[nuovopci] Avviso ai naviganti 143 - Il numero 77 di La Voce…

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(nuovo)Partito comunista italiano

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_Avviso ai naviganti _143

26 luglio 2024

_[Scaricate il testo del comunicato in Open Office [4] / Word [5]]_

Il numero 77 [3] di _La Voce_ è disponibile sul sito del (n)PCI

Scaricarlo, riprodurlo, studiarlo e farlo circolare!

Chi non è in grado di scaricarlo, può rivolgersi a singoli e a organismi
che normalmente riproducono e vendono _La Voce_, come il Partito dei
CARC e altri

Diffondiamo _La Voce_ 77 via Internet perché sia disponibile per le
iniziative (dibattiti, conferenze, incontri, ecc.) programmate nelle
prossime settimane con cui organismi operai e popolari, comitati,
partiti, organizzazioni sindacali e associazioni faranno il punto della
situazione nel nostro paese e a livello internazionale, ragioneranno sui
risultati delle lotte che stanno conducendo e decideranno come
svilupparle. Il n. 77 di _La Voce_ tratta appunto di questi temi. Ne
tratta però in un modo che non è abituale per molti dei promotori e gran
parte dei partecipanti alle iniziative delle prossime settimane. Infatti
_La Voce_ 77 non è dedicata principalmente a denunciare la gravità della
situazione, le "lacrime e sangue" di cui per le masse popolari gronda il
potere della borghesia imperialista e delle altre classi reazionarie,
l'ipocrisia dei richiami alla "democrazia", alla "civiltà", alla
"libertà" con cui esse ammantano le loro misure e azioni che disseminano
in tutto il mondo "lacrime e sangue" o a esaminare i loro piani e
intenzioni o le caratteristiche dei loro esponenti. E tanto meno spreca
parole per illustrare le misure che, al posto di quelle che
effettivamente hanno adottato e adottano perché conformi alla loro
natura, quelle stesse classi dominanti dovrebbero adottare per far
andare meglio le cose. Quindi i lettori di _La Voce_ 77 non troveranno
lunghi elenchi dei crimini dei caporioni dell'imperialismo mondiale o
delle rivendicazioni delle masse popolari, elenchi che si concludono di
solito con poche righe per dire che è necessario opporsi e lottare o per
lamentarsi che le lotte non sono abbastanza diffuse e forti o ancora per
dire che bisognerebbe lottare per il socialismo. Vi troveranno invece
insegnamenti dell'esperienza storica; analisi per comprendere in modo
giusto, meglio e più a fondo il corso delle cose; piani e linee d'azione
per sfruttare gli appigli che la situazione presenta e le contraddizioni
del nemico, per sviluppare i risultati raggiunti e superare le
difficoltà incontrate. È questo che occorre ai comunisti, agli operai
avanzati e a quella parte delle masse popolari già convinta del buon
diritto delle masse di cambiare l'ordinamento della società dato che
esso non corrisponde ai loro bisogni e interessi, per promuovere e
condurre in maniera via via più efficace, fino a vincere, la guerra che
oppone la classe operaia e il resto delle masse popolari del nostro
paese ai vertici della Repubblica Pontificia: il consesso di
capitalisti, banchieri e uomini della finanza, cardinali e altri
dignitari della Corte vaticana, alti funzionari civili e militari e
rinomati intellettuali che dominano il nostro paese e ora ne hanno
affidato il governo a Meloni e complici e associati.

Il compito principale dei comunisti non è esporre come vanno male le
cose, ma farle andare come per le masse popolari è bene che vadano!

Al contesto internazionale in cui si svolge la nostra lotta sono
dedicati due gruppi di articoli.

Il _primo_ sulla Terza guerra mondiale che è già in corso ma, a
differenza delle due precedenti guerre mondiali, si svolge "a pezzi".
Oggi ha le sue espressioni maggiori in Palestina e in Ucraina, ma già
coinvolge numerosi altri paesi e i gruppi imperialisti USA, sionisti,
europei e associati la stanno estendendo e non possono che estenderla a
larga parte del mondo. La comprensione del legame tra Terza guerra
mondiale e crisi generale del capitalismo, delle sue caratteristiche,
della relazione tra essa e la guerra di sterminio che si svolge
all'interno di ogni paese imperialista è necessaria ai comunisti del
nostro paese per_ _mobilitare su scala crescente ogni settore della
popolazione a mettere fine alla partecipazione dell'Italia alla guerra
USA-NATO contro la Federazione Russa, al genocidio sionista in Palestina
e alle manovre e aggressioni nel Pacifico e altrove facendo leva sul
fatto che questa partecipazione è contraria anche agli interessi
immediati della grande maggioranza delle masse popolari italiane e che
mettervi fine significa anche liberare il nostro paese dal protettorato
USA instaurato nel 1948, la cui manifestazione più evidente sono le 116
basi e agenzie USA e NATO installate in Italia.

Il _secondo_ gruppo di articoli riguarda la Federazione Russa, la
denigrazione e aggressione della quale sono diventate un ingrediente
importante della mobilitazione reazionaria delle masse. Non è la prima
volta che su _La Voce_ trattiamo della Federazione Russa, ma è
necessario tornarci per tre motivi.

1. La Federazione Russa è diventata con la Repubblica Popolare Cinese il
principale attore dell'opposizione all'aggressione dei gruppi
imperialisti USA-NATO nel mondo e il principale ostacolo ai loro piani
di ricolonizzazione dei paesi oppressi: un nucleo che trascina dietro di
sé paesi latinoamericani, africani e asiatici.

2. La resistenza della Federazione Russa alle sanzioni fa intravedere
come il Governo di Blocco Popolare [6], prossimo passo della rivoluzione
socialista in Italia, potrà fronteggiare le aggressioni, i boicottaggi e
i sabotaggi della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA,
sionisti ed europei (CI) e delle sue istituzioni (NATO, UE, BCE) e che
esso, proprio grazie all'intreccio tra il sistema monetario e
finanziario internazionale e quello nazionale, disporrà di armi potenti
nella sua lotta contro la CI.

3. Nella Federazione Russa restano elementi e tracce dei rapporti
sociali creati durante la costruzione del socialismo fatta nell'URSS di
Lenin e di Stalin: per i comunisti russi essi sono una leva importante
di cui giovarsi per guidare i proletari a riprendere il potere in Russia
e far avanzare la rivoluzione socialista. Né i revisionisti moderni di
Kruscev, Breznev e Gorbacev né la cricca di Eltsin nel "decennio nero"
1991-1999 sono riusciti a cancellare del tutto quello che la costruzione
del socialismo ha creato. Già la dissoluzione dell'URSS avvenne contro
la volontà espressa dalle masse popolari nel referendum del marzo 1991.
Contro il suo esito alla scuola dei gruppi imperialisti, Eltsin e la sua
cricca avevano già imparato a usare la lezione di Kissinger, segretario
di Stato USA al tempo del colpo di Stato in Cile: "non possiamo perdere
il Cile perché i cileni hanno sbagliato a votare"!

È la stessa lezione che i gruppi imperialisti europei hanno applicato
dopo che le masse popolari li hanno sfiduciati alle elezioni del giugno
scorso, non andando a votare oppure votando quei partiti di destra con
programmi anti-UE e contrari all'invio di armi all'Ucraina
(Rassemblement National in Francia e Alternative für Deutschland in
Germania sono gli esempi più significativi) ma che, a differenza di
Fratelli d'Italia, non sono ancora passati alla prova del governo nei
rispettivi paesi. L'esito delle elezioni europee [7] è indicativo non
del "vento di destra" che soffierebbe tra le masse popolari. È
indicativo della sfiducia delle masse popolari nella classe dominante,
nei suoi partiti ed esponenti e nelle sue istituzioni, dell'insofferenza
e della ribellione alla direzione della borghesia. L'esito delle
elezioni europee conferma a noi comunisti che abbiamo tutte le
possibilità per sviluppare la mobilitazione delle masse popolari,
accrescerne l'unità, diffondere e rafforzarne l'organizzazione, elevarne
la coscienza ideologica e politica e combattere l'influenza politica e
ideologica della borghesia, dei fascisti e del clero, comprese le
illusioni e i pregiudizi "democratici" propagandati dalla classe
dominante.

Nel nostro paese la mobilitazione delle masse popolari coinvolge un
numero crescente di classi e settori ma è ancora frammentata in mille
rivoli e organismi, si sviluppa su numerosi fronti che però marciano
ancora divisi. Promotori e dirigenti di questa mobilitazione sono
partiti e organizzazioni del movimento comunista cosciente e
organizzato, sindacati di base e sinistra della CGIL, associazioni,
comitati e reti, sinceri democratici della società civile e delle
amministrazioni locali, schierati contro i partiti delle Larghe Intese,
contro le politiche guerrafondaie della NATO e i vincoli di austerità
dell'UE, contro il sostegno ai sionisti d'Israele e contro le misure
antipopolari, reazionarie e repressive del governo Meloni. Alcuni sono
di lunga data e altri di formazione più recente, ognuno di essi ha un
certo seguito e una certa influenza tra le masse. Il coordinamento,
l'unione di questi partiti, sindacati, associazioni, comitati, reti e
singoli in un Fronte anti Larghe Intese è il passo necessario, qui e
ora, per far fare un salto politico e organizzativo alla lotta delle
masse popolari contro il governo Meloni. La costruzione del Fronte anti
Larghe Intese non parte da zero: da più parti ne viene indicata la
necessità e ci sono varie esperienze a cui attingere, a conferma che è
un passo necessario ieri come oggi e oggi più di ieri. In questo numero
di _La Voce_ affrontiamo le principali concezioni che oggi ostacolano la
costruzione del Fronte e illustriamo gli insegnamenti del Coordinamento
No Debito (2011-2012) che, per il numero di partecipanti, per le
mobilitazioni che ha organizzato, per la continuità d'azione (pur con
nomi diversi, di fatto ha operato fino al 2017) e per il radicamento
territoriale, è la più importante esperienza di Fronte nel nostro
recente passato. Il principale di questi insegnamenti è che non basta
impedire alla borghesia di fare, non basta opporsi alla borghesia che
cerca di uscire dalla sua crisi alla sua maniera: con la guerra
all'esterno e con la sopraffazione sui lavoratori e sugli immigrati, con
la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Opporsi è necessario,
ma serve solo a ritardare l'opera criminale della borghesia. Se ci si
oppone e basta, prima o poi le cose vanno nel verso in cui la borghesia
le spinge. L'opposizione deve avere una prospettiva, occorre indicare e
promuovere, preparare e organizzare una via d'uscita dalla crisi
favorevole alle masse popolari, dare uno sbocco politico comune a ogni
lotta. Questo sbocco è cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un
governo di emergenza che pone fine alla partecipazione dell'Italia alle
guerre USA-NATO, al sostegno ai sionisti di Israele, alla corsa al
riarmo, all'ubbidienza alle imposizioni della UE e mette a punto e rende
da subito operative misure atte a dare sollievo almeno ai più gravi dei
mali di cui soffrono le masse popolari e ad alleviare la crisi
ambientale. Fare di ogni mobilitazione e di ogni lotta le componenti di
un movimento generale per cacciare il governo Meloni e sostituirlo con
un governo di emergenza che agisce al servizio delle masse popolari
organizzate è oggi il compito del Fronte anti Larghe Intese: è il
compito di tutti quelli che vogliono farla finita con il governo Meloni
e i suoi padrini e, tra essi, prima di tutto è il compito dei comunisti.


La rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato nei paesi
imperialisti è il fattore decisivo, è quello da cui dipende il futuro,
quello che determina i tempi della trasformazione che metterà fine al
disastro in cui la borghesia imperialista sprofonda l'umanità.
Nonostante la dissoluzione dell'URSS, la costruzione del socialismo in
Russia nel periodo di Lenin e Stalin, anello debole della catena
imperialista, è stato il punto più avanzato della rivoluzione
socialista. Per questo, nel centenario della morte di Lenin, diciamo:
alla scuola dei bolscevichi, alla scuola della guerra popolare
rivoluzionaria che Lenin e i bolscevichi condussero in Russia fino a
instaurare il socialismo! Per questo diciamo che i partiti comunisti dei
paesi imperialisti devono assumere quel carattere a cui Lenin si riferì
quando, nella sua relazione al IV Congresso dell'Internazionale
Comunista (_Cinque anni di rivoluzione russa e le prospettive della
rivoluzione mondiale_), disse che i comunisti dei paesi imperialisti
dovevano "studiare in un senso particolare, per comprendere veramente
l'organizzazione, la struttura, il metodo e il contenuto del lavoro
rivoluzionario".

È vero, come è andato a dire il boia Netanyahu al Congresso USA, che è
in corso uno scontro tra civiltà e barbarie: è in corso lo scontro tra
la civiltà della rivoluzione proletaria di cui è portatrice la
resistenza del popolo palestinese, dei popoli degli altri paesi oppressi
dall'imperialismo e delle masse popolari dei paesi imperialisti e la
barbarie della Terza guerra mondiale e della distruzione del pianeta di
cui sono portatori i gruppi imperialisti USA e i loro associati!

Terza guerra mondiale e rivoluzione proletaria si sviluppano, in lotta
tra loro, in tutto il mondo.

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei darà il
via all'incendio che fermerà l'estensione della Terza guerra mondiale e
libererà il mondo dal sistema imperialista. L'Italia può essere questo
paese!

Saranno le masse popolari organizzate con i comunisti alla loro testa a
costruire il futuro di pace, di civiltà e di progresso del nostro paese
e del mondo.

La rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato nei paesi
imperialisti è il fattore decisivo.

Auguriamo fecondo studio e buon lavoro ai nostri lettori!

La redazione di _La Voce_

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghesi,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].



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