scusatemi ancora il tono urlato ... spero di esser comunque
riuscito a far capire qualcosa di ciò che intendevo dire ...
Un abbraccione a tutti/e ... e grazie a Tuula per la sua frase assolutamente
"luminosa" ... anche se mi ha scatenato 'sto torrente emozionale (?!?!) che,
per una volta, mi son concesso di far prorompere di getto, qui in questa
lista davvero "speciale" (mi sia riconsociuto almeno che solitamente vi
sbombardo con bel atri toni ;-))))))))
Marco (M.)
----- Original Message -----
From: "Tuula Haapiainen" <Cyberscript@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Wednesday, May 29, 2002 8:58 PM
Subject: Re: [Cerchio] Re: [libertari] intervista a wendy Mc Elroy..da
contropotere
>
> ----- Original Message -----
> From: "Malega" <cutigae@???>
>
> > Io non ce l'ho contro il femminismo,ma contro quelle femministe che
> > vorrebbero
> > l'emancipazione delle donne affidandosi alle leggi dello stato.
>
> Ma io non parlo della emancipazione. Quella c'è già.
>
>
> > Spesso le loro richieste vanno in direzione opposta a quello che
> desiderano.
>
> Sono gli effetti perverssi del sociale.
>
> > Cosa vogliono? Piu' leggi per la tutela dallo sfruttamento.
>
> Ma io non misuro il femminismo sulla base della prostituzione.
>
> > Piu' leggi per la difesa di certi diritti.
>
> Sei vago..non ti capisco..fa' un esempio almeno!
>
> > Vogliamo una legge che ci tuteli dall'infelicita' e che ci dia il
diritto
> a
> > godere?
>
> Il godimento, il piacere è più bello nella immaginazione che nella realtà,
> diceva Leopardi...la vita è dolore, noia e attimi di piacere..la felicità
> sta nelle illusioni..
>
> non esiste una ideologia precostituita che ti possa portare alla
> felicità..neanche quella libertaria mi sa...perciò neanche le leggi..
>
>
> > Insomma,per non farla lunga,
>
> falla... falla..basta che andiamo un po' di più...sul concreto
>
>
> si arriva a un punto tale che lo stato ce lo
> > troviamo
> > sotto le lenzuola.
>
> Su questo sono d'accordo che dobbiamo impedire che avvenga!! Non si deve
> legifererare sui rapporti fra i generi..
>
> ma..la prostituzione è un commercio fra i generi..quindi il capitalismo
> tutela sempre il commercio...
>
> > Lo sfruttamento di cui parli tu,cioe' delle donne che sono costrette a
> > prostitursi,rientra
> > nel circolo vizioso dello sfruttamento .
>
> Grazie, non lo sapevo ,-))))))))))))))
> vabbuo' non t'arraggia'..Sai cosa mi "diverte" che tutti gli uomini che
> difendono la protituzione difendono la libera scelta, come se quella fosse
> la maggioranza dei casi. Mentre è tutto il contrario..quindi che mi
importa
> di sbattermi per la libertà delle donne che si vogliono prostituirsi per
> comprarsi una pelliccia in più...
>
> a me interessa no coloro che lo fanno per forza...ma anche in quel caso
sono
> del parere che la loro cosìdeta "liberazione" deve avvenire a loro
> condizioni...come già dicemmo l'altra volta..
>
> > Non e' la prostituzione in se' che e' negativa,ma lo sfruttamento della
> > prostituzione.
>
> mah..ma tu ti sei mai dato contro voglia?
> Ma ti credi che la prostituta gode regolarmente con tutti a chi la dà...?
>
> > Non mi sembra che lo stato intervenga in quei settori dove lo
sfruttamento
> > lo si tocca con mano.
>
> Intervieene la polizia e ne approfitta...
>
> > Eppure,quando si parla di prostituzione,il moralismo di una certa sx
> > serpeggia e si fa avanti.
>
> ??? ma chi? sei vago e allusivo..e non racconti i fatti..
>
> > Se un uomo e una donna vogliono prostitursi,sono fatti loro.
>
> Un uomo? Non ne ho mai conosciuto. ma so che c'è gente che si vende anche
i
> reni..per fare soldi..dovremmo legalizzare..?
> Io sono del parere che bisognerebbe donarsi reciprocamente ;-)) .l'ho già
> detto altre volte...odio i commercianti cioè quella mentalità....
>
>
> > Nessuno:ne' lo stato,ne' la chiesa,ne' i partiti,ne' altri che non siano
i
> > diretti interessati,dovrebbero interferire.
>
> Non in maniera autoritaria...ma dare la posssibilità di uscirne
> all'occorrenza sì...
> >
> > scrivi:"> Perché una donna deve diporre del suo copro per vivere? Gli
> uomini
> > lo fanno?
> > > Con altrettanta frequenza?
> >
> > malega
> > Perche' le fa piacere farlo.
>
> Gode?
>
> Ci sono donne che,messe di fronte a un lavoro
> > miserabile,preferiscono
> > guadagnare prostituendosi.E lo fanno sapendo quello che stanno
compiendo.
>
> E certo che lo sanno. Anche io sapevo quando facevo dei lavoretti di
> merda..mi ci mancava solo che mi fossi dovuta prostituire..Io non avrei
> sicuramente avuto un orgasmo così...per pagamento..
>
> > Smettiamola di considerarle delle povere fesse.
> E chi mai l'ha detto? piuttosto del tipo che dicoi tu penso si tratti di
> donne che sanno badare ai cazzi loro...e compraris tutto il
possibile..sono
> delle semplici consumatrici capitalistiche magari qulacuna di loro vota
> anche Berlusconi..non dico tutte. ma sicuramente non le ritengo delle
> "sante", o benefattrici verso i loro clienti., seppure non delle fesse
> neanche..
> >
> > scrivi:
> > "Guarda che anche i comunisti non sopportano il femminismo...pare che
> > nessuna
> > > tendenza ideologica maschile lo sopporti...da qualunque parte lo
> > > guardino
> >
> > malega
> > Se non vi sopportano i comunisti,vuol dire che qualcosa in voi non va.
>
> E ti pareva!!!!
>
> > Se lo vuoi sapere non vi sopportano neanche le prostitute,che le
trattate
> > come fossero donne da convertire..
>
> ma conosciuta nessuna. ma perchè mi dai del voi? :-)
> daì!! che ce l'hai con me e non con le femministe, mo' l'ho capito!!!
> eppure non so perchè..:-///
>
> tuula
> >
> > malega
> > >
> >
> >
> >
> > per cancellarsi dalla lista, andare su
> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
>
> per cancellarsi dalla lista, andare su
https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio