[nuovopci] Assemblee 'Mandiamoli tutti a casa' e'Il crollo d…

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Aihe: [nuovopci] Assemblee 'Mandiamoli tutti a casa' e'Il crollo dell’illusione euroatlantica'
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(nuovo)Partito comunista italiano

    Comitato Centrale
                        Sito: www.nuovopci.it [2]
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_Avviso ai naviganti_ 154 - 25 marzo 2025

_[Scaricate il testo del comunicato in Open Office [5] / Word [6]]_

Ai promotori e ai partecipanti dell'assemblea "Mandiamoli tutti a casa
[7]" organizzata da Ottolina TV (Roma, 29 marzo ore 15, Nuovo Cinema
Aquila)

Ai promotori e ai partecipanti dell'assemblea "Il crollo dell'illusione
euroatlantica [8]" organizzata da Rete dei Comunisti (Roma, 29 marzo ore
10, Nuovo Cinema Aquila)

Costruire il Fronte delle forze anti Larghe Intese!

(estratto da _La Voce_ n. 77 [9] - luglio 2024)

Nel nostro paese la mobilitazione delle masse popolari coinvolge un
numero crescente di classi e settori ma è ancora frammentata in mille
rivoli e organismi, si sviluppa su numerosi fronti che però marciano
ancora divisi; è un insieme caotico e contraddittorio di lotte, di
azioni collettive (cioè di gruppi) e individuali, di sentimenti e di
idee in cui convivono, si scontrano e si succedono speranza e
disperazione, idealismo e abbrutimento, solidarietà e aggressione,
rivolta e rassegnazione. Promotori e dirigenti di questa mobilitazione
sono partiti e organizzazioni del movimento comunista cosciente e
organizzato, sindacati di base e sinistra della CGIL, associazioni,
comitati e reti, sinceri democratici della società civile e delle
amministrazioni locali, schierati contro le Larghe Intese (LI), contro
le politiche guerrafondaie della NATO, i vincoli di austerità dell'UE,
il sostegno allo Stato sionista d'Israele e contro le misure
antipopolari, reazionarie e repressive del governo Meloni: alcuni di
lunga data e altri di formazione più recente, ognuno ha un certo seguito
e una certa influenza tra le masse. Il coordinamento, l'unione di questi
partiti, sindacati, associazioni, comitati, reti e singoli in un Fronte
anti Larghe Intese è il passo necessario, qui e ora, per far fare un
salto politico e organizzativo alla lotta contro il governo Meloni. In
passato lo abbiamo chiamato Comitato di Salvezza Nazionale o Comitato di
Liberazione Nazionale, ma la cosa importante non è il nome. La cosa
importante è che sia un organismo che _raccoglie stabilmente_ dirigenti
ed esponenti delle forze anti Larghe Intese e _opera con continuità_ per


■ diffondere, organizzare e promuovere l'orientamento e la mobilitazione
non solo contro la guerra, l'economia di guerra e il governo della
guerra, ma anche per lavoro, istruzione, assistenza sanitaria e servizi
pubblici per tutti, per un lavoro dignitoso quanto a condizioni di
lavoro e salariali, per tenere aperte le aziende che padroni e
speculatori vogliono chiudere, per pensioni eque e assistenza a ogni
persona anziana, per fermare o convertire le produzioni che alimentano
la devastazione ambientale e il riscaldamento climatico e trasformare il
sistema produttivo, i consumi e le abitudini di vita in modo conforme
alla conservazione e al miglioramento dell'ambiente, ecc.;

■ lanciare e condurre campagne comuni, che ogni organizzazione aderente
sviluppa in modi e in forme conformi alle proprie caratteristiche, così
da sostenere e potenziare quanto già ognuna di esse fa e valorizzare le
iniziative di lotta e gli insegnamenti di altri organismi e movimenti,
mettendole in connessione, rafforzando in ognuna la coscienza della
propria importanza, delle proprie possibilità e della propria forza,
dando modo a ogni organizzazione di imparare e insegnare alle altre, di
sostenersi a vicenda, di mettere in comune conoscenze, esperienze e
strumenti di lotta;

■ promuovere la nascita di nuovi organismi di lavoratori, territoriali e
tematici e il loro coordinamento;

■ organizzare, promuovere e sostenere ogni forma di lotta: proteste
sotto i palazzi del potere, scioperi e manifestazioni di piazza, appelli
e referendum, irruzione nelle campagne elettorali, ma anche
disobbedienza di massa, non pagamento di bollette e tasse, gestione
democratica, partecipata e collettiva di parti crescenti della vita
associata, appropriazione collettiva dei beni e dei servizi necessari a
una vita dignitosa ("spese proletarie"). Ogni forma di protesta e di
lotta contro la guerra e il peggioramento delle condizioni delle masse
popolari è giusta e legittima, l'unico criterio è avere la forza per
farla. Per "bloccare tutto", "occupare", "assediare i palazzi del
potere" occorre un centro promotore che combina le diverse anime della
mobilitazione, quella pacifica, quella "indignata" e quella militante,
in funzione dell'obiettivo comune.

Due concezioni oggi ostacolano la costruzione del Fronte delle forze
anti Larghe Intese.

1. Una è la tesi che prima bisogna costruire il partito comunista e poi
è possibile costruire il fronte, diffusa tra esponenti e gruppi
promotori dell'unità dei comunisti e della ricostruzione del partito
comunista (area Resistenza Popolare e Movimento per la Rinascita
Comunista in primis). È vero, come obiettano alcuni di questi compagni
alla nostra proposta del fronte anti Larghe Intese, che Lenin insegnava
che "prima di unirsi e per unirsi, è necessario innanzitutto definirsi
risolutamente e nettamente" (_Due tattiche della socialdemocrazia nella
rivoluzione democratica_, in _Opere complete_, Editori Riuniti 1960 vol.
9). Ma dire che oggi i comunisti ovunque collocati devono promuovere e
partecipare al Fronte delle forze anti Larghe Intese non rinnega questo
insegnamento di Lenin, tutt'altro. Lenin si riferiva all'unità dei
comunisti in partito, non all'unità di tutte le forze mobilitabili nella
lotta contro il nemico

Promozione del fronte, promozione dell'unità dei comunisti e
ricostruzione del partito comunista sono tre processi che i comunisti
devono invece promuovere contemporaneamente (sono dialetticamente
connessi), dando priorità all'uno o all'altro a seconda delle
circostanze in cui operano e delle masse a cui si rivolgono.

Dobbiamo distinguere tra unità d'azione per promuovere la lotta dei
lavoratori (in cui il metodo principale rispetto ai lavoratori è la
linea di massa e tra i comunisti è la politica da fronte: iniziative
comuni in ogni caso in cui è possibile, dibattito franco e aperto,
solidarietà contro la repressione) e unità dei comunisti per costituire
il partito (in cui il metodo principale è la lotta ideologica con al
centro il bilancio del movimento comunista). Nella situazione attuale,
la costituzione del Fronte delle forze anti Larghe Intese alimenta anche
la costruzione del partito comunista e l'unità dei comunisti:
costituisce un ambito in cui i partiti e le organizzazioni del movimento
comunista sviluppano l'unità d'azione nella mobilitazione delle masse,
il dibattito franco e aperto su questioni ideologiche e politiche
(bilancio dell'esperienza, concezione del mondo, analisi del corso delle
cose, strategia), la solidarietà di classe.

2. L'altra è la tesi della "passivizzazione delle masse", diffusa tra
organismi promotori dell'opposizione al governo Meloni, in particolare
nell'area di Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, USB. Quest'area ha
organizzato molte delle mobilitazioni studentesche in sostegno della
resistenza palestinese che hanno attraversato il paese e la
manifestazione nazionale del 1° giugno a Roma 2024 "contro il governo
Meloni, reazionario, padronale e guerrafondaio per una vera
alternativa", a cui hanno aderito circa 60 organismi e partecipato
alcune migliaia di persone. Nel bilancio di questa manifestazione,
Potere al Popolo scrive che la "passivizzazione delle masse prodotta da
anni di dispositivi neoliberali e di tradimenti, prima del
centrosinistra, poi del populismo grillino, oltreché effetto della
pandemia, è un problema anche per noi che ambiamo a suscitare un
processo di radicale trasformazione con e per la maggioranza che produce
realmente la ricchezza in questo paese. Senza porsi nell'ottica di
rispondere a questo stato di passività, è difficile produrre quello
scatto in grado di sconfiggere l'attuale governo. Il tentativo della
manifestazione di sabato, riuscitissimo, era dunque quello di mostrare
alla società italiana che esiste una vera opposizione, che al di fuori
delle forze politiche screditate impegnate nelle elezioni europee
esistono riferimenti (politici, giovanili, sindacali) chiari e definiti
e che è dunque possibile uscire dall'isolamento e dalla rassegnazione:
non siete soli, non siamo soli, si può reagire alla barbarie, ai salari
da fame e a un genocidio in corso. Ora è il momento di dare continuità a
questo processo, di continuare a mobilitarsi in primis contro la
complicità con il genocidio in Palestina, e contemporaneamente di
rafforzarci dal punto di vista organizzativo (…). Non è il momento della
rassegnazione e della passività, e la manifestazione di sabato lo ha
dimostrato. Come scriveva il grande scrittore e dirigente palestinese
Ghassan Kanafani: 'ti spetta qualcosa in questo mondo perciò alzati'!"

La scarsa combattività delle masse è un segnale per i dirigenti, deve
essere per i dirigenti un motivo di autocritica e di bilancio della
propria attività, deve spingere quelli di avanguardia a unirsi su una
linea e in un'organizzazione per poter dirigere le masse in modo da
crescere e vincere partendo dal livello a cui esse sono. Le masse
diventano più combattive man mano che si rendono conto per esperienza
diretta di avere un centro che le mobilita con una linea che le porta a
vincere. Ne abbiamo avute ripetute dimostrazioni nella storia del nostro
paese. Così come abbiamo visto più volte mobilitazioni di massa diffuse
e combattive rifluire perché i dirigenti (organismi e individui) che
avevano non sono stati capaci di indicare una linea giusta, di
organizzarle e dirigerle in modo da vincere, di elaborare piani
realistici e buoni, non hanno saputo convogliare e organizzare la
protesta e la volontà di lotta delle masse intorno a un obiettivo
comune, non hanno saputo sfruttare i successi ottenuti per rilanciare la
lotta a un livello superiore.

Le masse popolari sono tutte per i loro interessi opposte alla borghesia
imperialista e al suo clero, ma sono composte da milioni di individui e
da migliaia di gruppi che hanno anche interessi particolari e diversi
livelli di coscienza. Tra di esse c'è una parte avanzata e una parte che
è arretrata: passiva, indifferente, persino abbrutita. Non potrebbe
essere altrimenti dopo che per anni sotto la guida della sinistra
borghese gli operai e le altre classi delle masse popolari hanno subito
una sconfitta dopo l'altra. Le sconfitte hanno demoralizzato molti e i
meglio messi economicamente, i più arretrati, i più abbrutiti, i
disperati sperano di salvarsi al seguito della destra borghese, sperano
di uscire dal marasma attuale con le soluzioni che la destra propone e
attua. Allo stesso tempo c'è una parte avanzata, quella che è già attiva
contro la guerra, gli effetti della crisi, le pretese dei padroni e le
misure del governo, quella che in misura più o meno ampia è influenzata
dai sentimenti, dalle concezioni e dall'esperienza organizzativa che la
prima ondata della rivoluzione proletaria ha generato, diffuso o
alimentato, quella che è convinta del buon diritto delle masse popolari
di cambiare l'ordinamento della società dato che esso non corrisponde ai
loro bisogni e ai loro interessi, quella che ha già oggi la generosità
per affrontare i problemi del momento e l'intelligenza per capire cosa
bisogna fare.

È coalizzando la parte avanzata e mobilitandola in una lotta efficace
contro il governo Meloni che susciteremo, nella parte delle masse che
oggi è rassegnata e passiva, in alcuni la speranza e in altri la fiducia
che è possibile cambiare le cose e conquisteremo anche parte di chi ha
dato credito alle promesse di Meloni & C. e sta verificando per
esperienza diretta con che esito.

La costruzione del Fronte anti Larghe Intese non parte da zero, da più
parti ne viene indicata la necessità e ci sono varie esperienze a cui
attingere, a conferma che è un passo necessario ieri come oggi e oggi
più di ieri.

L'esperienza principale per numero di partecipanti, per mobilitazioni
che ha organizzato, per continuità d'azione e per radicamento
territoriale è quella del Coordinamento No Debito. Costituito nel 2011
contro le manovre lacrime e sangue del governo Monti, era composto da
varie organizzazioni politiche (Rete dei Comunisti, PRC, PCL, P.CARC e
altri), sindacali (USB, COBAS, esponenti della FIOM e della sinistra
CGIL), reti e organismi popolari (movimento NO TAV, centri sociali),
esponenti progressisti della società civile e di fatto ha operato fino
al 2017, pur con denominazioni diverse: Coordinamento No Debito
(2011-2012), Coordinamento No Monti (2012-2013), Coordinamento per il
Controsemestre Popolare (2014), Piattaforma Sociale Eurostop
(2015-2017).

Questo percorso mostra che è possibile costruire un Fronte di forze anti
Larghe Intese e allo stesso tempo indica il passo avanti che esso deve
fare per non esaurirsi come avvenuto per le esperienze passate.
Nonostante il dichiarato obiettivo di "costruire l'alternativa al
governo Monti", infatti, il Coordinamento No Debito e successivi non
sono andati oltre l'opposizione al governo Monti e a quelli successivi.
Non basta impedire alla borghesia di fare, non basta opporsi alla
borghesia che cerca di uscire dalla crisi alla sua maniera: con la
sopraffazione sui lavoratori e sugli immigrati e con la guerra
all'esterno, in una parola con la mobilitazione reazionaria delle masse
popolari. Opporsi è necessario, ma serve solo a ritardare l'opera
criminale della borghesia. Se ci si oppone e basta, prima o poi le cose
vanno nel verso in cui la borghesia le spinge. L'opposizione deve avere
una prospettiva, occorre indicare e promuovere, preparare e organizzare
una via d'uscita favorevole alle masse popolari, dare uno sbocco
politico comune a ogni lotta. Questo sbocco è cacciare il governo Meloni
e sostituirlo con un governo di emergenza che pone fine alla
partecipazione dell'Italia alle guerre USA-NATO, al sostegno ai sionisti
di Israele, alla corsa al riarmo, all'ubbidienza alle imposizioni della
UE e mette a punto e rende da subito operative misure atte a dare
sollievo almeno ai più gravi dei mali di cui soffrono le masse popolari
e ad alleviare la crisi ambientale. Fare di ogni mobilitazione e di ogni
lotta le componenti di un movimento generale per cacciare il governo
Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza che agisce al servizio
delle masse popolari organizzate è oggi il compito che sta davanti al
Fronte anti Larghe Intese, è il compito dei comunisti e di quanti
vogliono farla finita con il governo Meloni e i suoi padrini.

Il mondo della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, UE e
sionisti, dei padroni, del Vaticano, dei ricchi e dei loro professori e
generali è sottosopra, ma i suoi miasmi e crimini continueranno finché i
lavoratori e le masse popolari organizzate non toglieranno loro il
potere e costruiranno un nuovo e superiore ordinamento economico e
sociale, il socialismo. Con la costituzione del Governo di Blocco
Popolare faremo anche un passo avanti nella rivoluzione socialista,
nella rinascita del movimento comunista, cioè di quel tessuto di
organizzazioni che hanno assicurato i progressi che anche le masse
popolari nel nostro paese hanno compiuto nel corso della prima ondata
della rivoluzione proletaria, in particolare dopo la vittoria della
Resistenza contro il nazifascismo.

***

Rompere con la prassi di declamare parole d'ordine giuste ("fuori
l'Italia dalla NATO e fuori la NATO dall'Italia", "rompiamo la gabbia
dell'UE e dell'euro", "finirla con la sottomissione politica, economica
e militare agli USA per affermare la sovranità nazionale", ecc.), ma non
sorrette e orientate da un piano d'azione per organizzare e mobilitare
chi ha l'interesse e la forza per attuarle!

Rompere con la prassi di elaborare e illustrare misure che farebbero
andare meglio le cose se la borghesia le prendesse in alternativa alle
misure che essa di fatto prende (perché conformi alla sua natura) o
addirittura a chiedere a governi come quello presieduto da Meloni di
cambiare rotta, di essere più generosi con i lavoratori le cui aziende
delocalizzano, più clementi verso i migranti e più coscienziosi nello
sperpero di denaro pubblico per le missioni militari all'estero, per la
guerra in Ucraina e per il sostegno allo Stato sionista di Israele,
anziché dedicarsi a rafforzare la resistenza che già spontaneamente le
masse popolari oppongono all'attuazione di quelle misure!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghesi,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html [3]], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html [3]].

Per difendersi dalla repressione e controllo dello Stato è necessario
attrezzarsi!
Uno degli strumenti più avanzati per difendersi su Internet è TAILS

ISTRUZIONI E CONSIGLI PER L’USO DI TAILS [10] [10]



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[1] https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2025/indcom25.html
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[4] https://nuovopci.it/voce/voce78/La_Voce_78.pdf
[5]
https://www.nuovopci.it/dfa/2025/154/Avv_nav_154_Assemblee-Mandiamoli_tutti_acasa-e-Crollo_illusione_euroatlantica.odt
[6]
https://www.nuovopci.it/dfa/2025/154/Avv_nav_154_Assemblee-Mandiamoli_tutti_acasa-e-Crollo_illusione_euroatlantica.doc
[7]
https://ottolinatv.it/2025/03/05/ne-trump-ne-bruxelles-mandiamoli-tuttiacasa/
[8]
https://www.retedeicomunisti.net/2025/03/23/29-03-roma-il-crollo-dellillusione-euroatlantica/
[9] https://nuovopci.it/voce/voce77/fronteantiLI.html
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