Salve.
Segnalo alcune reazioni al nostro comunicato sull'articolo 31 del ddl
sicurezza.
1.
https://www.open.online/2025/01/13/ddl-sicurezza-universita-scontro-norma-servizi-segreti/
2.
https://infosannio.com/2025/01/13/gli-atenei-vanno-a-braccetto-con-i-servizi-orwell-e-servito/
(articolo di Tomaso Montanari sul "Fatto quotidiano")
Sia Tomaso Montanari (2), che lo critica, sia i politici proponenti che
difendono l'articolo 31 (1) lo interpretano, diversamente da noi, in
senso restrittivo, come se le università e gli enti di ricerca non
fossero amministrazioni pubbliche e quindi non avessero un obbligo
bensì, come nella norma vigente, una semplice facoltà di collaborare con
i servizi segreti.
Se questa interpretazione fosse corretta, però, non si vedrebbe perché
ostinarsi a far approvare un articolo che non cambia nulla rispetto allo
status quo ante pur essendo così ambigua da suscitare "allarmismi
ingiustificati".
Infine, il molto citato mantra europeo sulla scienza aperta, "aperta
quanto più possibile, ma chiusa quanto necessario" richiamato in (1)
mostra, qui, il suo carattere elusivo. Chi stabilisce quando aprire e a
chi aprire, e quando chiudere?
Buonanotte e buona fortuna,
MCP
--
Maria Chiara Pievatolo
Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
+39 050 2212479
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