Interessante, Paolo, come sempre. Dico subito che la penso proprio come
Marina, che mi ruba semrpe le parole. Ma quello che scrivi sotto lo afferma
anche la Harendt?
Io, come ho detto altre volte, non credo in molte cose. Non credo nemmeno
nella rivoluzione, che tende come al solito a sfruttare l'incazzatura
legittima dei singoli/masse per ristabilire un ordine che non li
rappresenta. Credo che lo stato di diritto con tutti i difetti che tu ben
conosci sia una necessità data dalla dialettica singolo/società (dove il
singolo cerca di portare acqua al suo mulino e così pure gruppi di singoli).
Ad un mondo dove ciascuno è occupato a salvaguardare il proprio orticello,
in cui può mangiare bere defecare e riprodursi, sacrificando qualsiasi cosa
che non sia funzionale a queste cose, salvo poi accorgersi un giorno di
avere bisogno degli altri, preferisco una società in cui ciascuno dà un
piccolo contributo per aiutare la persona più sfigata, come la chiami tu.
Perché magari, quando si vuole aiutare qualcuno in quel momento non si ha a
disposizione tutto ciò di cui ha bisogno, ma se ci prepariamo a questa
evenienza, piano piano e con un piccolissimo contributo....In questo non mi
sento diventare più sfigata anch'io, ma, al contrario, mi sento elevare al
di sopra dei miei egoismi. Sarà che non ho avuto una vita splendida, nemmeno
tanto sfigata, ma comunque con i miei problemi. Sarà che mio fratello ha
bisogno di cure...Saranno tutte queste sfighe a farmi vedere la vita così,
non so, oppure è saggezza senile. Non credo che la Harendt (per quel
pochissimo che la conosco) parlando di mancanza di soluzioni potesse parlare
del piccolo aiuto che possiamo dare ai più sfigati. Più probabilmente non
c'è soluzione oggettiva all'assurdità della vita, al suo scopo, al perché
siamo qui ecc..
Cmq sappimi dire della harendt. Anzi, ci dici di cosa parla Vita activa e
Sulla rivoluzione? Quale ci consigli di più? Io ho leggiucchiato...non
ricordo bene il titolo "filosofia, politica e verità" o qualcosa del genere.
Ciao, Paolone!
Lucia
> Cristo in croce, perché non c'é soluzione: per questo mi
> piace Hannah Arendt, perché distingue gli ambiti, perché
> dice chiaro che non esiste una soluzione collettiva a tutto
> quanto, e che anche solo cercarla confonde e svia da ciò che
> é davvero possibile, vale a dire una vita libera e degna,
> una vita "attiva".
> Se leggi "Sulla rivoluzione" vedi chiaramente come lei
> individui nella pretesa di risolvere collettivamente le
> questioni relative alla necessità - che ciascuno merita di
> essere lasciato libero di smazzarsi da sè - come l'origine
> del totalitarismo e la fine della rivoluzione (nello
> specifico francese).
> Ci saranno sempre i brutti, cui nessuna é disposta a darla;
> i deboli, cui tutti minacciano con la stessa presenza
> fisica; gli sfigati, che necessitano di assistenza anche per
> fare il cappuccino; i cattivi, quelli che preferiscono
> rompere i coglioni agli altri per sentirsi vivi. Queste cose
> non conoscono soluzione collettiva: non esiste società che
> pareggi queste iniquità della sorte. Pretendere di
> occuparsene, non fa che rendere brutti, deboli, sfigati e
> cattivi tutti, perché l'uguaglianza in questi ambiti può
> essere costruita solo al ribasso, schiacciando tutti nella
> miseria e nell'impotenza. Il regno della libertà é appunto
> quello in cui ciascuno é libero d i far fronte all propria
> sorte e ai propri bisogn, senza interferenze, giocando al
> meglio le carte di cui dispone, e in cui tutti possono
> costruire la libertà di tutti apportando il proprio punto di
> vista. Il regno della libertà è il contrario della società,
> quella "in cui siamo tutti nella stessa barca" e perciò,
> chissà perché, si é sempre obbligati a remare,
> nell'interesse di tutti. E? un mondo in cui ciascuno naviga
> in "autonomia" e sta con gli altri per scambiarsi il piacere
> di vivere insieme momenti e progetti, e non già per
> consolarsi a viecenda delle proprie sfighe, "lavorando
> molto" come il povero proletario-cavallo di Orwell...
>
>
> Certo che ne abbiamo fatta di strada, partendo dalle multe,
> eh?
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