Autor: scarph@autistici.org Data: Para: hackmeeting@inventati.org Assunto: [Hackmeeting] Puzza di Hackmeeting
Puzzo di hackmeeting! La sveglia mi sveglia, lunedi maledetto e sento
questa puzza che non se ne vuole andare, forse e' la maglietta che
puzza? No no, sono io che puzzo, puzzo di hackmeeting!
Puzza di hackmeeting, una puzza particolare, un concentrato di carne,
sudore, polvere, cani bagnati, cessi only shit, turche, chiacchiere,
chincaglierie, abbracci e cibarie e tutta la gente che ti viene addosso
e che ti puzza addosso, puoi provare a lavarti e levarti di dosso sta
puzza, ma la puzza persiste, vuole stare la' con te, emana esalazioni
dall'epidermide ma c'e' qualcosa di piu' profondo, che scava e vive
dentro di te e che prova a uscire fuori da tutti gli orifizi
contemporaneamente. Il corpo sotto la pelle è una fabbrica surriscaldata
e il malato brilla, riluce, da tutti i pori, scoppiati.
Stavolta treno e comodità e ninnenanne, non c'è il mare e il non finito
di calabria terra d'amuri e di muri, qua ci sono i vialoni dritti della
periferia bresciana, linda e pulita manco fosse la sbizzera epporcoddio,
b&b hipster, defecazione della gentrificazione e chiavi e password ma
non andate verso sinistra che ci sta il quartiere con la gente brutta:
signora mia, io la gente brutta la cerco e la trovo sempre, forse e' per
questo che gia' puzzo di hackmeeting e manco me ne sono accorto.
Magazzino 47, magnamo, troviamo il gancio per il fumo e poi le cipolle e
la banda del prezzemolo. Si affetta, si spiuma, ci si racconta la vita,
di fronte a lavandini in acciaio inox 304, il coltellaccio affilato come
un rasoio che assomiglia alla precarieta' che ci fa a brandelli ma e'
sempre meglio che andare ad obliterare ogni giorno un cartellino? Cazzo
ce frega, visto che siamo nulla potevano dircelo prima di nascere ma
aspetteremo di andare in pensione per continuare a morire a stento di
stenti.
Inizio a puzzare davvero, incontri nuovi, puzza di gente, puzza di
spezie, puzza di vomito di cane, puzza di Palestina, puzza di vere
hackerz. Puzza di pollaio, di avicoltura e di spillover.
Trovo il posto perfetto, annusando la panchina dell'amore e resto li ad
aspettare che la notte mi porti verso un puzzle di puzze mai sentite.
Immobilismo isolazionista nichilista, prolisse e mai loquaci ma infatti
mi piace stare con te perche' fai ride!
Dobbiamo fare la via cru-cis, entri maschio cisgender ed esci boh. Le
stazioni del calvario verso il sol del divenire. Nel frattempo c'è
l'esegesi (scusate non so usare gli accenti neanche nella lingua parlata
che in realta' mi parla e dice: porcoddio come puzzi!) dei cori ultras
(o ultra, o ultrà) e la brazilian techno.
Imprechiamo contro il colonialismo portoghese, anglosassone e valdostano
e accendiamo le nostre micce inginocchiati in vajrasana davanti al
mausoleo di Judith Butler, perche' niente a senso, soltanto l'esalazione
marcia dei nostri corpi e delle nostre puzze, puzza di terra, puzza di
piedi, puzza di fumo, puzza di realtà.
Andiamo allegramente in burnout, perchè cmq nun se dorme da du' mesi e
ci sta pure il trasloco e nel frattempo il pane per la panzanella si e'
ammosciato e domani come se fa? Nun te preoccupa' alle 10 sto qua a da'
'na mano, me metto la sveja (se se).
E' quasi l'una, puzza di culo e di cacca, puzza di caffè marcio, puzza
di merendine avariate. Colazione al bar cinese e poi dritto al cimitero
a sentire puzza di morte. Si avevo detto alle 10, ma si sa che le parole
non posso puzzare, al massimo arrivano tardi perchè sono
psycho-borderline e prendo a serciate ciccio con i petstones. Ma dici
che le donne quest'anno non sono venute perchè non s'è fatto il prehack
a perugia, ma hackmeeting alla fine e' davvero un posto accogliente? Voi
romani parlate come cartavetrata. E allora andiamo in "modalità aereo" e
se magnamo la capoccia pensando al problema di come si piscia, ciccio ha
lasciato il laser sul treno per Milano, facciamo un'altra canna bella
grossa e lo facciamo raggomitolare accarezzandolo come si fa con i gatti
casalinghi che hanno perso il giochino preferito, Madama Dorè sa puzza
di gatto volta la carta e paga il riscatto e intanto i telefoni vanno
dall'analista, la polizia sta col postodesbrocco davanti al cimitero e
spara malware e la popolazione puzza di nazifascismo. Facciamo la cena e
poi laviamo le pentole e te lascio la cucina che nun e' che risplende:
abbaia!
Puzza di detersivo, puzza di cibo incrostato sul fondo delle pentole,
puzza di acqua sporca e pezzi di puzza di bresciani che fanno la festa
di radio onda puzza e che alla fine, al confronto, hackmeeting e' na
passeggiata de salute. Ma cmq a brescia il sangue infetto riprende a
scorrere nelle nostre vene, andiamo a sentirci i ten minutes con
pippobaudo che fa finta di fare il presentatore, microfoni a stecca,
contro lo stato lotta armata sara', Carletto Mazzone e Atalanta merda,
ricomincia il brazil techno revival, sono nato nel sole di un paese
grande che libero forse non e' stato mai, ci pigliamo bene parlando
toscano e rovinando finalmente e definitivamente l'itaglia intera, siamo
belle come il sole, ma il sole ancora non puzza di sole, danziamo alla
fine del mondo, parlando di come distruggere e crocifiggere troll e
mailing list a tempo di samba sintetico merdoso, ballando come un
derviscio rotante percepisco precisamente la lesione interiore. Stati di
agitazione permanente. Sento la puzza che torna a salire fortissima,
come una colata di lava putrida, come la discarica di malagrotta, come
il lago di cocito, come i fetidi acquitrini bresciani che trasudano
diossina dalle nostre ascelle mentre siamo in viaggio ai bordi della notte.
E ancora puzza di me, di noi, di letti senza coperte, di incontri
bastardi, di magazzini e biciclette nascoste, di mille cani e milioni di
poliziotti morti, la puzza di sudore e il tanfo grottesco degli aliti e
dei battiti di ciglia. Puzza di decisioni finalmente prese per farla
finita col giudizio di quel porco di dio e dei suoi tristi discepoli,
l'elezione divina dei trapanatori di ovaie, i piallatori di clitoridi,
il patto tripartito dei chiodi di cristo arrugginiti. Due melanzane e le
ultime canne cosi' finiamo tutto prima di ripartire, la puzza di
sciopero, la puzza di treno, la puzza di sonno.
Stazione Tiburtina, ultimi saluti, ma ormai la puzza non se ne va piu',
resta dentro a martoriare l'olfatto e tutti gli altri insensati sensi e
a ricordarti di un altro hackmeeting appena passato aspettando il
prossimo, senza lavarsi, con la puzza che si cristallizza in croste
putrescenti, stimmate pagane, cicatrici corrose, scarificazioni
dell'inconscio, i segni incancellabili della bellezza che a volte
riusciamo a costruirci.