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mercoled=EC 24 ottobre 2001 =20
La globalizzazione divide il consiglio
Nella seduta a Palazzo Ducale
un ventaglio aperto di posizioni
LUCCA. Un consiglio provinciale partecipato quello che si =E8 =
svolto luned=EC scorso a Palazzo Ducale sul tema molto attuale =
=ABGlobalizzazione: effetti, conseguenze, proposte=BB. Un pubblico =
numeroso era infatti presente alla seduta monotematica aperta, alla =
quale hanno preso parte anche parlamentari, consiglieri regionali, =
amministratori locali, rappresentanti delle associazioni =ABno-global=BB =
lucchesi e semplici cittadini, oltre a parlamentari e consiglieri =
regionali.
Erano presenti tra gli altri l'onorevole Raffaella Mariani, il =
senatore Giorgio Tonini, il consigliere regionale Maurizio Dinelli, =
l'assessore Giannetti del Comune di Seravezza e, in rappresentanza del =
movimento lucchese =ABno-global=BB, Roberto Sensi e Alessio Ciacci. La =
seduta =E8 iniziata con gli interventi dei capigruppo consiliari. Hanno =
preso la parola Giovanni Santini (FI), Antonio Simonetti (Ulivo) e Mario =
Bonuccelli (Rc), mentre i gruppi dei Ds e di An hanno preferito dare la =
precedenza agli interventi dei rappresentanti esterni al consiglio =
conclusosi con gli interventi del presidente della Provincia, =
Tagliasacchi, e del consiglio, Gemignani.
Santini ha sottolineato come, durante il G8, l'attenzione dei =
mass-media si sia concentrata esclusivamente sui fatti di ordine =
pubblico e non sui risultati del vertice internazionale. Per questo ha =
dato lettura di una sintesi delle determinazioni uscite dal "conclave" =
che, a parere di Santini, ha preso in considerazione i problemi che =
affliggono gran parte dell'umanit=E0. Simonetti, da parte sua, ha =
evidenziato l'importanza di riflettere sulla globalizzazione e quindi =
sui fatti di Genova anche a distanza di tempo =ABper evitare reazioni =
emotive=BB, ed ha sottolineato la necessit=E0 di tornare a mettere al =
centro dello sviluppo l'individuo e di dar voce alle varie specificit=E0 =
di ogni popolo. Bonuccelli ha apertamente criticato il comportamento =
delle forze dell'ordine a Genova. Hanno suscitato attenzione, inoltre, =
gli interventi dei due giovani rappresentanti dell'associazione =
=ABno-global=BB Roberto Sensi e Alessio Ciacci i quali, oltre a leggere =
un documento dell'associazione, hanno anche dato lettura di alcuni brani =
del =ABlibro bianco=BB realizzato dai giovani lucchesi presenti a =
Genova, alcuni dei quali arrestati. I giovani hanno sollecitato la =
Provincia a convocare un dibattito sulle cause, le dinamiche e le =
prospettive della strage dell'11 settembre. Condanna alle conseguenze =
della globalizzazione economica =E8 emersa dagli interventi dei =
parlamentari Mariani e Tonini.
Il consigliere regionale Dinelli ha sottolineato =ABcome non sia =
possibile trovare soluzioni preconfezionate in una situazione come =
questa=BB ed ha affermato che =ABla globalizzazione economica e =
culturale =E8 di per s=E9 positiva, ma va fissata entro precisi =
ambiti=BB.
Dopo gli interventi dei consiglieri di maggioranza Cavallaro e =
Pellegrini e dell'assessore Petrucci ha preso la parola il presidente =
della Provincia, Andrea Tagliasacchi, il quale ha dichiarato che =ABla =
politica si =E8 trovata spiazzata di fronte agli ultimi tragici eventi =
mondiali e che innanzitutto devono essere riaffermati valori-capisaldo =
come la non violenza, la libert=E0 e la dignit=E0 dell'uomo. I giovani =
contrari alla globalizzazione ci hanno chiesto ascolto e credo che =
accordarglielo sia un dovere delle istituzioni. Sicuramente c'=E8 un =
ritardo della cultura politica su questi temi; da parte nostra da alcuni =
anni abbiamo avviato la scuola della pace promuovendo iniziative di =
solidariet=E0 e di sostegno per l'Algeria, il Chiapas, il Senegal e il =
Brasile. Creeremo una serie di progetti tra cui il forum permanente =
della solidariet=E0 e un centro di documentazione interculturale=BB.
A chiudere i lavori =E8 stato il presidente del consiglio =
provinciale, Gemignani, il quale ha affermato che =ABla globalizzazione =
pu=F2 essere una "nuova" risposta, una risposta corretta ai problemi =
antichi, ma a patto che passi attraverso un confronto democratico e il =
rispetto di tutte le tradizioni e le culture dei popoli=BB.
-------------------------------------------------------------------------=
-
La risposta dei taleban=20
VAURO - VALLE DEL PANSHIR=20
La risposta che i taleban non hanno saputo o potuto dare ai =
bombardieri americani che l'altra notte e stamani hanno colpito =
ripetutamente le loro prime linee, sul fronte nord, nell'area di =
Bahgrahm - senza subire nessun fuoco di contraerea - =E8 arrivata oggi, =
rabbiosa ed implacabile, scegliendo come bersaglio della propria =
vendetta la popolazione inerme della cittadina di Charichar, circa =
20.000 abitanti, a poco pi=F9 di 10 chilometri di Bahgrahm nella piana =
di Shomal.
Alla sinistra della rotatoria sulla quale sboccano le quattro =
strade principali di Charichar inizia il dedalo di vicoli e botteghe del =
bazar della cittadina. Povere merci, vestiti, uva, carne tagliata a =
pezzi ed appesa, qualche prodotto di importazione, scarpe artigianali, =
ricavate da vecchi copertoni di auto, quanto basta ad affollarlo. I =
burqa delle donne sfiorano, nella calca, anziani con il turbante intenti =
a contrattare o a definire scambi, qualche vecchia jeep arranca, =
semisommersa dalla folla, stormi di ragazzini, onnipresenti, corrono tra =
le zampe di asinelli stracarichi di sacchi o si divertono a rincorrere =
calesse, pirati da cavalli, stracarichi di persone e nastri colorati. =
Nella tarda mattinata di oggi due razzi sparati dalle vicine linee =
taleban hanno colpito proprio il bazar, lacerandone l'animazione e =
trasformandola in un attimo in un caos di grida, fumo, polvere e sangue.
L'attacco =E8 giunto inatteso. Da settimane il fronte nord =
dell'area di Bahgrahm era un fronte "tranquillo", scambi sporadici di =
tiri di artiglieria e di kalanikov tra le due prime linee, distanti tra =
loro non pi=F9 di 200 metri. I bombardamenti americani dell'altra notte =
e di stamani hanno, probabilmente, rotto questo equilibrio. Non =
abbastanza intensi per smantellare le linee taleban e per consentire una =
avanzata dei mujaheddin, ma sufficienti a provocare la sanguinosa =
reazione dei taleban, volta a dimostrare alla Alleanza del nord, che le =
capacit=E0 di difesa e di attacco delle proprie prime linee =E8 ancora =
forte e micidiale.
Bombe politiche
Un messaggio di morte volto a dissuadere i mujaheddin dal tentare =
un attacco di terra su questo fronte e ad alzare il prezzo di sangue per =
ogni possibile sviluppo di accordo, anche parziale, tra Alleanza del =
nord e anglo-americani, che da parte loro, d'altronde non sembrano =
proprio avere alcuna intenzione di appoggiare i mujaheddin fino al punto =
di correre il rischio che siano loro ad arrivare per primi a Kabul, =
scombinando il castello di carte sul quale si regge l'alleanza con il =
pakistano Musharaf. Intanto, sul terreno, nella realt=E0 la traduzione =
di questi giochi politico-militari =E8 fatta del sangue, della carne =
lacerata, di povera gente, che nemmeno li sospetta, intenta come =E8 a =
cercare di sopravvivere alla miseria ancor prima che alla guerra.
Davanti al cancello dell'ospedale di Emergency ad Anabah =E8 =
radunata una piccola folla, si apre per lasciar passare un'ambulanza, =
l'ennesima, di ritorno dalla sfibrante spola sulla strada pietrosa che =
porta a Charichar. Gli infermieri corrono fuori dal padiglione, =
sistemano su una barella un ragazzo, avr=E0 circa 15-16 anni. E' =
difficile dargli un'et=E0, la testa =E8 avvolta da bende di primo =
soccorso, gli occhi sono due fessure tumefatte, la bocca gonfia, la =
pelle annerita dal fumo e slabbrata dalle bruciature, il corpo =E8 =
seminudo, solo qualche brandello di vestito vi =E8 rimasto aggrappato. =
Della sua gamba destra =E8 rimasto solo un moncherino, il sangue ha =
completamente intriso le fasce che lo avvolgono. I feriti arrivati da =
Charichar sono gi=E0 25, le ambulanze non sono sufficienti. Dopo il =
ragazzo, dalla stessa vettura, gli infermieri estraggono una donna, =
sistemano anche lei su una barella, mentre altri gi=E0 stanno portando =
nel pronto soccorso quella con il ragazzo. Anche la donna ha perso una =
gamba, ancora sangue sulla garza di un moncherino, dalle labbra le esce =
un lamento cos=EC flebile che =E8 difficile sentirlo. E' seminuda, =
l'esplosione l'ha liberata dal burqa bruciandole la pelle.
Silenzio mortale
Tutto sembra avvenire in uno strano silenzio di voci umane, solo =
il rumore ossessivo dei motori dei generatori dell'ospedale, tutti in =
funzione. Di improvviso, il pianto di un bambino dalla corsia, 15 letti =
gi=E0 pieni di sofferenza, di moncherini al posto di braccia e gambe, di =
pelli cotte dalle ustioni, il pianto del bambino, piano piano, si =
trasforma in un lamento cadenzato, quasi una nenia. Intanto il ragazzo e =
la donna sono nel pronto soccorso, gli infermieri gli applicano le flebo =
e gli puliscono le ferite. Un paravento di tela bianca =E8 posto a =
proteggere il pudore della donna, il ragazzo non grida, non si lamenta, =
si guarda solo intorno dalle fessure delle palpebre gonfie, sembra =
indifferente a se stesso. Inservienti corrono, avanti e indietro, con =
secchi d'acqua e stracci, a lavare il pavimento dal sangue. Camice verde =
e mascherina il chirurgo Marco Garatti si affaccia un attimo dalla sala =
operatoria, giusto il tempo che la porta si apra per farne uscire un =
paziente su una barella e farne entrare un altro su un'altra barella, il =
chirurgo opera in continuazione. Sulla spalla nuda dei feriti che =
entrano e di quelli che escono =E8 scritto un numero a pennarello, =
indica la gravit=E0 della ferita, quindi la scala di priorit=E0 per =
l'intervento. Il tempo per decidere chi deve essere operato per primo =
=E8 poco, ma la decisione =E8 importante nella guerra, quella s=EC =
umanitaria, per strappare pi=F9 vite umane possibile alla guerra. Le =
risorse, seppur usate al meglio, sono sempre molto, troppo inferiori a =
quelle impegnate nelle armi, nei mezzi, nelle strategie di morte e di =
distruzione. Comunque i morti, sempre che a qualcuno interessi farne un =
bilancio, oggi sono, al momento due. Un numero, come quello scritto =
sulla spalla dei feriti giunti all'ospedale di Emergency, e che, forse, =
grazie a quel numero a pennarello scritto sulla spalla non sono andati =
ad aggiungersi all'altro, al numero di chi da oggi non =E8 pi=F9.
Sono le 20.30 ora locale il rombo dei bombardieri giunge di nuovo =
cupo dal cielo notturno.=20
-------------------------------------------------------------------------=
-
C'=E8 anche l'oppiodotto
La guerra e le nuove alleanze dei signori della droga=20
MAURIZIO VEGLIO *=20
Immaginate un paese desolato, povero, oppresso. Immaginate che =
l'unica ricchezza provenga dalla coltivazione di una pianta tra le poche =
in grado di adattarsi al clima secco e arido. Una pianta "magica" e =
proibita, miraggio del piacere per milioni di persone, miniera d'oro per =
i signori locali e unica fonte di vita per 600mila contadini. Esiste una =
valida ragione morale, economica o religiosa per vietare questa =
coltivazione? In Afghanistan s=EC.
Come si legge nel numero di ottobre di Narcomafie, che presenta un =
esclusivo dossier dedicato al ruolo del narcotraffico nella crisi =
internazionale, il 27 luglio del 2000 Mullah Mohammed Omar, leader =
supremo dei Talebani, ha proibito la coltivazione del papavero da oppio =
- da cui si ricava l'eroina - decretandone l'incompatibilit=E0 con la =
religione islamica. Fino a quel momento dall'Afghanistan proveniva oltre =
il 70% dell'oppio prodotto in tutto il mondo, che, sotto forma di tasse, =
garantiva circa 200 miliardi all'anno al governo talebano. Il 90% =
dell'eroina smerciata in Europa proveniva dalla lavorazione dell'oppio =
afghano attraverso la rotta balcanica (Iran, Turchia e Stati balcanici =
singolarmente impegnati in una guerra devastante) o, pi=F9 recentemente, =
attraverso l'Asia Centrale e la Russia.
Abdul Hamid Akhundzada, responsabile del governo talebano per il =
controllo della droga, ha dichiarato nello scorso luglio a Lucia Vastano =
- v. pezzo di aperura della pagina - che negli 8.000 villaggi coinvolti =
nell'economia della droga non c'=E8 pi=F9 traccia dei campi di oppio. =
Anche Bernard Frahi, responsabile locale dell'agenzia delle Nazioni =
unite per la lotta alla droga (Undcp), ha confermato che l'Afghanistan - =
come il Pakistan - =E8 ormai un paese poppy free, cio=E8 libero dalle =
coltivazioni di papavero. L'oppio =E8 da diversi anni la moneta corrente =
afghana, buona per pagarsi un viaggio verso il Pakistan o l'Iran ma =
anche per acquistare armi, rifornimenti e munizioni. E allora dove sono =
le "banche", i magazzini con le scorte? Davvero le coltivazioni =
riguardano esclusivamente la regione controllata dai mujaheddin che, =
pure, =E8 bene ricordarlo, non hanno mai smesso di coltivare papaveri? E =
soprattutto: chi sta comprando le terre svendute dai contadini, che non =
possono pi=F9 pagare il mutuo grazie al quale l'avevano acquistata?
Narcomafie racconta la storia della guerra alla droga in un paese =
violentato da un lungo, tremendo conflitto che dura da 22 anni, e che ha =
prodotto molte vittime, quasi 5 milioni di profughi e 12 milioni di mine =
ancora inesplose. Il regime autoritario e oscurantista dei Talebani non =
rappresenta che l'ultima disgrazia di una storia tormentata e purtroppo =
ancora lontana da una soluzione.
Ma le questioni aperte, sullo scacchiere internazionale, sono =
molteplici: Narcomafie dedica anche una speciale attenzione =
all'evoluzione geopolitica in Tagikistan, passaggio obbligato verso il =
mercato del futuro, la Cina. Grazie alla posizione strategica, nel =
piccolo Stato centroasiatico piovono gli investimenti dell'Occidente, =
che rischiano per=F2 di finire in mano alla mafie dominanti in questa =
regione off-limits. E non vanno trascurate la contesa per il controllo =
del Mar Caspio, dove dovrebbe passare un megaoleodotto in grado di =
attraversare l'Afghanistan fino all'Oceano Indiano, e ancora le =
atrocit=E0 e l'eredit=E0 della guerra nella Cecenia musulmana, anch'essa =
ricca di giacimenti di petrolio e gas naturali.
Sull'intero scenario pesa un inquietante paradosso. Come ricorda =
nel suo articolo Alison Jamieson, nel corso degli anni Ottanta Osama bin =
Laden e le diverse fazioni afghane ricevettero finanziamenti, armi e =
anche missili Stinger dagli Stati Uniti in funzione antisovietica - si =
calcola che nel 1989 l'appoggio americano abbia raggiunto i 600 milioni =
di dollari. Oggi lo sceicco si =E8 rivoltato contro i sostenitori di un =
tempo, che adesso appoggiano, insieme agli ex nemici russi, i mujaheddin =
anche loro grandi coltivatori di papavero. Nuovi attori e nuove =
alleanze, ma sullo sfondo le stesse vittime.
Maurizio Veglio =E8 della redazione
di "Narcomafie"
=20
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Provincia,=20
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sottolineato come,=20
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vertice internazionale. Per questo ha dato lettura di una sintesi =
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Simonetti, da parte sua, ha evidenziato l'importanza di riflettere =
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globalizzazione e quindi sui fatti di Genova anche a distanza di =
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a mettere al centro dello sviluppo l'individuo e di dar voce alle =
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attenzione, inoltre, gli interventi dei due giovani rappresentanti =
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di alcuni brani del =ABlibro bianco=BB realizzato dai giovani =
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presenti a Genova, alcuni dei quali arrestati. I giovani hanno =
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la Provincia a convocare un dibattito sulle cause, le dinamiche e =
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Mariani e Tonini.<BR>Il consigliere regionale Dinelli ha =
sottolineato=20
=ABcome non sia possibile trovare soluzioni preconfezionate in una =
situazione come questa=BB ed ha affermato che =ABla =
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Pellegrini e dell'assessore Petrucci ha preso la parola il =
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il presidente del consiglio provinciale, Gemignani, il quale ha =
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<H5>Bombe politiche</H5>
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avere alcuna intenzione di appoggiare i mujaheddin fino al punto =
di=20
correre il rischio che siano loro ad arrivare per primi a Kabul,=20
scombinando il castello di carte sul quale si regge l'alleanza con =
il=20
pakistano Musharaf. Intanto, sul terreno, nella realt=E0 la =
traduzione di=20
questi giochi politico-militari =E8 fatta del sangue, della carne =
lacerata,=20
di povera gente, che nemmeno li sospetta, intenta come =E8 a =
cercare di=20
sopravvivere alla miseria ancor prima che alla guerra.<BR>Davanti =
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cancello dell'ospedale di Emergency ad Anabah =E8 radunata una =
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folla, si apre per lasciar passare un'ambulanza, l'ennesima, di =
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dalla sfibrante spola sulla strada pietrosa che porta a Charichar. =
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infermieri corrono fuori dal padiglione, sistemano su una barella =
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ragazzo, avr=E0 circa 15-16 anni. E' difficile dargli un'et=E0, la =
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tumefatte,=20
la bocca gonfia, la pelle annerita dal fumo e slabbrata dalle =
bruciature,=20
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rimasto=20
aggrappato. Della sua gamba destra =E8 rimasto solo un moncherino, =
il sangue=20
ha completamente intriso le fasce che lo avvolgono. I feriti =
arrivati da=20
Charichar sono gi=E0 25, le ambulanze non sono sufficienti. Dopo =
il ragazzo,=20
dalla stessa vettura, gli infermieri estraggono una donna, =
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lei su una barella, mentre altri gi=E0 stanno portando nel pronto =
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quella con il ragazzo. Anche la donna ha perso una gamba, ancora =
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sulla garza di un moncherino, dalle labbra le esce un lamento =
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gli puliscono le ferite. Un paravento di tela bianca =E8 posto a =
proteggere=20
il pudore della donna, il ragazzo non grida, non si lamenta, si =
guarda=20
solo intorno dalle fessure delle palpebre gonfie, sembra =
indifferente a se=20
stesso. Inservienti corrono, avanti e indietro, con secchi d'acqua =
e=20
stracci, a lavare il pavimento dal sangue. Camice verde e =
mascherina il=20
chirurgo Marco Garatti si affaccia un attimo dalla sala =
operatoria, giusto=20
il tempo che la porta si apra per farne uscire un paziente su una =
barella=20
e farne entrare un altro su un'altra barella, il chirurgo opera in =
continuazione. Sulla spalla nuda dei feriti che entrano e di =
quelli che=20
escono =E8 scritto un numero a pennarello, indica la gravit=E0 =
della ferita,=20
quindi la scala di priorit=E0 per l'intervento. Il tempo per =
decidere chi=20
deve essere operato per primo =E8 poco, ma la decisione =E8 =
importante nella=20
guerra, quella s=EC umanitaria, per strappare pi=F9 vite umane =
possibile alla=20
guerra. Le risorse, seppur usate al meglio, sono sempre molto, =
troppo=20
inferiori a quelle impegnate nelle armi, nei mezzi, nelle =
strategie di=20
morte e di distruzione. Comunque i morti, sempre che a qualcuno =
interessi=20
farne un bilancio, oggi sono, al momento due. Un numero, come =
quello=20
scritto sulla spalla dei feriti giunti all'ospedale di Emergency, =
e che,=20
forse, grazie a quel numero a pennarello scritto sulla spalla non =
sono=20
andati ad aggiungersi all'altro, al numero di chi da oggi non =E8=20
pi=F9.<BR>Sono le 20.30 ora locale il rombo dei bombardieri giunge =
di nuovo=20
cupo dal cielo notturno. </FONT></SPAN><BR></P></FONT>
<HR>
<FONT size=3D2><SPAN class=3Dtitolo3><FONT size=3D5>C'=E8 anche=20
l'oppiodotto</FONT></SPAN><BR><SPAN class=3Dsommario><FONT =
size=3D2>La guerra=20
e le nuove alleanze dei signori della droga =
</FONT></SPAN><BR><SPAN=20
class=3Dfirma><FONT size=3D2></TXFC>MAURIZIO VEGLIO *=20
</FONT></SPAN><BR></TXT><SPAN class=3Dtesto1>
<P><FONT size=3D2></FONT></SPAN><BR></ACM><SPAN class=3Dtesto1>
<P><FONT size=3D2>Immaginate un paese desolato, povero, oppresso. =
Immaginate=20
che l'unica ricchezza provenga dalla coltivazione di una pianta =
tra le=20
poche in grado di adattarsi al clima secco e arido. Una pianta =
"magica" e=20
proibita, miraggio del piacere per milioni di persone, miniera =
d'oro per i=20
signori locali e unica fonte di vita per 600mila contadini. Esiste =
una=20
valida ragione morale, economica o religiosa per vietare questa=20
coltivazione? In Afghanistan s=EC.<BR>Come si legge nel numero di =
ottobre di=20
<I>Narcomafie</I>, che presenta un esclusivo dossier dedicato al =
ruolo del=20
narcotraffico nella crisi internazionale, il 27 luglio del 2000 =
Mullah=20
Mohammed Omar, leader supremo dei Talebani, ha proibito la =
coltivazione=20
del papavero da oppio - da cui si ricava l'eroina - decretandone=20
l'incompatibilit=E0 con la religione islamica. Fino a quel momento =
dall'Afghanistan proveniva oltre il 70% dell'oppio prodotto in =
tutto il=20
mondo, che, sotto forma di tasse, garantiva circa 200 miliardi =
all'anno al=20
governo talebano. Il 90% dell'eroina smerciata in Europa proveniva =
dalla=20
lavorazione dell'oppio afghano attraverso la rotta balcanica =
(Iran,=20
Turchia e Stati balcanici singolarmente impegnati in una guerra=20
devastante) o, pi=F9 recentemente, attraverso l'Asia Centrale e la =
Russia.<BR>Abdul Hamid Akhundzada, responsabile del governo =
talebano per=20
il controllo della droga, ha dichiarato nello scorso luglio a =
Lucia=20
Vastano - v. pezzo di aperura della pagina - che negli 8.000 =
villaggi=20
coinvolti nell'economia della droga non c'=E8 pi=F9 traccia dei =
campi di=20
oppio. Anche Bernard Frahi, responsabile locale dell'agenzia delle =
Nazioni=20
unite per la lotta alla droga (Undcp), ha confermato che =
l'Afghanistan -=20
come il Pakistan - =E8 ormai un paese <I>poppy free</I>, cio=E8 =
libero dalle=20
coltivazioni di papavero. L'oppio =E8 da diversi anni la moneta =
corrente=20
afghana, buona per pagarsi un viaggio verso il Pakistan o l'Iran =
ma anche=20
per acquistare armi, rifornimenti e munizioni. E allora dove sono =
le=20
"banche", i magazzini con le scorte? Davvero le coltivazioni =
riguardano=20
esclusivamente la regione controllata dai <I>mujaheddin</I> che, =
pure, =E8=20
bene ricordarlo, non hanno mai smesso di coltivare papaveri? E=20
soprattutto: chi sta comprando le terre svendute dai contadini, =
che non=20
possono pi=F9 pagare il mutuo grazie al quale l'avevano=20
acquistata?<BR><I>Narcomafie</I> racconta la storia della guerra =
alla=20
droga in un paese violentato da un lungo, tremendo conflitto che =
dura da=20
22 anni, e che ha prodotto molte vittime, quasi 5 milioni di =
profughi e 12=20
milioni di mine ancora inesplose. Il regime autoritario e =
oscurantista dei=20
Talebani non rappresenta che l'ultima disgrazia di una storia =
tormentata e=20
purtroppo ancora lontana da una soluzione.<BR>Ma le questioni =
aperte,=20
sullo scacchiere internazionale, sono molteplici: =
<I>Narcomafie</I> dedica=20
anche una speciale attenzione all'evoluzione geopolitica in =
Tagikistan,=20
passaggio obbligato verso il mercato del futuro, la Cina. Grazie =
alla=20
posizione strategica, nel piccolo Stato centroasiatico piovono gli =
investimenti dell'Occidente, che rischiano per=F2 di finire in =
mano alla=20
mafie dominanti in questa regione off-limits. E non vanno =
trascurate la=20
contesa per il controllo del Mar Caspio, dove dovrebbe passare un=20
megaoleodotto in grado di attraversare l'Afghanistan fino =
all'Oceano=20
Indiano, e ancora le atrocit=E0 e l'eredit=E0 della guerra nella =
Cecenia=20
musulmana, anch'essa ricca di giacimenti di petrolio e gas=20
naturali.<BR>Sull'intero scenario pesa un inquietante paradosso. =
Come=20
ricorda nel suo articolo Alison Jamieson, nel corso degli anni =
Ottanta=20
Osama bin Laden e le diverse fazioni afghane ricevettero =
finanziamenti,=20
armi e anche missili Stinger dagli Stati Uniti in funzione =
antisovietica -=20
si calcola che nel 1989 l'appoggio americano abbia raggiunto i 600 =
milioni=20
di dollari. Oggi lo sceicco si =E8 rivoltato contro i sostenitori =
di un=20
tempo, che adesso appoggiano, insieme agli ex nemici russi, i=20
<I>mujaheddin</I> anche loro grandi coltivatori di papavero. Nuovi =
attori=20
e nuove alleanze, ma sullo sfondo le stesse =
vittime.<BR><I>Maurizio Veglio=20
=E8 della redazione<BR>di=20
"Narcomafie"</I><BR></FONT></SPAN><BR></P></FONT><BR><!-- FINE =
--></TD></TR></TBODY></TABLE>
<DIV> </DIV>
<DIV></FONT> </DIV></BODY></HTML>
------=_NextPart_000_0033_01C15CBF.D1EC0760--