Grazie Karlessi per aver fatto lo spiegone, ovvero reso esplicite cose che si danno spesso per scontate.
Eppure come avevo scritto in una precedente, si sottolineano i limiti della "auto"gestione.
"la trasparenza radicale NON coincide con fare le cose decentemente, IMHO."(Cit.) D'accordissimo.
Aggiungerei anche "la democrazia radicale", perché il limite del non avere gerarchie è semplicemente non FARE le cose ( decentemente o meno dipende dalla potenza e conoscenza di chi le fa).
L'auto-gestione non esiste. Nulla si gestisce da solo, neppure l'individuo, figuriamoci i gruppi. Esistono forme più o meno strutturate di gestione, formali o informali, trasparenti o opache, direttive o partecipative... E la fusione di questi aspetti in infinite combinazioni.
Il mito dell'Autonomia, concetto nobile, usato tra i primi da Kant per definire la libertà, oggi non è a mio parere più attuale perché si basa sull'ente razionale ( la mente separata del corpo), che coincide con l'individuo libero di scegliere nel mercato perfetto. L'autonomia non esiste, psicologicamente, moralmente, economicamente, politicamente. È un feticcio.
Una ideologia per giustificare il potere: è espressione delle tue scelte autonome!
Ma da sempre non decidiamo in autonomia neppure chi essere, figuriamoci se siamo autonomi nel determinare la società in cui viviamo, e qui la critica della tecnologia ci sta tutta, perché la tecnica e la tecnologia ci individuano, ci rendono individui quali siamo, che si pensano liberi, autonomi ma non lo sono affatto.
Il senso dell'utilità dell'intervento è quello di scardinare alcuni totem ideologici per aggiornare la teoria alla prassi.
Dire siamo tutti uguali, 1 vale 1, chi partecipa e fa decide, chi non partecipa delega ( ma senza esprimerlo), l'assemblea decide ( ma non vota), chi sta nell'assemblea? Chi gestisce l'assemblea ( decide dove, come, quando si fa, e di cosa si parla) e come si arriva a farlo? Le micro- strutture che si formano non devono accumulare potere, altrimenti creano gerarchie, le gerarchie informali devono rimanere nascoste..
Sono tutti temi che a mio parere vanno affrontati esplicitamente, spiegandone i motivi e le alternative, per evolversi.
Uscirá a breve la traduzione italiana di un libro giá pubblicato in inglese di Rodrigo Nuñes, *Neither Vertical nor Horizontal: A Theory of Political Organization *che vi invito a leggere.
Si affrontano questi temi e spero che dopo la sua uscita si apra una discussione negli ambienti di movimento ( perché è a questi che Nuñes si rivolge) dopo l'infatuazione per l'autogestione, la democrazia diretta, i movimenti "senza leader"...dei recenti anni.
Scrivo questa cosa in lista perché ritengo che il tema della critica della tecnologia , da un punto di vista politico che non è esattamente quello dell'hacker
https://blog.robutti.me/quaderni-di-lavoro-contro-lhackerismo-pt
, sia centrale come punto di sviluppo sia del capitalismo ( leggi tutela della proprietà privata nel mercato) sia nella risposta (socialista?) di limitazione del mercato e della proprietà privata per tutelare la società ( l'insieme e le relazioni fra le persone).
Per contrastare una potenza occorre un'altra potenza. Come costruirla, come organizzazione, senza diventare autoritari è a mio parere la sfida del futuro.
Spero interessi anche a voi
Un abbraaccio,
A.C.