Proprio su Tactical ho letto "Sulla violenza
sessuale", a firma del Csoa Macchia Rossa. Ora, non
essendo io separatista, non considero un fatto
negativo che certe questioni siano affrontate anche da
uomini. Ciò comporta, però, da parte femminile, il
libero esercizio della critica laddove si riscontrino
tesi o discorsi non convincenti. Così, non esito a
definire il documento cui mi riferisco confuso e -a
tratti- velleitario. E' apprezzabile il suo tentativo
di non scindere il piano emozionale da quello
politico, ma l'istanza di superamento dell'agire
prettamente razionale in esso rivendicata, non è
perseguita sino in fondo. Vi si legge che "Nei
rapporti fra i generi l'elemento sessuale è
costantemente presente" e che "i rapporti di potere e
subordinazione e controllo tra gli uomini e le donne
sono comunque e sempre regolati dall'elemento
sessuale". Ma qual è, di grazia, lo snodo attraverso
il quale questa latenza del sessuale diviene elemento
regolatore del potere? O la latenza in questione ha
sempre una valenza negativa e non può mai essere
liberata? E ancora, suscita perplessità il seguente
passaggio: "non sappiamo compiere una esatta
distinzione fra i termini-concetto della violenza
sessuata-sessuale e non perchè non conosciamo il
significato ma perchè crediamo che il confine sia
troppo sottile. Forse non esiste. Non lo sappiamo
ancora". Non lo saprete mai, dico io. In quest'ansia
definitoria, si perde di vista l'essenziale, e cioè il
fatto che la vita viene prima di ogni astrazione. Per
cui, ogni definizione a priori deve farsi da parte di
fronte all'autodefinizione del soggetto femminile,
alla sua concreta esperienza della violenza maschile.
Luciana
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