Re: [Hackmeeting] Comunicazione alla lista dall'assemblea di…

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Auteur: Andrea Collina
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À: hackmeeting
Sujet: Re: [Hackmeeting] Comunicazione alla lista dall'assemblea di Hackmeeting
Carissim*,
Questa dell'opt-in mi sembra una cosa sensata ma a mio parere non risolve il problema. Quale problema?

Che questa lista rispecchia perfettamente quanto scritto sul sito di hackmeeting ( " L’[https://hackmeeting.org/hackit24/info.html]/hackmeeting[https://hackmeeting.org/hackit24/info.html]/ è l’[https://hackmeeting.org/hackit24/info.html]incontro[https://hackmeeting.org/hackit24/info.html] annuale delle controculture digitali italiane, di quelle comunità che si pongono in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle tecnologie all’interno della nostra società. Ma non solo, molto di più. Lo sussuriamo nel tuo orecchio e soltanto nel tuo, non devi dirlo a nessuno: l’hackit è solo per hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa s/battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua.")
Ovvero che questa pseudo descrizione ( in gran parte negativa, dicendo cosa NON siamo) non crea una comunità bensì un aggregato di individui che in comune ha quasi niente se non dei presunti nemici ( per cui di solito, quelli "bravi" fra noi vanno a lavorare).

Potrebbe sembrare un problema da poco ma non lo è.

Siamo sicuri che il problema  che possiamo/dobbiamo risolvere sia il controllo ( altrui o nostro)?

Che forma di organizzazione sociale abbiamo o vorremmo avere?
La retorica orizzontalista del "non ci sono ruoli e gerarchie" è chiaramente falsa. Non ci sono gerarchie formalizzate ma si creano ( e vanno continuamente negoziate) appena si decide o si fa qualcosa. Le assemblee non sono spazi neutri ne accoglienti, emerge chi conosce meglio il linguaggio della tribù ( fa content* un po tutt*) e le tecniche per prevalere ( tanto non si vota). 

1)Si creano quindi gerarchie informali basate su autosfruttamento ( richezza, solitudine, narcisismo), perché chi dedica più tempo ed energie al movimento ne diventa leader riconosciuto e autorevole ( o semplicemete è sempre presente perché non ha lavoro-famiglia-affetti-altre passioni).
2) non è chiaro cosa questo movimento/comunità voglia ottenere, perché ognun* è spint* da motivazioni proprie disparate. Molto spesso da caratteristiche psicologiche di oppositivitá provocatoria, paranoia, ricerca del totale controllo, incapacità a comunicare fuori da canali anonimi e digitalizzati...
3)  Questa forma organizzativa ( intendo l'autogestione) è facilissimamente infiltrabile da forze dell'ordine e questo pseudo-aninimato protegge molto più l'identitá degli infiltrati ( che ovviamente non hanno passato ma osservano, chiacchierano, provocano) che quella dei compagni attivi ( che facendo qualcosa si radicano a luoghi, iniziative, pubblicazioni, programmi, eventi) risultando così facilmente individuabili.
4) A mio parere sarebbe il caso di confrontarsi su questi temi e vedere anche di cambiare qualcosa perché il mondo va avanti, la "comunità hacker", per ragioni anagrafiche e quindi di radici sociali, è sempre più anarco-capitalista ("gestirsi la vita come preferisce"=libertá nel mercato non regolamentato?)  nei fatti ( come in effetti è sempre stata negli USA), e le belle e importanti iniziative che si fanno rispecchiano sempre più un ristrettissimo gruppo di persone molto chiuso al suo interno.
5) non sono potuto venire all'hackmeeting, se fuori dalla mia città difficile che potrei tornarci. Ma anche non c'era un argomento che mi interessava.  Sinceramente con quello che stiamo vivendo, se queste sono le conoscenze che ci trasmettiamo per attuare la trasformazione sociale, siamo messi molto male. Quindi evolversi o morire.

Abbracci,

Andrea Collina