Szerző: 朱莉娅酷 Dátum: Címzett: hackmeeting Tárgy: Re: [Hackmeeting] intanto nel mondo reale ...
I reazionari sono fissati con la realtà. Parliamo di una realtà che è la
realtà, quella unica e totale e senza aggettivi
Nella retorica reazionaria, la formula "la realtà di" ricorre più volte
nei titoli, ed è sempre la "realtà" senza ulteriore qualificazione.
Quando una qualificazione c'è, è sepolta nel testo, ma è insensata (la
realtà "reale", ad esempio; o la realtà "a rovescio") o indefinita
(frequentissimi gli scimmiottamenti ipocriti della "realtà materiale"
marxista). Sempre nei titoli, ricorrono molto spesso le dicotomie, tra
realtà e ideologia, o realtà e propaganda (o "storie" che ti vengono
"raccontate"), o identità, o illusione. Rarissime le apparizioni della
realtà "oggettiva", forse per la sua spiacevole natura di accordo
consensuale tra più parti. Nei rari casi in cui l'aggettivo c'è (gli
eugenisti amano la realtà "biologica"), è sempre "la" realtà: singolare,
unitaria, totale
Le chiamassero "osservazioni", no? le chiamassero "opinioni", o "tesi".
O "evidenza", al massimo, se ne sono tanto sicuri
Ma per i reazionari, la realtà è un'altra cosa da quella che intendiamo
noi. Per loro, la realtà non è ciò che semplicemente è, ma una cosa
fragile, da "supportare" e proteggere. Proteggere da cosa?
dall'occidente, ad esempio, che è "in lotta" con la realtà; o da chi la
nega. Proteggere come? ad esempio, insegnando ai bambini "cos'è la
realtà" (un nonsense, naturalmente), o con la psicoterapia che ti
"riporti alla realtà" (il passo successivo non può che essere un reato
penale di "negazione della realtà"), che va "accettata" (come se ci
fosse un'alternativa). Proteggere perché? perché "la realtà conta"
(altro nonsense). Chi la protegge? Ad esempio, uno pseudoscienziato del
Manhattan Institute (3 milioni e mezzo di dollari dai fratelli Koch),
che ha una newsletter intitolata "l'avamposto della realtà" (finanziata
con mezzo milione di dollari dal miliardario Joseph Edelman). Altri, più
modesti, della realtà si accontentano di essere le voci
La realtà non solo va protetta, ma pur essendo totale, è così piccola
che può appartenere a qualcuno, e va "rivendicata" e "recuperata" per i
suoi legittimi proprietari
Assenti eccellenti nei testi reazionari, le uniche realtà che possiamo
conoscere davvero: le realtà personali. Così come è assente la realtà
nel senso di realizzazione di un piano: il reazionario non vede il
proprio come un piano, le sue idee non si realizzano: le sue idee sono
ferme ed è la realtà a tornare a sovrapporcisi, una volta rivendicata,
recuperata, salvata, insegnata e riaffermata
Non sono i reazionari conservatori, quelli fissati con la realtà: nelle
887 pagine del celebre Mandato per il futuro presidente repubblicano
degli USA (cercate "Project 2025"), redatto dalla fondazione Heritage (8
milioni e mezzo dai fratelli Koch, 2 e mezzo dalla National Christian
Foundation), la "lista della spesa" politica dei conservatori, la parola
"reality" appare solo 24 volte, quasi sempre nella forma "a reality", o
in locuzioni di uso comune come "in reality"
In effetti, sono i reazionari liberisti ad abusare della parola, magari
per una formazione letteraria un po' carente, una formazione scientifica
troppo positivista, o una combinazione delle due cose. Che siano debiti
formativi o fardelli ideologici, a contatto con "una" realtà sgradita,
consumano il loro liberismo finché non ne rimane più nulla
On 22/07/2024 11:28, Marco A. Calamari wrote: > è
> è
> è Errore grammaticale. Hai dimenticato un "secondo me"? > nessuno può essere Errore grammaticale. Intendevi forse "io non sono"? > Accorgitene!