condivido parte della cose che hai detto ma voglio chiarire due punti 
sulla natura del dibattito nei campus statunitensi perche' tu li stai 
prendendo come dati assodati e invece richiedono contestualizzazione. 
dato che le tue conclusioni si basano sull'interpretazione che Lukianoff 
e Haidt danno del dibattito sull'inclusivita' nei campus, penso sia 
doveroso menzionare per chi non sta negli USA che i dati da cui parti 
sono tendenziosi, falsi, e originati nel contesto della destra 
antiabortista.
La mail e' lunga ma questo e' l'outline:
1 - Lukianoff e Haidt hanno mentito nei casi e nelle statistiche che 
presentano, inoltre sono noti repubblicani schierati contro varie 
battaglie di uguaglianza sociale che sottoscrivono l'idea che il 
progresso avviene naturalmente senza che i gruppi sociali si battano per 
esso
2 - non e' vero che ci sono molti professori licenziati per una parola 
di troppo (men che meno sui temi di inclusivita'), esiste 
un'infrastruttura mediatica repubblicana che cerca questi casi e li 
pubblicizza per generare un panico morale. la maggior parte di chi perde 
  il lavoro in universita' per posizioni politiche e' gente che si 
schiera pro-Palestina o contro l'esercito
3 - ho scritto la mia esperienza insegnando linguistica di genere in un 
campus USA per disegnare il contesto che Lukianoff e Haidt decidono di 
ignorare
Il 2024-06-20 09:19 yattaman ha scritto:
> 
> Perdonate la lunghezza, ma vi cito il passaggio di un libro dedicato
> al tema, che secondo me è molto utile per inquadrare la questione,
> "The coddling of the American mind", di Greg Lukianoff e Jonathan
> Haidt, che risale al 2018:
Lukianoff e Haidt sono noti e dichiarati conservatori, anti-abortisti, 
razzisti, anti-semiti. Il libro che citi e' stato criticato da molte 
parti perche' gli aneddoti sono riportati solo parzialmente e senza 
contraddittorio, le statistiche inventate, e gli autori hanno il 
dichiarato obiettivo di dire agli studenti in lotta nei campus 
statunitensi che il progresso accade naturalmente. Questo podcast 
[
https://www.buzzsprout.com/2040953/12404629-the-coddling-of-the-american-mind] 
ha dedicato un episodio molto ben fatto ricercando i casi riportati nel 
libro e dimostrando come siano stati essenzialmente ricostruiti in 
maniera errata.
Il famoso "caso" della Brown University e' stato gonfiato fuori 
proporzione e il loro resoconto e' basato interamente sulla percezione 
del caso fatta dai gruppi repubblicani in campus. Ovviamente i "safe 
space" non funzionano come vengono descritti. Aggiungerei, il 
significato di "rape culture" non e' quello proposto nello stralcio che 
hai copiato qui (e, francamente, e' stancante doverlo andare a spiegare 
continuamente a gente 'studiata' che volutamente lo fraintende).
Se vogliamo parlare di safe spaces, frizioni culturali, problemi nel 
adottare velocemente le istanze di gruppi minoritari che esprimono 
identita' che noi non ci sentiamo, ben venga. Per favore non facciamolo 
partendo dalle riflessioni di due razzisti misogini che hanno scritto 
l'ennesimo libro di panico morale sul fatto che 'gli studenti oggi non 
sanno piu' confrontarsi col pensiero critico'. E' di ieri la notizia che 
due professori della Texas university hanno fatto causa all'universita' 
per avere il diritto di bocciare le studentesse che saltano una classe 
per ottenere un aborto. Questa e' la liberta' di espressione per cui gli 
autori del libro si battono.
E aggiungo per essere chiara: nessun rancore per te che citi questo 
libro, ma sappi che arriva da una specifica storia politica negli USA e 
che gli autori hanno chiaramente espresso posizioni politiche che io non 
mi sento di condividere (e spero molta gente qui dentro sia d'accordo). 
Non so se la consapevolezza su chi sia sta gente sia arrivata in Italia. 
Se non e' arrivata, ora lo sapete.
> Con le cronache internazionali piene di professori sospesi dalle
> università perché hanno detto una parola considerata di troppo, per un
> lavoro per esempio consegnato in ritardo o persino a volte per un
> incoraggiamento. E le richieste degli studenti di indicare come
> "triggering" questo o quel corso. E gli atenei che, a chi fa domanda
> di ingresso, fanno una quindicina di domande sulla loro vita sessuale.
TW: transfobia
Questo dato e' semplicemente falso. La quantita' di professori che viene 
licenziata per "aver detto una parola di troppo" non colpisce la gente 
che non si fa portatrice di istanze progressiste abbastanza velocemente 
(e.g. da casi reali: fa misgendering continuo degli studenti, commenta 
il corpo delle proprie studentesse, o dice che le donne dovrebbero 
essere escluse dalle universita'). Viene licenziato chi prende posizioni 
contro Israele, parla di Palestina in classe, difende i propri studenti 
quando le universita' danno il permesso alla polizia di entrare in 
campus a manganellare indiscriminatamente. Il caso di Angela Davis 
licenziata perche' comunista e' MOLTO piu' comune di un qualsiasi 
stupratore non pentito col dottorato che viene nel migliore dei casi 
sospeso per una settimana.
Due fatti sono veri:
- le destre mondiali hanno costruito un'infrastruttura di generazione di 
panico morale attorno alle rivendicazioni di comunita' di colore, 
sindacati, persone trans-queer-non binarie, donne e inflazionano i casi 
di gente che viene resa responsabile delle proprie azioni per generare 
un dibattito fazioso sulla 'liberta' di espressione' (il libro che citi 
e' un esempio di questa infrastruttura)
- i casi di gente che e' stata 'sospesa' per aver 'detto una parola di 
troppo' sono sempre molto piu' complicati ed estesi nel tempo, 
riguardano sempre professori che superano la linea della decenza umana 
in maniere estese nel tempo. fare misgendering di una studentessa una 
volta non ha mai fatto licenziare nessuno. bullizzare una studentessa 
per un semestre chiedendole di parlare dei suoi genitali, si'. spero sia 
ovvio che i due casi sono abbastanza diversi.
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TW: violenza di genere, transfobia, misoginia
Perche' chi legge possa contestualizzare la situazione negli USA, questa 
e' la mia esperienza insegnando linguistica di genere in una universita' 
californiana R1, un posto dove i repubblicani dicono che la censura 
morale regna imperante e vieni discriminato per non essere 'woke'. 
Questo e' come funziona un semestre di questa classe dal mio punto di 
vista (di 'fascista-antifascista woke'):
- al corso si iscrivono studenti del gruppo repubblicano in campus solo 
per dirottare le conversazioni. l'obiettivo di questa gente non e' 
passare il corso ma solo dare a chi insegna valutazioni basse per 
cercare di far chiudere il corso e rendere le discussioni una pena per 
chiunque
- la settimana in cui parliamo di cultura dello stupro a ricevimento mi 
arrivano almeno 10 persone su 60 a chiedermi di poter saltare le lezioni 
perche' sono sopravvissute di violenza di genere. mi spiegano la loro 
situazione in dettaglio, cosa che e' di una pesantezza emotiva infinita 
(questo non succede ai colleghi uomini cis). in classe, i repubblicani 
'stanno solo facendo domande' e costantemente chiedono 'perche' le donne 
non dicono di no?' 'ma non puo' essere che in fin dei conti vi piace?' 
etc etc.
- la settimana in cui parliamo di biologia, genere, e sesso le 'domande' 
sono fondamentalmente lunghe lamentele sul fatto che le persone trans 
non dovrebbero esistere. io non li fermo perche', per quanto assurdo 
possa sembrare, l'universita' mi richiede di garantire la liberta' di 
espressione anche al pezzo di merda che ha deciso di umiliare le persone 
trans in classe. alla fine della classe cerco di controllare come stanno 
gli studenti che mi hanno detto essere non binari o trans. stanno di 
merda. io non posso fare niente se non dire che 'mi dispiace', ma dentro 
sto ribollendo di rabbia, impotenza, e senso di colpa.
- di solito assegniamo compiti scritti a casa e li correggiamo in classe 
insieme per generare dibattito. smetto di farlo perche' il contenuto di 
alcuni di questi temi e' un lungo elenco di odio verso donne, persone 
non binarie, queer, trans, etc. non sottraggo voti a queste posizioni a 
meno che non abbiano analisi linguistiche sbagliate, ma anche in questo 
caso ho sempre studenti che vengono a lamentarsi a ricevimento dicendomi 
che sono incompetente.
- negli esami questa gente mi dice in faccia che io dovrei essere a casa 
e non davanti a loro ad amministrare l'esame perche' loro credono nei 
ruoli di genere tradizionali. in classe vengo costantemente interrotta.
- alla fine del corso, invariabilmente, ricevo commenti del tipo 
'insegna le sue opinioni politiche, pero' che bel culo' (dove pone 
'opinioni politiche' leggasi 'abbiamo letto Judith Butler in classe 
perche' e' parte del programma di esame')
Ora moltiplicate questa esperienza per ogni dipartimento che insegna 
corsi vagamente attinenti alla politica e per ogni persona che non sia 
uomo bianco cis. Questo e' quello che chi insegna razza, genere, 
religione, sessualita', etc sperimenta ogni giorno in universita'. Alla 
fine del corso, ti prendi una settimana di pausa e ricominci da capo con 
altri pezzi di merda che 'vogliono solo fare domande'. Tre volte 
all'anno, per 30 settimane, io sento uomini bianchi cis ripetermi queste 
cose come se fosse la prima volta che le sento e reagire alla mia noia 
con fastidio perche' pensano sempre che la loro posizione sia unica. 
Come se non avessi mai sentito nella vita una lamentela sul linguaggio 
inclusivo o non avessi mai sentito dire che la mia biologia mi richiede 
di avere figli, e non avessi mai pensato seriamente a nessuna di queste 
questioni, e adesso arriva lui, il maschio, a illuminare il mio cammino. 
E poverino ci rimane male che la mia reazione e' lo sbadiglio. La parte 
piu' ridicola e' questa gente non crede mai che si siano altri uomini 
che hanno gia' pensato a queste obiezioni. Cioe' i baby repubblicani 
sono genuinamente sconvolti nell'apprendere che esistono altri uomini 
contro l'aborto. Io lo ascrivo al fatto che gli uomini cis sono 
socializzati a considerare i loro contributi sempre originali e 
incoraggiati ad esprimerli (ma magari mi sbaglio).
Nel frattempo, fuori dalla mia classe 'woke' transfemminista dove gli 
uomini sono discriminati per le loro posizioni rivoluzionarie (povere 
stelline), in campus ci sono un professore con 23 denunce di stupro, un 
professore che chiede alle sue dottorande trans che cos'hanno nelle 
mutande, un dottorando con 9 colleghe che lo hanno denunciato per 
molestie sessuali documentate (nel mio dipartimento), etc. etc.. Questa 
gente sta saldamente al suo posto da anni senza nessun tipo di 
conseguenza. Il corpo studentesco delle universita' statunitensi non ha 
un apparato mediatico propagandistico che sbandiera i casi giornalieri 
di violenza a cui e' sottoposto, quindi questa violenza non esiste.
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Perche' ho raccontato queste cose? Perche' questa e' la realta' del 
paradiso 'woke' che ci fa paura: un posto dove la violenza verso le 
minoranze esiste quotidianamente e gli uomini bianchi cis piangono il 
loro discomfort nello scoprire che stanno perdendo potere e che la loro 
esperienza non e' il centro del mondo.
Hai portato una serie di questioni interessanti, ma io voglio 
aggiungerne alcune dal punto di vista di chi le 'micro' aggressioni le 
subisce quotidianamente (e in forma molto minore di altri gruppi, sia 
chiaro). Per cui ti (impersonale) chiedo:
- dici che esiste un problema di linguaggio, generazione, cultura, e 
dobbiamo dare il tempo di acquisire e imparare i concetti di genere, 
razza, etc.. assolutamente d'accordo.
aggiungiamo: quando possiamo dire che avete avuto abbastanza tempo e 
risorse per imparare e non avete piu' diritto alla comprensione? il 
movimento femminista in italia esiste dagli anni '70, le rivendicazioni 
queer e trans sono 'mainstream' da almeno dieci anni. a che punto posso 
concludere che semplicemente non hai voglia di imparare? e a che punto 
ritieni lecito che il soggetto che ti sta chiedendo di fare dei cambi 
risponda senza la customer care personality e ti mandi affanculo?
- relazionato al punto prima: possiamo rispondere con reazioni diverse 
dalla comprensione amorevole quando sperimentiamo una 'micro' 
aggressione? abbiamo diritto alla stanchezza e all'overwhelm mentale 
quando spieghiamo a qualcuno per l'ennesima volta un aggiustamento tanto 
semplice quanto usare uno specifico pronome perche' per noi e' 
importante? abbiamo il diritto a fare una richiesta e a non dover 
giustificare il perche' della richiesta ogni volta come se fosse un 
dibattito filosofico dove una delle parti non ha niente da perdere se 
non il tempo e l'altra lo vive come l'ennesima richiesta di 
giustificazione del diritto della sua identita' all'esistenza?
esempio personale di questi due punti: il dibattito sull'asterisco di 
quest'anno per me e' stato semplicemente ridicolo, sia per il messaggio 
sia per il contesto in cui si e' generato. Devo credere che gente che di 
lavoro scrive espressioni regolari non e' capace di comprendere un 
asterisco quando lo vede in un testo? (il cazzo di asterisco, non la 
schwa! e' in giro almeno dal 2001!). Davanti a questa finta 
incompetenza, io voglio avere la possibilita' di smettere di essere 
carina, sorridente, e rassicurante nel farvi notare che per me e' un 
problema interagire con gente che ha le stesse posizioni della destra 
misogina transfobica e antiabortista statunitense. voglio avere la 
possibilita' di dire che io non ho voglia di relazionarmi seriamente con 
chi propone posizioni ascientifiche sul linguaggio inclusivo. infine, 
voglio poter dire che il vostro discomfort nel sentirvi chiamare 
misogini etc. non e' lontanamente paragonabile al mio 'discomfort' del 
crescere imparando a modificare ogni aspetto della mia personalita' nel 
tentativo (fallimentare) di recuperare il controllo su come l'uomo 
davanti a me decidera' di reagire alla mia persona.
---- BACI PERUGINA:
Io ad hackmeeting ho incontrato un sacco di uomini cis molto migliori 
della media che incontro quotidianamente. So che alcune compagne 
condividono questa posizione con me e so che altre non la condividono. 
Sono molto felice del fatto di aver avuto l'opportunita' di incontrare 
questi compagni, pero' non ho biscottini da dare a nessuno. Il minimo 
che e' richiesto per stare in uno spazio cosi' e' l'apertura alla 
decostruzione di quello che abbiamo interiorizzato. Il dibattito in 
buona fede ben venga, le cagate a-la-programmazione neurolinguistica sul 
lavaggio del cervello 'woke' ad opera del linguaggio inclusivo NON SONO 
dibattito in buona fede e non vanno intese come tale. Vedasi: sealioning 
(
https://en.wikipedia.org/wiki/Sealioning).
Per me e' fondamentale capire la differenza tra questi due concetti e 
smettere di giustificare l'incompetenza programmata di gente a cui 
semplicemente non frega niente di aprirsi al dibattito. E non dico 
neanche che questa gente vada esclusa: se non volete farvi portatori di 
istanze di uguaglianza di genere (o altro) che non condividete, va 
benissimo. Pero' va anche bene che ci sia chi non vuole essere vostra 
amica perche' attorno a voi non si sente a suo agio. Purtroppo la 
sicurezza, la fiducia, e le relazioni gioiose con le vostre compagne non 
le costruirete vincendo un dibattito filosofico, quindi valutate voi.
un abbraccio e grazie di aver sollevato il discorso,
i-330
-- 
- Ma, I-330, questo è assurdo. Dal momento che il numero dei numeri è 
infinito, quale ultimo numero vuoi da me?
- E tu quale ultima rivoluzione vuoi? Non c'è un'ultima rivoluzione, le 
rivoluzioni sono senza fine.