[nuovopci] Rendere pubbliche informazioni sulle strutture mi…

Delete this message

Reply to this message
Autor: Delegazione del (nuovo)PCI
Data:  
A: Npci Inter
Assumpte: [nuovopci] Rendere pubbliche informazioni sulle strutture militari USA-NATO presenti in Italia!
         [1]
(nuovo)Partito comunista italiano

    Comitato Centrale
                        Sito: www.nuovopci.it [2]
                        e.mail: nuovopci@???


    Delegazione
    BP3  4, rue Lénine   93451 L'Île St Denis (Francia)
                        e.mail: delegazione.npci@???


      Contattaci in modo sicuro [3]


    Facebook: Nuovo - Partito comunista italiano 


_ [4] _

-------------------------

Comunicato CC 26/2024 - 12 novembre 2024

_[Scaricate il testo del comunicato in Open Office [5] / Word [6]]_

Lottare per mettere fine alla partecipazione del nostro paese alla Terza
guerra mondiale promossa dai gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti e
UE!

Rendere pubbliche informazioni sulle strutture militari USA-NATO
presenti in Italia!

Il nostro paese è sempre più coinvolto nella Terza guerra mondiale.
Dalla spesa militare inserita nella prossima legge di bilancio che farà
salire il bilancio del Ministero della Difesa da 28 a 32 miliardi di
euro, alla commessa di 20 miliardi di euro affidata alla _joint venture_
(associazione temporanea di imprese) tra l'italiana Leonardo e la
tedesca Rheinmetall per la costruzione di carri armati, il governo
Meloni amplia la partecipazione del nostro paese alla Terza guerra
mondiale promossa dai gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti e UE. È
quello che conferma anche il Ministro della Difesa Crosetto, ossia che
"l'aumento delle spese militari è necessario perché il nostro Paese non
è preparato alla guerra" e che fa il paio con le dichiarazioni del
Generale Carmine Masiello (che il governo Meloni lo scorso 15 febbraio
ha nominato capo di stato maggiore dell'Esercito italiano): in un
recente discorso affermava che "l'esercito non è fatto per vivere nella
burocrazia, ma per prepararsi alla guerra".

Sempre più esplicitamente i vertici della Repubblica Pontificia sono
costretti a dichiarare apertamente che siamo in guerra e che è
inevitabile l'impegno più ampio del nostro paese nella guerra in corso.

Per i gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti ed europei la guerra è
indispensabile per mantenere il loro dominio sull'umanità e alcuni di
loro con la produzione militare accumulano anche enormi profitti.

Ma la maggiore subordinazione agli imperialisti USA, quindi il maggiore
coinvolgimento nelle loro guerre e la complicità con i sionisti
d'Israele contrappongono sempre più il governo Meloni alle masse
popolari italiane. Allargano il numero di persone che scendono in piazza
o comunque sono indignate e preoccupate, rafforzano la lotta degli
organismi già attivi contro la guerra, contro le basi USA e NATO e
solidali con la resistenza palestinese, mettono in discussione prassi
correnti che prima erano più o meno "pacifiche", come gli accordi di
collaborazione tra università italiane e università, aziende ed enti
sionisti.

Denunciare capillarmente con articoli di giornale, scritte murali,
locandine e volantini, attraverso i social network ogni base militare,
agenzia e installazione NATO e USA presente sul nostro territorio
rafforza la lotta di tutti gli organismi attivi contro la Terza guerra
mondiale.

Per questi motivi pubblichiamo la relazione che un lettore della nostra
propaganda ci ha mandato sull'oleodotto NIPS (Northern Italy Pipeline
System) della Rete NATO POL (Petroleum Oil Lubricant). La sua relazione
fornisce anche utili istruzioni su come realizzare ricerche simili e
smascherare installazioni che vengono utilizzate a scopi militari.

La relazione mette in evidenza anche che ogni struttura ad uso militare,
in particolar modo quelle di collegamento e che forniscono anche servizi
civili, ha bisogno di rispettare una serie di criteri e accorgimenti che
allo stesso tempo diventano segni di riconoscimento della sua esistenza.


Il nostro paese è disseminato di installazioni militari, basi, poligoni,
comandi, infrastrutture a uso militare o a "doppio uso" (civile e
militare) riconducibili alle attività della NATO e possibile bersaglio
nella guerra in corso. Conoscerle e rendere pubblica la loro esistenza
vuol dire fornire a tutti gli organismi operai e popolari informazioni
utili per lottare contro la sottomissione del nostro paese alla Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti e UE!

La presenza di una struttura militare USA-NATO deve risaltare in ogni
località!

Spezzare il velo di segreto sulle installazioni e opere militari
presenti nel paese a uso dei gruppi imperialisti USA-NATO!

La denuncia pubblica delle loro attività è un primo fondamentale passo
per organizzarsi e dare uno sbocco concreto alla lotta contro la NATO!

----

Dove passa l'oleodotto NIPS (Northern Italy Pipeline System) della Rete
NATO POL (Petroleum Oil Lubricant) e come trovarlo

Salve compagni,

vi scrivo perché avete più volte esortato i vostri collaboratori,
simpatizzanti e lettori a segnalare strutture della NATO o simili
presenti sul territorio italiano e quindi vorrei con questa lettera fare
ciò che chiedete e illustrare anche il metodo con cui ho fatto questa
mia ricerca, in modo che sia d'esempio anche per altri che vogliono fare
azioni simili.

La struttura su cui ho trovato informazioni è l'oleodotto NIPS della
Rete NATO POL.

Per prima cosa ho trovato, cercando su Internet, diverse notizie in
merito all'oleodotto. In particolare, uno studio del Politecnico di
Torino (qui [7]) trovato in rete molto interessante che contiene un
sacco di dati. La funzione dell'oleodotto è quella di essere una fonte
di approvvigionamento continua e costante per fornire carburante ai
velivoli nei principali aeroporti del nord-est del paese, partendo dal
mare occidentale "più sicuro" fino appunto agli aeroporti militari del
nord-est (dove da sempre stazionano militarmente gli statunitensi),
ovvero storicamente nei territori esposti in prima linea durante la
guerra fredda, quando il confine del blocco occidentale era a Trieste.
Oggi il confine si è spostato molto più lontano, in Ucraina, ma la
posizione dell'oleodotto è comunque funzionale perché il "nemico" è
nella stessa direzione. In questo studio viene disegnato un tracciato di
massima dell'oleodotto e vengono indicati alcuni comuni che attraversa:
grazie a queste informazioni ho capito dove passa a grandi linee e dove
cercare.

La partenza dell'oleodotto è sita nel Porto di La Spezia dove è presente
un terminale navale di attracco alla rete presso uno dei moli (è
possibile però che le navi attracchino a largo come avviene per i
rigassificatori, e che ci siano tubature subacquee, quindi senza un
attracco diretto al molo anche per ragioni di sicurezza). Dal punto
iniziale nel molo il tubo finisce in primo luogo al deposito di
stoccaggio sito a Vezzano Ligure (SP), per poi passare al secondo
deposito di Pontremoli (ancora non trovato sulla mappa) dove si stocca
il carburante prima del passo appenninico (non è da escludere che ci
siano vecchie gallerie nascoste da qualche parte sotto il cosiddetto
passo della Cisa), fino ad arrivare al deposito principale di Collecchio
(PR) subito dopo le montagne, dove l'oleodotto arrivato in pianura si
divide in tre direzioni. Un altro deposito trovato è quello fuori
dall'Aeroporto Militare di Ghedi (BS).

Questi sono i depositi di carburante che ho trovato, ma non è da
escludere che all'esterno di ogni aeroporto militare ce ne sia uno dove
si stocca il carburante in una zona "sicura" esterna al perimetro
dell'aeroporto, forse affinché non venga preso di mira assieme
all'aeroporto in caso di attacco militare, cosa che farebbe saltare
tutto in aria.

Questi depositi sono identificabili dal satellite attraverso Internet
(mi manca solo quello di Pontremoli e altri eventuali esterni ad ogni
aeroporto). Infatti le cisterne, anche se interrate e per quanto
nascoste alla vista, presentano comunque una forma circolare del terreno
che le ricoprono se viste dall'alto, e devono essere tenute a debita
distanza dagli alberi e più in generale dalla vegetazione spontanea, le
cui radici potrebbero rovinare le strutture, cosa che li rende dall'alto
piuttosto visibili.

In particolare dal deposito principale di Collecchio l'oleodotto si
divide in 3 tronconi: il principale continua dritto in direzione
nord-est fino a Ghedi per poi proseguire fino a Vicenza e ad Aviano
(PN), servendo tutti i principali Aeroporti militari e probabilmente
anche i civili più importanti lungo questa linea. Questo è sicuramente
il troncone principale e strategico in quanto punta a servire le più
grosse basi USA e NATO del nord-est, dove sono stoccate anche la
maggioranza delle testate nucleari presenti in Italia. Risulta quindi il
tratto fondamentale su cui insistere nell'approfondimento della ricerca.


Gli altri due tronconi, sicuramente meno rilevanti ma comunque
strategici, seguono parallelamente la via Emilia: da Collecchio fino
all'Aeroporto Militare di San Damiano (PC) correndo a sud della via
Emilia in una linea mediana tra la via Emilia e la Pedemontana (è da
capire se è ancora attivo e se in funzione siccome l'aeroporto non è più
cosi strategico dal punto di vista militare); mentre da Collecchio a
Bologna correndo sempre a sud della via Emilia in una linea mediana tra
la via Emilia e la Pedemontana fino a Bologna, probabilmente passando
dalla città e dall'aeroporto di Bologna e poi si inoltra verso la
Romagna ma stavolta passando a nord dell'autostrada A14, fino
all'Aeroporto Militare di Cervia (RA).

Il tratto di Bologna è sicuramente uno dei pochi urbani (perché la
maggior parte del percorso si svolge in campagna) e sarebbe interessante
capire quale punto attraversa precisamente nella città di Bologna,
perché di sicuro attraversa zone civili e residenziali, che in caso di
guerra diventerebbero sicuramente obiettivi militari, vista la
strategicità dell'oleodotto dal punto di vista anche della difesa aerea.


Nel tratto oltre all'aeroporto di Cervia (RA) l'oleodotto arriva fino
all'Aeroporto di Rimini, siccome fino agli anni '90 li era presente una
squadriglia di caccia bombardieri NATO armati di missili nucleari.

Dopo aver capito la struttura generale della rete, ho effettuato
ulteriori ricerche su Internet e ho affinato la ricerca. Anche se certe
informazioni di natura militare non vengono divulgate in maniera
trasparente nelle mappe dei piani regolatori, non si può segretare una
eventuale fascia edilizia di rispetto delle aree edificabili, dove si
deve per forza dire ai costruttori di non costruire in quel punto.
Quindi proseguendo nella ricerca, in una cartina geografica trovata
sempre online era presente un punto sulla mappa che recitava in chiaro
"spia militare", segno che ci sono cartelli identificativi del
tracciato.

A quel punto ho effettuato una trasferta in auto, nonostante i molti
chilometri e lo spostamento di regione, per fare un sopralluogo nel
punto indicato. Arrivato sul luogo ho trovato, precisamente nel punto
indicato, il cartello specifico per segnalare la presenza dell'oleodotto
(ogni tot metri a quanto pare ce ne è uno), che serve appunto ad
avvisare che non si deve scavare o costruire in alcun modo lungo tutta
quella linea. Trovato il primo cartello è stato un gioco da ragazzi
trovare gli altri (è bastato unire i puntini sulla mappa).

I cartelli si presentano fissati su un tubo metallico di circa 2 metri
di altezza e di circa 8-10 cm di diametro, con un cartello fissato a
"bandiera" sull'asta e di colore bianco. Spesso ho trovato questi
cartelli rovinati, quasi come se fossero stati grattati oppure come se
le intemperie del tempo avessero rovinato le scritte ormai quasi
illeggibili. Ma ne ho trovati alcuni in perfetto stato, forse perché
ricollocati in tempi più recenti o non ancora manomessi.

Il cartello tipicamente recita le seguenti scritte:

_Sul lato A:_

_cartello n° XXX_

_AMMINISTRAZIONE DELLO STATO_

_E' fatto divieto di: _

    * 


_deteriorare, asportare, e/o spostare la presente segnaletica Art. 437
C.P. - Art. 673 C.P._ 
    * 


_effettuare escavazioni e/o arature oltre 50 cm. di profondità nella
fascia di m 2 così come indicato dal presente cartello _ 
    * 


_in caso di emergenza telefonare al n° 0521/994534 o al n° 0521/805222_

I numeri di telefoni segnalati nel cartello, hanno il prefisso
telefonico di Parma e guarda caso, sia la società privata che gestisce
l'oleodotto, sia il centro di comando Nato hanno sede a Parma, ad
ulteriore conferma di aver trovato la cosa giusta.

_Sul lato B:_

_In alto al centro è stampato:_

_un simbolo triangolare di pericolo di tipo infiammabile_

_con due frecce ai lati che indicano 1m di distanza ai lati_

_La sottostante scritta recita:_

_CONDOTTA INTERRATA _

_DIVIETO DI ARATURA ED ESCAVAZIONE _

_OLTRE 50 cm DI PROFONDITÀ _

Nelle vicinanze del cartello, a volte anche a diversi metri di distanza,
sono spesso presenti i classici sfiatatoi di superficie che regolano la
pressione interna del tubo, ma in questo caso non è un segno di
riconoscimento in quanto gli stessi sfiatatoi o simili sono presenti per
ogni infrastruttura di questo tipo (metanodotti, acquedotti, ecc.),
quindi l'invito è a non farsi confondere da questi ma di concentrarsi
sul cartello bianco che differisce dagli altri cartelli segnalatori
rispetto ai gasdotti, acquedotti, eccetera.

L'oleodotto sembra quindi essere sempre interrato e segnalato da
appositi cartelli, quindi in teoria non è mai visibile ad occhio nudo:
rimane da capire come attraversa i grandi fiumi, dove non è cosi facile
farlo passare sotto al letto del fiume, in questi casi mi viene da dire
potrebbero esserci tubi in vista vicino ai letti del fiume, oppure
potrebbero essere incorporati in infrastrutture civili come ponti o
dighe. Questo aspetto è ancora da indagare, non ho fatto sopralluoghi
sui grandi fiumi.

Ritornando alla mappatura. Questo metodo pratico appena spiegato, con il
quale ho trovato l'oleodotto, è replicabile in tutti i luoghi del
passaggio dell'oleodotto, immagino anche quelli in cui io non sono stato
di persona. Le province coinvolte sono: La Spezia (Liguria), Massa
(Toscana), tutte le province dell'Emilia Romagna tranne Ferrara e
Rimini, Cremona, Mantova, Brescia (Lombardia), Verona, Vicenza, Treviso
(Veneto), Pordenone, Udine (Friuli).

Spero di aver riassunto la mia esperienza in modo esaustivo, in modo che
gli organismi che lottano contro la presenza di installazioni militari
USA e NATO presenti nei vari territori possano replicare e ampliare la
ricerca, che mi ha portato a rintracciare la posizione dell'oleodotto,
senza alcuna conoscenza di base dell'infrastruttura militare indagata,
per di più utilizzando solo fonti trovate in rete!

Questo per dire che sembra una cosa tanto segreta, ma se sono riuscito a
trovarlo io da casa che sono solo un civile curioso, immagino che
qualsiasi analista o esperto militare nemico possa farlo senza troppi
problemi.

Rimane anche da capire in quale misura l'oleodotto in questione fornisca
carburante anche agli aeroporti civili, siccome è importante
comprenderne a pieno la funzione. Potrebbe infatti essere certamente
rilevante e strategico non solo per le guerre di aggressione USA-NATO
(che vogliamo combattere) ma anche banalmente per la difesa nazionale (e
quindi legittima), ma se ci pensiamo è una struttura strategica anche
dal punto di vista civile, che serve banalmente per togliere il traffico
di centinaia se non migliaia di camion cisterna dalle nostre autostrade.
Il punto è che non sappiamo ancora se il nostro governo abbia su di esso
il controllo o per che cosa venga davvero usato.

Quindi l'invito è a trattare il tema non come se fosse un obiettivo
militare e basta, ma come tutte le cose che hanno un ambivalenza,
cercando di discernere i due utilizzi, anche se inevitabilmente
intricati, per aumentarne la comprensione da parte delle masse.
Suggerisco come forma di lotta pacifica e scherzosa, di diffondere il
numero di telefono trovato sul cartello, e invitare ad effettuare
scherzi telefonici, ai numeri che dovrebbero essere (ma non ho testato
la cosa) quello del centro di Comando NATO di Parma o quello della
società privata che per suo conto lo gestisce.

Vi ringrazio dell'attenzione!

Avanti compagni!

_----------------_

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghesi,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].



Links:
------
[1] https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/indcom24.html
[2] https://www.nuovopci.it/index.html
[3] https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html
[4] https://www.nuovopci.it/voce/voce77/La_Voce_77.pdf
[5]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com26-24/Com.CC_26-2024-Dove_passa_un_oleodotto_NATO.odt
[6]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com26-24/Com.CC_26-2024-Dove_passa_un_oleodotto_NATO.doc
[7] https://www.files.ethz.ch/isn/56655/ricerche.06-Outsourcing.pdf