[Lecce-sf] Fwd:[Sud Antagonista] Appello compagni di Taranto

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Author: uccio
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CC: ML precog
Subject: [Lecce-sf] Fwd:[Sud Antagonista] Appello compagni di Taranto
Vi chiediamo di dare massima diffusione e, per chi voglia sottoscriverlo, di
mandare la propria adesione a:

m.marescotti@???

cobas_stasi [cobas_stasi@???]

Comitato.di.quartiere [comitato.di.quartiere@???]


20 ottobre “il teatro dell’assurdo in scena”
Appello alla solidarietà e alla responsabilità politica

Nel mondo, oramai, si e’ evidenziato ancor di più il distacco tra chi
gestisce
le risorse della politica in maniera da lucrarci, trovando necessario
affamare
le popolazioni, bombardandole, e chi reclama a gran voce una vita fuori dal
liberismo e per una società più giusta, senza conflitti permanenti insomma,
per
essere protagonisti attivi nell’esercizio del cambiamento reale dal basso.

Proprio tutta questa categoria sociale eterogenea ha dato vita a momenti
come
quelli di Seattle, delle grandi mobilitazioni contro la guerra e di sfida
aperta
a questo processo (speriamo non irreversibile) di auto-annullamento del
genere
umano e del pianeta che lo ospita. Genova, nelle giornate del luglio 2001 è
stato un grande passaggio, un teatro all’aperto, dove in scena apparvero
trecentomila persone che reclamavano il loro spazio e lo stato italiano,
insieme
ai governanti delle “grandi potenze mondiali”, responsabile di una ferocia
scientifica. Esercitata con puntiglio e disinvoltura nelle camere di tortura
a
Bolzaneto, nell’assalto alla scuola Diaz e nell’omicidio di Carlo Giuliani e
contro tutto quello che si muoveva nello spirito di rimandare al mittente
una
busta piena di precarietà, emarginazione, malaffare e mala-sanità,
distruzione
ambientale e migliaia di vittime innocenti, barattate per nuovi assetti
geo-strategici e ruoli commerciali da ripartire.

L’enorme esproprio di democrazia che è la globalizzazione liberista
garantisce
al governo italiano l’impunità per la mattanza genovese.

Si è reso possibile tutto ciò attraverso “l’eccezione” che è diventata una
regola, un’appendice nelle aule dei tribunali, in quelle parlamentari e
quotidianamente per le strade. Parliamo di un movimento plurale ed
eterogeneo
che viene imprigionato, di zelanti pubblici ministeri, diretti dalla regia
dei
R.O.S., che trovano sano e ragionevole punire i colpevoli individuandone 25
e
accusandoli di tutto quello che è accaduto a Genova, ed altri 20, rei di
aver
voluto sovvertire il governo italiano in tutte le sue funzioni. Le
incriminazioni vanno da devastazione e saccheggio ad associazione
sovversiva,
reati per i quali sono previsti dai 7 ai 12 anni di reclusione… Parliamo di
decreti come quello anti-terrorista di Pisanu che lede direttamente le
libertà
individuali di ciascuno di noi, con il prelievo forzato della saliva, il
fermo
prolungato di polizia, l’espulsione immediata per gli immigrati e i “non
accetti”, il controllo sui dati telematici e di traffico telefonico, e
l’ampliamento di quel reato d’opinione che già ha colpito e colpisce
moltissimi
compagni: il 270-bis ovvero la sopravvissuta legge fascista del codice Rocco
(associazione sovversiva al fine di turbare l’ordinamento economico
giuridico e
politico del governo)… Parliamo dello schiacciamento dei diritti, anche di
quelli più elementari, che in piazza e nelle aule preposte sistematicamente
incontrano una risposta violenta, negligente e collusiva: lavoratori
picchiati,
precettati, licenziati; immigrati espulsi; tifosi di calcio settimanalmente
schedati ad uno ad uno; consumatori di droghe leggere e tossicodipendenti
che
saranno più facilmente incarcerati dopo l’approvazione della legge Fini in
parlamento, carcerati vessati in condizioni sempre più disumane. Muovendoci
in
questo quadro sarebbe stupido non accorgersi come questa categoria sociale
repressa sia diventata così grande laddove l’applicazione sistematica,
proprio
di quella eccezione che diventa norma, trova la sua più diffusa estensione.
È
l’agibilità politica ad essere minata, compressa e osservata in maniera
attenta
e scrupolosa.

Poiché l’attacco repressivo è così esteso servirebbe una risposta netta, sia
nelle forme che nei contenuti, altrimenti rimarremmo attoniti a subire. Una
battaglia che sia inclusiva e che veda protagoniste tutte queste categorie
sopraelencate, ricordando che il sistema carcerario-repressivo, come
Foucault
aveva bene intuito, è usato dalla classe dominante per “sorvegliare e
reprimere”
la classe dominata.

Il 20 Ottobre “il teatro dell’assurdo in scena” propone presso il tribunale
di
Taranto l’ennesimo esproprio alle lotte sociali, a quelle contro la
globalizzazione, per la difesa del diritto ad essere considerati come uomini
e
donne e non come merce di scambio. Nel maggio del 2002 contro una trentina
di
militanti di base si mosse l’assurda accusa di aver costituito
“un’associazione
sovversiva locale” che portò agli arresti domiciliari 9 di loro. Gli era
contestata la partecipazione alle mobilitazioni di Napoli e Genova durante i
summit del G8 e del Global Forum e l’attiva partecipazione al fianco dei
lavoratori per la difesa del diritto al lavoro, di aver occupato stabili in
disuso ridandoli alla collettività per un uso sociale, e la “pesantissima”
accusa di aver lanciato uova contro la prefettura in risposta ai massacri di
Genova. Accuse assurde che non trovano nessun riscontro nel nostro operato
quotidiano sempre espresso alla luce del sole senza nessun bisogno di
inopportune strumentalizzazioni e linguaggi filtrati. Quindi, schierati
all’interno delle lotte come parte integrante di un movimento che ha
prodotto
enormi mobilitazioni contro la guerra e in difesa dell’ambiente, per la
trasformazione della società, nel rispetto delle diversità sociali e
culturali
presenti in essa. In un contesto così complesso, la figura dei capri
espiatori,
in questo caso i 30 sotto accusa, funge da parafulmine e serve a comprimere
pericolosamente la fase del processo in atto sullo sterile dibattito
violenza o
non-violenza cercando di svuotare di contenuti proprio quelle enormi
mobilitazioni che ci ha visti tutti protagonisti.

L’espressione della solidarietà concreta nei confronti di questi compagni
non è
altro che l’ennesimo pezzo di responsabilità collettiva nella difesa
dell’agibilità politica e logicamente della libertà individuale degli
imputati.

Invitiamo le associazioni, i partiti e tutti coloro che si sentano colpiti
dall’ennesima aggressione alla libertà individuale e collettiva a firmare
questo
appello.

Invitiamo, inoltre, ad aderire al presidio del 20 Ottobre che si terrà
presso il
tribunale di Taranto dalle 9.30 in concomitanza con l’udienza preliminare
del
processo.


Comitato di Quartiere ‘Città Vecchia ‘ (0994716012)

Confederazione Cobas (3387043878)