Re: [Hackmeeting] A Modest Proposal

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Author: dan
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To: Hackmeeting
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Subject: Re: [Hackmeeting] A Modest Proposal

Hola,

mi affaccio solo per dire (ciao Andrea, piacere) che l'autogestione esiste eccome, e senza
entrare nel dibattito mi limito a dire che è qualcosa a cui tendere.

Poi non confonderei admin con moderator. La prima figura ha bisogno di competenze tecniche e
di un rapporto di fiducia e meno se ne sente la presenza meglio è, mentre la seconda figura
di moderazione ha bisogno di competenze sociali, e forse anche tecniche, ma molte meno. La
seconda figura è opzionale e non ha bisogno di fiducia a priori.

Su gerarchie, gruppi che si danno o meno regole eccetera c'è il testo dal femminismo nero
dei '70, partito orale poi trascritto da Joe Freeman:
<https://www.jofreeman.com/joreen/tyranny.htm>
che tl;dr ci dice che se un gruppo non si dà delle regole esplicite, soffrirà le regole
non-scritte che cmq esistono, farà fatica ad accogliere nuove soggettività e assisterà alla
formazione di nuovi gruppi di affinità all'interno del gruppone.

In generale le regole devono essere poche e condivise.
Se poi altre regole emergono dalla consuetudine, benvengano. Ma non troppe eh.

p.s. la trasparenza la si chiede al potente e volte si confonde il proprietario di amzon con
chi sta dietro al bancone a spillarti una birra. E la "trasparenza radicale" è una dottrina
enunciata da Wolfstein dopo il 911 per giustificare un cambio legislativo oppressivo dei
diritti civili tutt'ora in voga.

saluti

~ d


Andrea Collina via Hackmeeting <hackmeeting@???> writes:

> Grazie Karlessi per aver fatto lo spiegone, ovvero reso esplicite cose che si danno spesso per scontate.
> Eppure come avevo scritto in una precedente, si sottolineano i limiti della "auto"gestione.
> "la trasparenza radicale NON coincide con fare le cose decentemente, IMHO."(Cit.) D'accordissimo.
> Aggiungerei anche "la democrazia radicale", perché  il limite del non avere gerarchie è semplicemente non FARE le cose ( decentemente o meno dipende dalla potenza e conoscenza di chi le fa).

.
> L'auto-gestione non esiste. Nulla si gestisce da solo, neppure l'individuo, figuriamoci i gruppi.  Esistono forme più o meno strutturate di gestione, formali o informali, trasparenti o opache, direttive o partecipative... E la fusione di questi aspetti in infinite combinazioni.
> Il mito dell'Autonomia, concetto nobile, usato tra i primi da Kant per definire la libertà, oggi non è a mio parere più attuale perché si basa sull'ente razionale ( la mente separata del corpo), che coincide con l'individuo libero di scegliere nel mercato perfetto. L'autonomia non esiste, psicologicamente, moralmente, economicamente, politicamente. È un feticcio.
> Una ideologia per giustificare il potere: è espressione delle tue scelte autonome!
> Ma da sempre non decidiamo in autonomia neppure chi essere, figuriamoci se siamo autonomi nel determinare la società in cui viviamo, e qui la critica della tecnologia ci sta tutta, perché la tecnica e la tecnologia ci individuano, ci rendono individui quali siamo, che si pensano liberi, autonomi ma non lo sono affatto.
>
> Il senso dell'utilità dell'intervento è quello di scardinare alcuni totem ideologici per aggiornare la teoria alla prassi.
> Dire siamo tutti uguali, 1 vale 1, chi partecipa e fa decide, chi non partecipa delega ( ma senza esprimerlo), l'assemblea decide ( ma non vota), chi sta nell'assemblea? Chi gestisce l'assemblea ( decide dove, come, quando si fa, e di cosa si parla) e come si arriva a farlo? Le micro- strutture che si formano non devono accumulare potere, altrimenti creano gerarchie, le gerarchie informali devono rimanere nascoste..
>
> Sono tutti temi che a mio parere vanno affrontati esplicitamente, spiegandone i motivi e le alternative, per evolversi.
>
> Uscirá a breve la traduzione italiana di un libro giá pubblicato in inglese di Rodrigo Nuñes, *Neither Vertical nor Horizontal: A Theory of Political Organization *che vi invito a leggere.
> Si affrontano questi temi e spero che dopo la sua uscita si apra una discussione negli ambienti di movimento ( perché è a questi che Nuñes si rivolge) dopo l'infatuazione per l'autogestione, la democrazia diretta, i movimenti "senza leader"...dei recenti anni.
>
> Scrivo questa cosa in lista perché ritengo che il tema della critica della tecnologia , da un punto di vista politico che non è esattamente  quello dell'hacker  https://blog.robutti.me/quaderni-di-lavoro-contro-lhackerismo-pt
> , sia centrale come punto di sviluppo sia del capitalismo ( leggi tutela della proprietà privata nel mercato) sia nella risposta (socialista?) di limitazione del mercato e della proprietà privata per tutelare la società ( l'insieme e le relazioni fra le persone).
> Per contrastare una potenza occorre un'altra potenza. Come costruirla, come organizzazione, senza diventare autoritari è a mio parere la sfida del futuro.
>