Autor: blicero Data: A: HackMeeting Assumpte: Re: [Hackmeeting] Comunicazione alla lista dall'assemblea di
Hackmeeting
Il Fri, Jun 21, 2024 at 12:30:20AM +0200, yattaman ha scritto: > On Thu, 20 Jun 2024 at 23:38, blicero--- via Hackmeeting <
> hackmeeting@???> wrote:
>
> >
> Il punto secondo me è che per esprimere opinioni sui safe space o su
> > cosa sia importante non serve avvocare o citare grandi nomi o numi
> > tutelari.
>
>
> Su questo sono d’accordo, se avessi immaginato che la discussione sarebbe
> diventata sugli autori invece che su quello che ho scritto dopo non lo
> avrei fatto. A me il libro piace dopo di che sti cazzi, non sono qui a
> vendere il libro di nessuno tantomeno a stabilire chi sia un luminare o
> meno.
> Era semplicemente un modo per dire che il tema non arriva ad hackmeeting
> dalla luna ma ha almeno un decennio di maturazione alle spalle e quindi
> aveva senso allargare lo sguardo a cosa era successo in questi dieci e più
> anni.
>
Ma mi pare evidente che il tema di come costruire un contesto che
accolga anziché uno che respinge non è limitato ad hackmeeting.
Meno male che su questo almeno siamo tutti d'accordo.
> Mi pare tra l’altro dalle risposte che ne siamo tutti ben consapevoli,
> forse era meno necessario di quello che mi era sembrato. Quello che però
> non capisco è il quindi. Cioè: “facciamo la moderazione”. “Sì però occhio
> che rischiamo effetti collaterali pesanti che già si sono visti altrove”.
> “Si però così fai il gioco dei fascisti”. “E comunque in California
> succedono cose brutte brutte eh”. Si era parlato di definire delle regole,
> avevo capito che la questione fosse provare a sviluppare qualche proposta.
>
Ma infatti per quanto io condivida la necessità (e non da ora peraltro)
di creare un contesto di quel tipo dissento sul fatto che una
moderazione esplicita (cioè con uno che controlla i messaggi che
arrivano) sia la soluzione. Poi non sto facendo nulla qui da anni quindi
deciderà chi fa come sempre, ma sto offrendo la mia opinione (se
vogliamo) storica.
> L’unica cosa emersa finora mi pare è che se uno è più attento al linguaggio
> ed è sensibile a non offendere la sensibilità altrui, nel processo di
> creare un ambiente meno tossico, è accettabile che dia della “persona di
> merda” a chi è meno attento al linguaggio. Anche oggi ho imparato qualcosa.
>
> Detta questa, che proprio non ce l’ho fatta a tenermi, mi taccio. Stavo
> onestamente davvero cercando di contribuire alla discussione ma mi pare di
> non riuscirci, quindi smetto di alimentare il rumore, forse questo
> permetterà al segnale di emergere.
Eh però il punto è anche quello.
In un contesto pubblico il linguaggio determina ANCHE il contesto quindi
non si può usare il linguaggio come lo usi in un contesto
personale/relazionale in cui è noto quello che pensi
Quindi penso che da un lato richiedere un linguaggio adeguato in una
lista pubblica sia assolutamente corretto.
Però ribadisco quanto penso: questa lista, nel momento in cui le
relazioni che costituiscono la comunità di hm sono vere e reali cioè si
producono nei corpi e non solo nei byte, è un epifenomeno e anche le
stupidaggini irricevibili che ho letto da alcuni diventano semplicemente
quello che sono, cioè stupidaggini irricevibili. Il punto è che se la
comunità è viva e si conosce quelle stupidaggini finiscono nel vuoto e
alla lunga diverrà chiaro che alcuni non sono nel posto giusto e quindi
o si levano loro o li levi tu. Senza menarsela troppo.
E' un po' come la gestione di uno spazio sociale: se arriva una persona
che dice determinate cose che accade? Finché le dice così per fare lo
scemo lo mandi a quel paese e lo ignori; quando capisce che le dice
perché ci crede veramente lo allontani, con le buone o con le cattive.
Io l'ho sempre vista così, e per hm è sempre stato sufficiente.
E una moderazione esplicita risolve il problema ma non alla radice. Cioè
perché hm non ha gli anticorpi necessari a gestire questi senza bisogno
di una moderazione. Non so se sono riuscito a spiegarmi...
--
blicero
- don't mourn, organize. - j.h. (IWW)
- ci sono alcune cose che un uomo fa. ci sono alcune cose che un uomo non fa. - Kong Fuzi
- la buonafede non esiste (autocit.)
- no future, no peace, fuck the police
- if you talk to 1 idiot, it makes it 2 idiots (Panagiota from Gavdos)