[Consumo critico - MSF] proposta jacopo fo su consumo critic…

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Autor: Descoñecido
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Asunto: [Consumo critico - MSF] proposta jacopo fo su consumo critico
Onestamente, a me Jacopo Fo non e' mai piaciuto molto, ma ho trovato questa cosa interessante... chi conosce Monsano? chi ne sa di piu'? Contattiamo Fo (Dario o Jacopo, siamo in famiglia!?

Cate

Ricominciare dalle esigenze reali della gente!

Puntare su un terreno che controlliamo completamente: quello della gestione collettiva dei nostri consumi. Costruiamo un grande movimento per la consociazione degli acquisti. È un terreno di lotta sul quale abbiamo pieno controllo. Nessuna nuova legge del governo delle destre può costringerci a comprare prodotti scadenti a prezzi gonfiati dai passaggi di mano della grande distribuzione. I lavoratori italiani pagano prodotti e servizi un prezzo molto superiore a quello "naturale".
Consociando i propri acquisti e utilizzando altri sistemi di cooperazione (come la banca del tempo) una famiglia media di lavoratori potrebbe risparmiare più di 3 milioni all'anno. Ma la consociazione degli acquisti permette anche di difendersi contro le truffe e le sofisticazioni del mercato.
Oggi lo Stato non garantisce veramente la qualità dei consumi e continuamente vediamo persone ammalarsi per la cattiva qualità dei cibi. La consociazione dei consumi non è solo utile e giusta; è anche necessaria. Nell'era della globalizzazione il potere delle multinazionali sta crescendo spaventosamente ed è sfuggito al controllo delle singole nazioni. Questo potere sta perseguendo idiotamente due obiettivi criminali: tenere nella miseria i popoli del terzo mondo per sfruttarli come manodopera a basso costo e avvelenare il pianeta senza pietà pur di non veder calare i profitti. Fino a che la nostra lotta contro questa linea di sviluppo folle sarà limitata a una presenza ridicola nei parlamenti nazionali e alle manifestazioni di piazza non avremo la forza di determinare nessun cambiamento reale.

L'esperienza ci insegna che siamo riusciti a fermare le pratiche criminali della Nike, della Reebok e di molte altre aziende quando abbiamo utilizzato il nostro potere d'acquisto. Lo sciopero degli acquisti è oggi l'arma economica e politica più potente che abbiamo. Ed è un'arma che moltiplica per 100 la sua forza se la uniamo alla consociazione degli acquisti che ci permette indirizzare la nostra spesa verso quelle aziende che sono disposte a trattare con noi su modalità di produzione, qualità e criteri ecologici dei prodotti. Ma la questione è fondamentale anche da un altro punto di vista.
In questi anni si sta combattendo una guerra feroce quanto segreta: quella delle tecnologie ecocompatibili. All'interno del fronte delle multinazionali i super reazionari sono i petrolieri che stanno cercando di ritardare in ogni modo l'avvento di nuove tecnologie che già ora potrebbero sostituire i derivati dal petrolio come fonte energetica. È una guerra fatta di brevetti comprati a suon di milioni di dollari e poi imboscati, di finanziamenti condizionati alle università, di corruzione dei politici, di silenzi della stampa. Dopo mesi di campagna sul bio-diesel, ad esempio, ci siamo trovati a vincere sulla carta, l'ultima finanziaria accoglieva tutte le nostre richieste. Ma è stata solo una vittoria politica con poche conseguenze sulla realtà: da luglio si potrà vendere l'olio di colza nei distributori di carburante delle grandi città. Bhe, a luglio non vedrete distributori di olio di colza a meno che non succeda un miracolo...
Com'è successo che nessun produttore sia riuscito a trovare uno sbocco sul mercato? Se vogliamo vedere lo sviluppo delle tecnologie eco-compatibili in Italia dobbiamo organizzare un fronte unito di consumatori che possano, grazie al loro numero, auto organizzare la distribuzione dei prodotti che i petrolieri osteggiano. Se non sapremo ottenere questo risultato, consociandoci anche a livello internazionale, perderemo la battaglia sull'ambiente. Ed è una di quelle battaglie che non possiamo perdere se non vogliamo trovarci a fare cortei per protestare contro l'aumento del prezzo dell'aria in bombole.

Il capitalismo è una macchina senza cervello. Per loro può andare benissimo anche se sulla Terra non si potesse più respirare. Mi sembra già di sentirli: "Il mercato dell'aria respirabile è in forte espansione e consigliamo di investire nel settore..." L'unico modo di agire su questa macchina acefala è quello di riuscire a controllare i flussi di energia che la fanno funzionare.
I nostri consumi sono la linfa vitale del capitalismo. Possiamo cambiare da subito la qualità di quello che compriamo. È una iniziativa che ogni compagno può prendere da subito, senza aspettare di raggiungere un quorum. È un'azione collettiva che trae la sua forza da un'azione individuale che richiede una forte scelta.
Non sarà facile per la sinistra italiana incominciare a praticare piccole scelte per ottenere grandi risultati. Le esperienze italiane di acquisto consociato raccolgono migliaia di persone ma sono ancora poca cosa rispetto a quel che si riesce a fare in altri paesi. I partiti della sinistra non hanno mai sostenuto veramente questo movimento. Il che è oltretutto un controsenso visto che la forza del movimento progressista in Italia, come ovunque, è figlia del movimento della consociazione dei consumi e del lavoro degli inizi del 1900.
È stata la concretezza dell'esperienza dei Mulini Popolari, delle casse mutue, delle cooperative, dei gruppi di mutuo soccorso, delle case del popolo e delle scuole dei lavoratori a convincere gran parte della popolazione che era possibile opporsi allo strapotere dei maggiorenti.

Crediamo che la disastrosa sconfitta del modello culturale e politico, maggioritario nella sinistra in questi anni, apra la porta a una rifondazione delle basi concrete del movimento progressista. Mettiamo al centro della nostra lotta e della nostra iniziativa la consociazione dei consumi, organizziamo nuove esperienze.
Monsano, un paese di 3000 abitanti, è diventato un centro di sperimentazione sociale. Stiamo inventando e praticando una consociazione che sfrutta i mezzi offerti dall'informatica. Approfittando della presenza in un'area ristretta di 200 famiglie che hanno consociato i loro consumi vogliamo vedere fino a che punto si può arrivare sia creando nuovi eventi culturali costruiti coralmente da tutto il paese, sia sperimentando forme avanzate di consociazione, ad esempio nel settore della telefonia o della produzione di calore e elttricità dal sole.
Quello che proponiamo a tutti i compagni, gli ambientalisti, le persone coinvolte nel volontariato, nella finanza etica, nelle assicurazioni etiche, nei gruppi d'acquisto, nel commercio equo e solidale, nelle tecnologie eco-compatibili è di incontrarsi per stendere un manifeso unitario di questo movimento, creare scambi di informazioni sulla qualità dei prodotti e loro disponibilità e redarre una lista delle aziende da escludere dai nostri acquisti e di quelle che possono essere invece considerate corrette o almeno accettabili.
Vogliamo anche renderci visibili proponendo che i partiti della sinistra nei quali militiamo mettano questa strategia al centro del loro programma.
Chi ha portato la sinistra al disastro se ne vada a casa! Vogliamo nuovi gruppi dirigenti che mettano veramente la consociazione dei consumi e la rinascita di un sogno politico al centro dello sforzo organizzativo.
A partire dall'azione di base vogliamo creare un programma elettorale basato sul buon senso e sulle esigenze concrete degli italiani. Un programma chiaro e dettagliato sul quale creare un fronte elettorale unito che possa realmente portare a un governo di vero cambiamento. E fra 5 anni ce ne sarà veramente bisogno perché dovremo risollevare il paese dai disastri che il governo della destra ci porterà.

Chiediamo a tutti i compagni che sentono un'affinità con le nostre proposte di incontrarsi in una grande assemblea nazionale delle realtà di base. Proponiamo che questo incontro avvenga a Monsano, primo paese d'Europa a aver consociato gli acquisti. (vedi www.villaggiotelematico.it )
Ripartiamo dall'iniziativa diretta! Basta con le chiacchiere in politichese! Rincominciamo da microprogetti concreti!
Appunti di strategia e tattica

Credo che pur nel breve momento passato a discutere siano venuti fuori alcuni punti molto interessanti e provo a riassumerli anche per fissarmeli in testa. Sarò molto schematico.
Qualcuno ha detto qualcosa tipo: "Grande è la confusione sotto il sole, grandi sono le possibilità per i rivoluzionari". Ecco, credo sia un momento così.
La prima mossa è quella di capire quali sono inostri obiettivi concreti. Se in 5 anni riusciremo a creare 100 Monsano e un movimento nazionale che raccolga 500 mila consumatori consociati credo che avremo una reale forza politica (che dipende da quanto denaro muovi e da quanta gente risolve i suoi problemi materiali attraverso i tuoi "canali").
Credo anche che sia possibile che questa nascente realtà possa esprimere un peso a livello partitico e mandare una sua rappresentanza nei vertici della futura coalizione elettorale e in parlamento. Credo che vinceremo le prossime elezioni perché il bipartitismo porterà naturalmente all'unità del centro sinistra e credo che vinceremo perché la consociazione dei consumi e la lotta per la qualità della vita cambierà il volto dell'opposizione sociale in Italia.

Mentre voi eravate ad Alcatraz domenica c'era un gruppo di dipendenti della San Paolo che hanno appena costituito un gruppo d'acquisto aziendale di 150 famiglie "Perché è l'unico modo di essere sicuri di quello che mangi." Credo anche che sia possibile costruire un programma politico che si basi non su posizioni di principio ideologiche, ma sull'individuazione di alcuni semplici cambiamenti che vadano a muovere le strutture della società. Si tratta di trovare obiettivi semplici, basati sul buon senso, che possano convincere per la loro logicità elementare anche settori del centro e della destra. Non andiamo a proporre utopie ma un sogno realizzabile basato su quei microcambiamenti che fanno la storia. Vedi "Il banchiere dei poveri" Yunus, Feltrinelli che credo dovrebbe diventare la nostra Bibbia su come operare grandi mutamenti sociali usando l'iniziativa diretta, seguendo le linee di minor resistenza e maggior unione e rifiutando in ogni modo lo scontro ideologico. Si tratta di ri-inventare una strategia di cooperazione, anche con gli avversari.
Non c'è nessuno al mondo che si possa dichiarare contrario all'applicazione del codice della strada. Applicare il codice della strada è un grande obiettivo morale in grado di avere enormi ricadute culturali.
A questo proposito c'è un altro grande libro da leggere assolutamente: "Il punto di crisi" che illustra come siano i microcambiamenti a determinare incredibili mutazioni. Si combatte la criminalità di pi tenedo puliti i metrò che inasprendo le pene. Credo che si possa studiare e costruire un programma basato su obiettivi che qualunque persona di buon senso non possa far altro che condividere.
Una filosofia strana: una forza di sinistra che lavora per creare un programma che tutti possano condividere e perciò, secondo gli schemi attuali, è un programma di centro... Ma sarà un programma con un sogno dentro e la fantasia di immaginare le riforme puntando tutto sul movimento di consociazione dei consumi e di condivisione delle risorse e della cultura.
La nostra connotazione di sinistra, di forza riformatrice e progressista non sarà nella velleitarietà delle nostre ide ma nella concreta novità dei nostri progetti e nella ricchezza totale del progetto che deve vedere i diritti fondamentali dell'essere umano e la sacralità della natura rispettati e onorati. E dovrà essere un programma dettagliato con già gli articoli di legge scritti, discussi, rivisti da giuristi e avvocati e controfirmati da tutti i candidati. E il programma dettagliato delle azioni del governo per tutti e 5 gli anni della legislatura. Questo è un punto essenziale.
Io credo che riusciremo a innescare un grande cambiamento, una rivoluzione culturale, se sapremo dare vita a uno stile di lavoro politico assolutamente rigoroso. La vittoria politica e militare del movimento zapatista deriva dalla rigorosità dello stile di lavoro. È l'immagine vincente di un gruppo che sbuca dal nulla già in piene forze conquistando in una mattina tutte le cittadine del Chapas. Il momento è propizio e credo che l'esercito zapatista della consociazione dei consumi ci sia già anche se non sa di esserci.
Il primo obiettivo è rendersi visibili, diventare un punto di riferimento a livello nazionale, creare una bozza di programma firmato da qualche migliaio di persone e iniziare a moltiplicare l'esperienza di Monsano. Dobbiamo creare una prima masa critica che ci permetta fra 3 anni, quando l'esperienza potrà raggiungere una certa maturazione, di iniziare la campagna elettorale con un potere e una disponibilità di mezzi sufficiente. Per farlo è necessario tessere fin da subito una rete di alleanze che porti al primo incontro nazionale. Riuscire a farlo per luglio potrebbe essere buono. Si potrebbe iniziare contatando sezioni dei ds e dei verdi, Di Pietro, Bonino, ecc... tutti i sindaci di sinistra di piccoli comuni, pubblicando 2 comunicati sui 3 quotidiani della sinistra, cercare di avere uno spazio su Micro Mega.
Credo anche che si debba iniziare a mettere su un sito internet con una serie di forum su argomenti specifici inerenti ai punti del programma. Altro punto importante è quello di creare dibattito sull'immagine che questa formazione dovrà dare di sé. Il linguaggio che si dovrà usare non dovrà contenere parole vaghe e in politichese: bisogna imparare a fare esempi, raccontare storie ed emozioni. Bisognerà occuparsi veramente della comunicazione e dell'organizzazione creando un piccolo gruppo di veri professionisti che si preparino a fare un lavoro di squadra di nuovo tipo formandosi come potenziale team parlamentare. Per costruire un gruppo politico serve un vero gruppo di ricerca, di informazione e di progettazione che sia integrato realmente con i parlamentari e le situazioni di base. Un sistema nel quale ci sia una compattezza di squadra e una comunicazione interna mai conosciuta dalle forze politiche e oggi possibile grazie a internet.
Documentazione, comunicazione, progettazione: devono essere le nostre parole d'ordine organizzative. E tutto questo va confezionato con stile, il nostro passamontagna deve essere il rifiuto di rispondere a qualunque domanda in poletichese e rigirare le domande dei giornalisti. Il parlare solo di questioni che tutti possono capire. Lo smascherare l'ipocrisia e i giochetti della vecchia repubblica. E dovremo inventarci modi di comunicazione, eventi politici che ci diano visibilità a livello nazionale che seguano questo stile vigoroso, chiaro, essenziale, unitario, pragmatico, fantasioso e diverso.