6-7 luglio : quarta azione di lotta dei ferrovieri, ed ancora numeri di adesione altissimi. Solo nella
giornata del 7 luglio si sono registrate 138 soppressioni nell’Alta Velocità e 45 nei treni a lunga
percorrenza, oltre a ritardi, limitazioni e nodi ferroviari paralizzati.
Anche questo successo, come gli altri, non era scontato, anzi. Le contromisure per
contenere l’ondata di sciopero, dal krumiraggio messo in atto in alcuni impianti da parte di attivisti
dei sindacati concertativi, ai tentativi di creare confusione con le liste dei treni da garantire per
legge, non hanno avuto effetto.
Il fatto più significativo è che i lavoratori che fanno sciopero, spesso molto giovani, agiscono da protagonisti,
non da semplici aderenti, lottando in prima persona.
Emerge l’importanza dei rapporti di forza da conquistare sul campo nei confronti dell’azienda,
al di là di essere ammessi ai tavoli di trattativa permanenti dove spesso si discute sul nulla (i protagonisti delle azioni
di lotta non siedono ai tavoli). E poi l’autorganizzazione : si opera in piena sinergia tra organismi trasversali quali
l’assemblea PdM/PdB e le sigle di base che appoggiano la vertenza, privilegiando obiettivi comuni
rispetto a vantaggi effimeri di organizzazione.
Ad oggi i problemi sollevati si trascinano irrisolti. Per rimanere nel campo della manutenzione, negli
ultimi quattro mesi (3 marzo – 2 luglio) sui binari si registrano un morto, cinque feriti e un incidente
fortunatamente senza feriti e danni gravi (Cavallermaggiore) con dinamiche assai simili a quello
tragico di Brandizzo. C’è tutto un sistema da rivedere.
Nel comunicato di fine sciopero emesso dai promotori dello sciopero (stavolta era il turno di CUB-T e SGB), i lavoratori hanno espresso inequivocabilmente una richiesta di cambiamento della situazione che
non può più essere ignorata. Devono trovare soluzione le questioni aperte e trattate nelle
piattaforme rivendicative: la sicurezza nei posti di lavoro e di esercizio, gli orari di lavoro e le loro
articolazioni, i rapporti col personale e l’esigibilità dei diritti, il regime pensionistico, il recupero
salariale, la precarietà, la parità di trattamento a parità di mansione svolta in un CCNL unico per
tutti i lavoratori impiegati nelle attività ferroviarie che superi la dispersione di questi anni
abbattendo il dumping normativo e salariale. In questione sono state messe le politiche di tagli e
privatizzazione, le divisionalizzazioni e le esternalizzazioni, la gestione della mobilità ferroviaria nel
Paese.
Gli organismi spontanei nati dal basso (Coordinamento Macchinisti Cargo, Assemblea Nazionale Pdm-
Pdb, Assemblea Nazionale Lavoratori della Manutenzione dell’Infrastruttura ferroviaria),
unitamente alle sigle di base CUB Trasporti, SGB e USB, hanno rotto quegli equilibri consociativi
fra aziende e sindacati firmatari, ancora arroccati nei loro fortini privilegiati, che nel tempo
hanno portato alla situazione attuale.
Come è sottolineato nel comunicato finale, i lavoratori che si identificano con questo
percorso di lotta affluiscono alle assemblee e rinnovano i mandati vertenziali, prendendo parte alle
iniziative e alle decisioni.
Anche noi, come blog, cerchiamo di fare la nostra parte. Inoltre. come internazionalisti, siamo impegnati a promuovere iniziative su
temi-chiave più generali come l’azione di contrasto alle guerre del capitale, intorno a cui è nata, su iniziativa di Cub Rail, la prima Assemblea di ferrovieri e ferroviere contro la guerra , che ha svolto la sua prima riunione discutendo dell’accordo
LEONARDO-RFI, sulla logistica di guerra e sui trasporti militari circolanti sulla rete ferroviaria
italiana, in una prospettiva di coordinamento più stretto con le realtà che operano sui territori nella
medesima direzione. Con l’ambizione di arrivare ad un coordinamento di lotta internazionale contro la logistica di guerra.
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Comunicato di fine sciopero ferroviario del 6-7 luglio 2024:
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