Ciao tutti,
leggo con attenzione e rispetto la lettera di solidarietà nei confronti
di Gigi, e pur non conoscendolo di persona, mi sento di condividere
l’apprezzamento per il suo impegno sociale, ambientale e culturale, che
– per chi lo ha conosciuto – sembra sincero, profondo e generoso.
Proprio per questo credo valga la pena articolare un pensiero più ampio
sul contesto in cui si collocano le vicende giudiziarie che lo
riguardano, e in generale sul modo in cui interpretiamo le dinamiche
Stato/attivismo nel 2025.
1. Lo Stato e il "gioco delle parti"
Lo Stato, come istituzione, non è neutro, certo. È un campo di forze,
spesso in conflitto, dentro cui si gioca una partita complessa tra
potere, dissenso, diritto, e partecipazione. È legittimo e giusto
lottare per cambiarlo, contrastarne le derive oppressive, svelarne le
contraddizioni. Ma proprio perché lo Stato non è un monolite, ma un
sistema con regole, strumenti, contrappesi e (almeno formalmente)
diritti, dobbiamo riconoscere che in quel "gioco delle parti" ci sono
anche delle regole che vanno comprese, affrontate e – se serve –
sovvertite con lucidità, non solo con indignazione.
2. Il ruolo della magistratura
La magistratura italiana – pur con i suoi limiti – è tra le più
indipendenti al mondo. I giudici italiani non rispondono al potere
esecutivo, non sono soggetti a pressioni politiche come avviene altrove,
e godono di garanzie enormi proprio per evitare che la giustizia diventi
uno strumento di vendetta. Sono imperfetti, umani, fallibili – come lo
siamo tutti – ma in media, il livello di indipendenza e di tenuta del
sistema giudiziario italiano è tra i più alti. È difficile trovare in
altri paesi un sistema che consenta tre gradi di giudizio pieni, e un
eventuale ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Proprio perché è un sistema così garantista, credo che dovremmo evitarne
una lettura puramente binaria – “giudici buoni quando assolvono, giudici
servi del potere quando condannano” – perché alla lunga questa posizione
svuota ogni spazio di confronto razionale. Se davvero vogliamo un
diritto uguale per tutti, allora dobbiamo riconoscere che la sua
applicazione può non piacerci, ma non per questo è automaticamente
"ritorsiva".
3. Condanne, reati e responsabilità
Lottare per cause giuste è una delle cose più nobili che si possano
fare. Ma se durante quella lotta si violano delle leggi (giuste o
sbagliate che siano), è inevitabile che lo Stato – attraverso le sue
strutture – reagisca. E può farlo anche in modo duro. Non perché “odia
gli attivisti”, ma perché quella è la funzione che gli è attribuita:
mantenere un ordine, che possiamo (anzi dobbiamo) criticare e sfidare,
ma senza pensare che sia un soggetto irrazionale o puramente punitivo.
4. La sentenza e il principio di realtà
Non conosco i dettagli della sentenza, e non credo li conoscano in molti
tra noi. Ma parlare di “vendetta”, “terrorismo giudiziario”, o
“repressione becera” senza aver letto le motivazioni di primo o secondo
grado rischia di trasformare ogni condanna in un atto arbitrario per
definizione. Non è così che si costruisce uno sguardo critico sul
potere: serve rigore, documentazione, lucidità. L’emotività è
comprensibile, ma non può sostituire la realtà.
5. La complessità come valore
Infine, penso che continuare a interpretare le dinamiche Stato/movimenti
in modo puerilmente oppositivo – come se fossimo ancora negli anni ‘70 –
non aiuti nessuno. È vero, spesso a pagare il prezzo più alto sono gli
attivisti, e questa è una realtà. Ma proprio per questo servono
strumenti nuovi, una capacità di analisi più sofisticata, e un’etica
della responsabilità che ci aiuti a distinguere tra repressione e
legalità, tra ingiustizia e sconfitta.
Tutto il mio rispetto a Gigi come persona, e piena fiducia che saprà far
valere le sue ragioni nei prossimi gradi di giudizio. Ma se vogliamo
essere credibili, come movimenti, dobbiamo imparare a confrontarci con
la complessità del mondo in cui operiamo. Anche quando ci fa male.
Un saluto critico e solidale,
Z.
Il 2025-07-24 14:58 jops ha scritto:
> Solidarietà a Gigi: quando la repressione colpisce attivisti e ambiente
>
> link: https://bida.im/news/comunicato_20_07_2025/
> <https://bida.im/press.html#Terza_assemblea_istanza>
>
> Gianluigi Di Bonaventura, “Gigi”, è stato condannato a 10 mesi di
> arresti domiciliari senza poter svolgere la propria attività lavorativa
> di apicoltore [1].
>
> Conosciamo Gigi da anni, dai tempi di Indymedia Abruzzo e grazie a lui
> e all’interesse di molte compagne e compagni siamo riusciti a farci
> conoscere in Abruzzo affrontando tematiche a noi care: diritti
> digitali, autodifesa digitale e legale (con il Mutuo Soccorso) [2],
> piattaforme alternative e molto altro.
>
> Gigi lo conosciamo anche come apicoltore che collabora con moltissime
> associazioni attraverso attività didattiche volte a sensibilizzare
> tematiche legate alla natura e l’ambiente [3].
>
> Siamo esterrefatti da quanto è accaduto. Crediamo che la pena inflitta
> non abbia niente a che fare con la “pericolosità sociale” decantata dai
> giudici. Quello che vuole essere colpito è il suo attivismo sociale,
> politico e culturale, importantissimo per le lotte in Abruzzo.
>
> Lotte per la casa, per il lavoro e per la giustizia climatica. Non a
> caso questo procedimento è frutto della sacrosanta lotta contro i
> progetti di gasdotti SNAM, dalla dannosissima ricaduta ambientale sul
> territorio.
>
> Troviamo assolutamente ingiusta la pena inflitta e crediamo si tratti
> di una ritorsione dettata dalla vendetta, un uso terroristico della
> pena che non ha nulla a che vedere con il “diritto”.
>
> È una forma di becera repressione che, colpendo sia la persona che le
> api, rischia di causare persino un danno ambientale. Per questo
> vogliamo manifestare tutto il nostro sdegno.
>
> Come collettivo Bida e HacklabBo esprimiamo la nostra solidarietà e
> vicinanza a Gigi.
>
>
> [1]
> https://soccorsorossoproletario.noblogs.org/post/2025/07/05/liberta-per-gigi-la-solidarieta-non-si-arresta/
> [2] https://mutuosoccorso.noblogs.org/
> [3]
> https://www.cityrumorsabruzzo.it/teramo/presentato-a-torre-cerrano-lapiario-realizzato-da-dimensione-volontario-con-lamp-foto.html
>
>
> /~ *Collettivo BIDA* / ~
>
> https://bida.im