Re: [Aisa.circuli] valutazione della ricerca ed editoria sc…

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Autor: Maria Chiara Pievatolo
Data:  
A: aisa.circuli
Assumpte: Re: [Aisa.circuli] valutazione della ricerca ed editoria scientifica (e ritorno)
On 3/29/25 07:11, Paola Galimberti via Aisa.circuli wrote:
> Buongiorno a tutti e tutte,
> in questo breve post segnalo un interessante  contributo di Ludo Waltman
> a cui aggiungo un paio di ulteriori riflessioni sul tema della
> valutazione della ricerca ed editoria scientifica
> https://openscience.unimi.it/la-riforma-della-valutazione-della-ricerca-
> non-puo-avvenire-senza-una-riforma-delleditoria-scientifica-e-viceversa/
> <https://openscience.unimi.it/la-riforma-della-valutazione-della-
> ricerca-non-puo-avvenire-senza-una-riforma-delleditoria-scientifica-e-
> viceversa/>



Il commento di Paola Galimberti è molto più bello del contributo di Ludo
Waltman, soprattutto per gli ultimi tre capoversi.

Waltman - e non me ne stupisco, visto il suo curriculum - usa il tipico
linguaggio impersonale dei tecnocrati della valutazione e parla di
schizofrenia come se il sistema della ricerca istituzionale fosse un
unico individuo padrone di sé. Invece Paola negli ultimi tre capoversi
associa la schizofrenia all'agenzia governativa italiana per la
valutazione di stato, che firma COARA e continua a fare liste di riviste
(che oltre tutto non includono Open Research Europe perché una rivista,
per essere scientifica, deve uscire in fascicoli) e a Clarivate
Analytics che esclude eLife.

Se ci si chiede (come Waltman non fa) "Chi valuta? Chi ha titolo a
farlo?", ci si rende conto che né l'agenzia italiana né l'ex ISI, prese
isolatamente, sono schizofreniche, ma perseguono coerentemente il loro
interesse al potere o alle rendite: compiendo valutazioni di massa hanno
bisogno di chiudere le pubblicazioni in gabbie valutative modellate
sugli oligopoli dell'editoria scientifica commerciale. Trattare la
valutazione come se fosse una questione di amministrazione efficiente e
coerente e non invece una questione di potere nasconde la parte
fondamentale del problema - come del resto nello stile dell'Unione
Elusiva di cui parlavo qui
(https://btfp.sp.unipi.it/en/2025/01/research-quality-a-technocratic-issue-or-a-research-problem/)
che sempre preferisce armarsi di improbabili kit di resilienza invece di
affrontare i propri limiti strutturali.

A presto,
MCP