[nuovopci] Lettera aperta ai compagni francesi

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Autor: Delegazione del (nuovo)PCI
Data:  
A: Npci Inter
Assumpte: [nuovopci] Lettera aperta ai compagni francesi
         [1]
(nuovo)Partito comunista italiano

    Comitato Centrale
                        Sito: www.nuovopci.it [2]
                        e.mail: nuovopci@???


    Delegazione
    BP3  4, rue Lénine   93451 L'Île St Denis (Francia)
                        e.mail: delegazione.npci@???


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Comunicato CC 20/2024 - 18 luglio 2024

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Lettera aperta ai compagni francesi

Approfittiamo dei risultati delle recenti elezioni legislative francesi
[7] (30 giugno e 7 luglio 2024) e del relativo "stallo" del sistema
politico (non esiste una chiara e solida maggioranza parlamentare e il
Nuovo Fronte Popolare non ha ancora presentato la candidatura di un
primo ministro) per rivolgerci ai comunisti, ai progressisti e ai
sinceri democratici francesi (faremo circolare questo Comunicato anche
in Francia sulla scala più ampia di cui siamo capaci) che vogliono dare
alle elezioni straordinarie uno sbocco politico di progresso per le
masse popolari e di rottura con il programma comune della borghesia
imperialista [8] e per dare ai compagni italiani che seguono l'evolversi
delle cose in Francia strumenti per imparare da quello che è avvenuto e
da quello che avverrà in Francia in questi mesi.

Lo facciamo richiamando sinteticamente due momenti relativamente recenti
della storia del nostro paese istruttivi anche per i compagni francesi
nel frangente in cui si trovano, che hanno coinvolto il Movimento 5
Stelle (M5S).

Essi mostrano che la tendenza a seguire e rispettare le prassi, le
regole e le liturgie del parlamentarismo borghese conduce alla paralisi
e alla successiva perdita di consenso e autorevolezza organismi,
organizzazioni e individui che godono di fiducia e prestigio presso
ampie parti delle masse popolari impegnate nelle lotte rivendicative che
infatti li hanno votati.

In Italia il M5S ha raccolto voti, autorevolezza e seguito fino a quando
ha dato credibilmente voce al malcontento e all'indignazione popolare e
si è opposto alle Larghe Intese (la combinazione del polo PD e del polo
Berlusconi con i rispettivi satelliti, che dagli anni '90 del secolo
scorso in collaborazione o alternandosi al governo del paese attuano le
stesse misure antipopolari, anche se alle elezioni si presentano
separati) e al loro programma, ponendosi come alternativa ad essi. Ha
perso voti, autorevolezza e seguito quando si è piegato alle Larghe
Intese e al loro programma.

Il primo momento è il "golpe bianco" (colpo di Stato svolto senza
ricorso alle forze armate) condotto per neutralizzare il successo
elettorale del M5S alle elezioni politiche del febbraio 2013, tenutesi
dopo un anno e mezzo di "governo tecnico" dell'economista Mario Monti,
subentrato senza passare dalle elezioni al governo Berlusconi nel 2011 a
seguito della lettera inviata dai capi della BCE Trichet e Draghi a
Berlusconi con il pretesto della differenza di rendimento troppo elevata
tra Buoni del Tesoro italiani e i Buoni del Tesoro tedeschi.

L'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commissariò il
nuovo Parlamento italiano uscito dalle urne del febbraio 2013,
togliendogli di fatto il potere di formare il governo del paese: non
diede al partito vincente (il M5S) l'incarico di formare il governo,
congelò l'incarico a Pierluigi Bersani (all'epoca segretario del PD, la
cui coalizione aveva raccolto la maggioranza dei voti, che sembrava
intenzionato ad accordarsi con il M5S) e bloccò il funzionamento del
nuovo Parlamento costituendo un "gruppo di saggi" (personaggi
provenienti dal mondo politico e accademico) per elaborare un programma
di riforme istituzionali ed economiche attorno al quale riunire una
maggioranza parlamentare che sostenesse un nuovo governo. Non fu
un'iniziativa individuale di Napolitano, ma il modo in cui questi
legittimò e attuò le decisioni incostituzionali e antipopolari del
"salotto buono" di capitalisti, banchieri e uomini della finanza,
cardinali e altri dignitari della corte vaticana, alti funzionari civili
e militari e rinomati intellettuali che hanno il potere del nostro
paese. È in questo "salotto buono" (per quanto riguarda il nostro paese
lo indichiamo con l'espressione sintetica "vertici della Repubblica
Pontificia" per il ruolo di regista occulto svolto dal Vaticano e dalla
sua Chiesa cattolica) che si decide, dietro le quinte del "teatrino
della politica" borghese e con l'assistenza dei plenipotenziari delle
istituzioni politiche, militari e finanziarie statunitensi, delle
istituzioni europee e dei gruppi sionisti, a chi affidare il governo del
paese.

I nuovi parlamentari del M5S osservarono le regole del sistema politico,
non si mobilitarono per avere voce in capitolo nella formazione del
governo del paese e né il M5S né altri personaggi e organismi autorevoli
presso le masse (sindacati, partiti di opposizioni, ecc.) chiamarono a
scendere in piazza contro il golpe bianco. Il capo del M5S Beppe Grillo
in un primo tempo aveva chiamato alla mobilitazione di piazza, ma fece
rapidamente marcia indietro su "consiglio" di polizia e carabinieri.

Il risultato fu che il nuovo Parlamento espressione dell'insofferenza,
del malcontento e dell'acquiescenza delle masse popolari fu del tutto
esautorato e, due mesi dopo le elezioni, le Larghe Intese installarono
il governo Letta (2013-2014), sostenuto da Monti, Berlusconi & C., cioè
dall'intesa dei partiti che avevano perso le elezioni di febbraio, con
cui proseguirono il programma di lacrime e sangue sulla pelle dei
lavoratori, delle donne, degli studenti, degli immigrati.

Il secondo momento è la vittoria del M5S alle elezioni del marzo 2018. I
vertici della Repubblica Pontificia si trovarono in seria difficoltà,
non osarono portare fino in fondo il tentativo di ripetere quanto fatto
nel 2013. Dopo vari tira e molla, numerose consultazioni di palazzo e
due mesi e mezzo di "crisi istituzionale", il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella dovette affidare il governo a M5S e Lega
(il secondo partito che aveva raccolto più voti), i quali espressero
come primo ministro Giuseppe Conte. Il M5S però non diede seguito
adeguato al risultato elettorale ottenuto il 4 marzo 2018: ben 10.7
milioni su 32.8 milioni di voti validi, con gruppi parlamentari (Camera
e Senato) che erano il doppio di ognuno dei gruppi dei partiti delle
Larghe Intese (PD e complici da una parte, Berlusconi e succubi
dall'altra), in grado di impedire l'approvazione parlamentare di un
governo delle Larghe Intese. Accettò di formare un governo di mediazione
(il Conte I) insieme alla Lega, legata da mille fili alle Larghe Intese,
e di inserirvi ministri importanti (in particolare Giovanni Tria
all'economia e finanze ed Enzo Moavero agli esteri) imposti dai vertici
della Repubblica Pontificia. Non fece leva sui lavoratori e sul resto
delle masse popolari per realizzare il suo programma, per abolire Jobs
Act, legge Fornero e altre simili infamie dei governi precedenti,
instaurare il reddito di cittadinanza, metter fine al TAV e alle altre
grandi opere speculative, assicurare la vita delle aziende a rischio
chiusura e delocalizzazione. Il risultato è che il M5S si è lasciato
tanto logorare che dopo poco più di un anno i vertici della Repubblica
Pontificia sono riusciti a installare un governo composto da M5S e PD
(il Conte 2, 2019-2021).

La parabola del M5S (come prima quella di Syriza in Grecia con il
governo Tsipras nel 2015) insegna a coloro che vogliono cambiare il
corso delle cose, in Italia come in Francia e in ogni altro paese
imperialista, che è possibile farlo solo se chi vuole cambiare mobilita
in crescendo, orienta, organizza le masse popolari, a partire dalla
classe operaia: non basta raccogliere voti, avere eletti in Parlamento e
neanche andare al governo, se i voti, i seggi in Parlamento e il governo
non vengono usati anche e soprattutto per coalizzare, mobilitare,
rafforzare e dare fiducia a chi ha l'interesse e la forza di cambiare il
paese contro i potentati economici e finanziari e i loro complici della
Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed
europei. L'adesione, il concorso attivo e organizzato, da protagoniste,
di una parte importante delle masse popolari è il fattore determinante
in questa lotta.

Ben vengano quindi tutte le forme di protesta (marce verso i palazzi del
potere, scioperi generali, disobbedienza civile, ecc.) promosse dai
principali centri autorevoli del malcontento e della ribellione delle
masse popolari francesi (La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e il
sindacato CGT di Sophie Binet sono tra questi), dai gruppi di
lavoratori, di ambientalisti e di altri organismi popolari, tematici e
territoriali che hanno chiamato a votare per il Nuovo Fronte Popolare,
contro il raggruppamento di Macron, il Rassemblement National di Marine
Le Pen e l'inciucio sottobanco con cui Macron, seppur tra enormi
difficoltà, cerca di dirigere le danze!

Osare guardare oltre l'orizzonte delle istituzioni e procedure imposte
dalla borghesia!

Saranno le masse popolari organizzate a decidere il futuro della Francia
come dell'Italia e del mondo!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghesi,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].

Links:
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[1] https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/indcom24.html
[2] https://www.nuovopci.it/index.html
[3] https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html
[4] https://www.nuovopci.it/voce/voce76/indvo76.html
[5]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com20-24/Com.CC_20-2024_Lettera_aperta_ai_compagni_francesi.odt
[6]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com20-24/Com.CC_20-2024_Lettera_aperta_ai_compagni_francesi.doc
[7]
https://nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com18-24/Com.CC_18-2024_Elezioni_francesi_e_crisi_sistema_politico_BI.html
[8] https://nuovopci.it/glossario/Glossario_letteratura_npci.html