[RSF] I: due articoli: 1) 25 aprile di lotta o commemorazion…

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Autore: pilar castel quarzell
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To: Poema, forumroma@inventati.org, miriampalumbo32@gmail.com
Oggetto: [RSF] I: due articoli: 1) 25 aprile di lotta o commemorazione? ; 2) scienza, empirismo e razionalismo nei filosofi greci della natura

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Da: brandienzo1940@??? <brandienzo1940@???>
Inviato: martedì 30 aprile 2024 16:31
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Oggetto: due articoli: 1) 25 aprile di lotta o commemorazione? ; 2) scienza, empirismo e razionalismo nei filosofi greci della natura


I due articoli saranno pubblicati sul numero di maggio della rivista "Voce di GAMADI"



25 APRILE DI LOTTA, O COMMEMORAZIONE ?

Qualche sera fa ascoltavo l’intervista del giornalista Diego Bianchi ad una graziosa giovane cantante nel corso della trasmissione Propaganda-Live sulla 7. La cantante si lamentava delle divisioni che si erano manifestate durante le manifestazioni per il 25 aprile. Analoghi concetti sono stati espressi dal noto giornalista Marco Travaglio sul “Fatto quotidiano”.

Il problema che si è posto a tanti antifascisti che hanno partecipato alle manifestazioni , tra cui il sottoscritto, è se ha senso che il 25 aprile si limiti ad una giusta commemorazione dei fatti di 79 anni fa (la resa delle truppe tedesche nell’Italia settentrionale che ha segnato la “Liberazione” dell’Italia dal Fascismo e dall’occupazione nazista) o se la giornata debba essere contestualizzata e debba servire a ricordare e sostenere tutte le lotte antifasciste e di liberazione che avvengono nel mondo di oggi.

A tale proposito è apparsa sotto molti aspetti anche stucchevole e male impostata la polemica scatenata dalla censura cui è stato sottoposto lo scrittore Scurati, che aveva giustamente ricordato il delitto Matteotti e le malefatte del Fascismo; ma Scurati aveva poi ridotto la sua richiesta ad una retorica e necessariamente ipocrita dichiarazione di “Antifascismo” da parte della post-fascista Meloni. Scurati, già sostenitore del governo atlantista e difensore del capitalismo finanziario più antipopolare di Draghi, non è andato al nocciolo della questione. Oggi certamente l’apparato repressivo dello stato appare incrementato in accordo con le pulsioni autoritarie dei post-fascisti. Tuttavia non si può non ricordare che le politiche atlantiste, guerrafondaie, filocapitaliste ed antipopolari del governo Meloni non differiscono sostanzialmente da quelle operate dai precedenti governi basati sul PD. Le botte agli studenti italiani che manifestano per la libertà della Palestina non sono molto diverse dai divieti, le botte e gli arresti che i governi “democratici” degli USA o della Germania ordinano nei confronti degli studenti e degli intellettuali che protestano, tra cui moltissimi coraggiosi Ebrei democratici. Ricordiamo che la protesta solo negli USA ha coinvolto già 38 università e si allarga continuamente.

Giusto quindi scendere in piazza per ricordare che oggi la “Liberazione” passa anche attraverso l’opposizione alle politiche di guerra della NATO sostenute in Italia in modo “bi-partizan” dal governo e dall’opposizione, e quindi per l’uscita dell’Italia dalla NATO; e poi per la contestazione nei confronti del governo guerrafondaio di Kiev, che si ispira apertamente alle formazioni naziste che durante la Seconda Guerra Mondiale combatterono contro l’Armata Rossa, massacrarono gli Ebrei e montarono la guardia ai campi di concentramento e di sterminio; e poi per la richiesta di cessate il fuoco in Palestina, per il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese oppresso da quasi 80 anni, e la fine delle politiche razziste fino al genocidio nei confronti dei Palestinesi che hanno spinto il ministro della Difesa di Israele Gallant a dire che i Palestinesi non sono umani, ma “animali”, e come tali vanno trattati. Lo slogan dei Sionisti fondatori di Israele. “un popolo senza terra per una terra senza popolo” ricorda l’atteggiamento dei colonizzatori bianchi in America o Australia che consideravano le terre abitate dai popoli indigeni come “vuote”.

A questo proposito molto male hanno fatto i sostenitori della cosiddetta “Brigata Ebraica” a sfilare a Milano insieme agli ultranazionalisti ucraini di destra russofobi e filo-nazisti. Gli epigoni della Brigata Ebraica, che hanno sempre inneggiato a Israele e le sue politiche durante tutte le passate manifestazioni del 25 aprile, hanno sempre avuto un atteggiamento molto aggressivo verso i manifestanti filo-palestinesi, che è giunto anche all’aggressione fisica. Quest’anno per fortuna a Roma il comportamento sostanzialmente corretto delle forze dell’ordine, che si sono interposte, ha impedito lo scontro fisico, che si è limitato a insulti a distanza ed il lancio di qualche petardo. Purtroppo non sono stati impediti le provocazioni e gli scontri a Milano.

Per capire la posizione degli epigoni della Brigata Ebraica che intervengono ogni 25 aprile sventolando le bandiere di Israele, vorrei ricordare l’ottimo articolo del giornalista Alberto Fazolo “I millantati crediti della Brigata Ebraica” (dalla rivista Contropiano). La brigata, formata da poco più di 1000 uomini ebrei provenienti dalle colonie in Palestina (allora sotto il mandato britannico) partecipò (inquadrata nell’esercito britannico) solo all’ultimo mese di guerra nel 1945 quando i Tedeschi in rotta erano prossimi alla resa, per poi potersi sedere al tavolo dei vincitori e chiedere la spartizione della Palestina contro la volontà della maggioranza arabo-palestinese che costituiva oltre il 70% della popolazione. La Brigata ebbe solo una trentina di morti. Ben altro contributo alla sconfitta del Nazismo hanno dato gli Ebrei sovietici caduti in quasi 200.000 combattendo con l’Armata Rossa contro l’esercito tedesco e le migliaia di Ebrei polacchi caduti nell’aprile e maggio del 1943 nella disperata ed eroica difesa del ghetto di Varsavia.      Roma 29.4.2024, Vincenzo Brandi





Realismo, Materialismo, Empirismo: la più grande Rivoluzione Culturale della Storia: dagli atomi di Democrito alla Scienza Moderna

(Questo articolo è tratto liberamente dal libro “Conoscenza, scienza e filosofia” di V. Brandi, 2020)

Il metodo della conoscenza empirica e razionale basato in prima istanza sull’osservazione della realtà è nato 5 secoli prima di Cristo sulla costa asiatica dell’Anatolia dove si trovavano le antiche città greche della regione detta Ionia, come Mileto, Samo, Priene. Questo evento si può considerare come la più grande rivoluzione culturale della storia.

Nei millenni precedenti gli uomini primitivi della specie “Sapiens”, ma in parte anche quelli di altre specie, come i Neanderthal, avevano sviluppato molte utili conoscenze: come accendere ed utilizzare il fuoco, come utilizzare la ruota, come produrre armi per cacciare e sostentarsi ed utensili per tutti i giorni, come costruire abitazioni sicure e calde. Avevano sviluppato anche una serie di credenze, come quella di pensare che dietro i fenomeni naturali vi fossero spiriti e divinità, da tenere buone con offerte e sacrifici, e che si potessero ottenere risultati attraverso rituali magici. Molti di questi miti e credenze erano passati alle religioni più recenti, come il culto degli Dei egiziani con testa di animali (residuo di antichi Totem tribali) e innumerevoli miti della creazione del mondo che rimbalzavano dal mondo sumero-babilonese, a quello ebraico, ed a quello greco.

I primi filosofi naturalisti, empiristi e razionalisti, come Talete, Anassimene, Anassimandro, dettero vita alla Scuola di Mileto . Nacquero poi altre scuole come quella “atomista” - iniziata da Leucippo, trasferitosi da Mileto ad Abdera – la cui opera fu continuata dal grande Democrito (un filosofo all’epoca importante come Platone ed Aristotele), e ripresa nella successiva epoca ellenistica da Epicuro . Essi si affidarono, nella loro ricerca della verità, all’osservazione della natura ed a considerazioni razionali, e non religiose o mitologiche, per scoprire le leggi della realtà.    Per questo furono chiamati “fisici” dalla parola dell’antico greco “fiùsis” che significa “natura”.


Il fisico italiano Carlo Rovelli, noto autore anche di opere divulgative, nel suo libro “Cos’è la Scienza: la Rivoluzione di Anassimandro”, mette in luce come questo interessante filosofo cercasse la spiegazione dei fenomeni nella stessa natura delle cose. Anche il grande fisico quantistico Heisenberg, nella sua opera “Fisica e Filosofia” loda Anassimandro per aver parlato di un’unica sostanza materiale che costituisce il mondo, una sostanza indefinita ed infinita, l’Apeiron (“senza limite”) che potrebbe coincidere con il concetto moderno di materia-energia. La grande modernità di Anassimandro è testimoniata anche dal fatto che considerava la Terra sospesa nello spazio ed elaborò un primo abbozzo di Teoria dell’Evoluzione, così come fece anche un altro filosofo naturalista e medico, il siciliano Empedocle, che abbozzò anche un meccanismo di Selezione Naturale. Un altro pensatore di Mileto, il geografo Ecateo, contestava i miti affermando: “dico solo ciò che mi sembra vero”. Il pensiero di questi antichissimi intellettuali era anche operativo: si tramanda che Talete misurava la distanza delle navi da terra e l’altezza delle piramidi usando criteri matematici semplici (la similitudine dei triangoli) e faceva incetta di frantoi quando prevedeva in base a dati sperimentali che il raccolto delle olive sarebbe stato abbondante.

Il più importante filosofo della Scienza di questo gruppo di filosofi naturalisti è stato certamente Democrito. Secondo il noto fisico quantistico statunitense Richard Feynman, la singola frase che contiene il maggior numero di informazioni sul nostro mondo è quella degli antichi atomisti:” tutto è fatto di atomi”. Tra i sostenitori dell’atomismo ricordiamo Galilei, Newton, Gassendi, Giordano Bruno, Dalton, Poincaré, Maxwell, Boltzmann, Planck, Einstein, e tanti altri fisici e filosofi, compresi i fisici quantistici come Bohr ed Heisenberg. Molto interessante anche l’affermazione di Democrito che gli atomi per muoversi, scontrarsi, aggregarsi, formare interi infiniti mondi in continua trasformazione (concetti modernissimi!) hanno bisogno del vuoto, cioè di un mezzo in cui spostarsi. Questo argomento è stato tra i più discussi in Fisica; da Aristotele che negava l’esistenza del vuoto, a Cartesio e tutti i fisici che ipotizzavano la presenza di un fantomatico “etere”, fino ai giorni nostri in cui si parla dello spazio come somma di campi di forza gravitazionali, atomici ed elettromagnetici.

Molti si chiedono se non sia freddo e noioso un filosofo che si interesserebbe solo di atomi. In realtà Democrito fu un pensatore enciclopedico, stimato da Seneca e Cicerone. S. Martini, nel suo libro ” Democrito filosofo della Natura o filosofo dell’Uomo”, ed. Armando 2003, metteva in luce che il “materialista” Democrito fu portatore di una morale umanistica. La massima “ama il tuo prossimo” è stata coniata da Democrito 5 secoli prima di Cristo, ma con uno spirito laico: se tratterai amorevolmente il tuo prossimo, questo ti darà serenità all’animo ed è probabile che anche lui ti restituisca amore. Frasi simili ritroviamo in Epicuro (alla cui scuola potevano accedere sia le donne che gli schiavi, pur nell’antica civiltà maschilista e schiavista) che parla sempre di atteggiamento giusto e solidale verso il prossimo. Purtroppo le numerose opere di Democrito – di cui restano solo citazioni -sono andate tutte perdute molto probabilmente per la censura operata nei confronti della sua scuola, prima dai Platonici “idealisti” e poi dai Cristiani.

Uguale censura fu operata anche contro lo stupendo poema filosofico “De Rerum Natura” in cui il grande poeta latino Lucrezio – considerato “pazzo” dalla tradizione cristiana - esponeva in versi le teorie atomiche. L’altro poeta latino Ovidio lodava questo poema senza mezzi termini dicendo che “i versi del sublime Lucrezio periranno solo quando perirà il mondo”. L’opera, completamente scomparsa, fu ritrovata per caso in un papiro dall’umanista Bracciolini nel 1417, ma poi vietata dalla Chiesa. Ne ricordiamo alcuni splendidi versi: “….la Natura, libera, affrancata da padroni superbi, di per sé stessa compie tutto senza gli Dei ….” (7)

In quest’opera possiamo leggere quale fosse la prova che gli atomisti davano dell’esistenza degli atomi: e cioè i moti “browniani” del pulviscolo sospeso nell’aria spinto dai moti di atomi e molecole, prova che coincide con la prova fornita da Einstein e Perrin 2400 anni dopo. La modernità di Democrito è attestata anche dal fatto che nel suo pensiero sono impliciti o espliciti concetti moderni quali la relatività del moto, la conservazione dell’energia ed il principio di inerzia.

Molti commentatori ritengono che i filosofi della Natura fossero più speculativi che sperimentali; ma vi sono molte prove del contrario: si sa che Talete conosceva bene gli effetti elettrici dell’Ambra (in greco “Elektron”, da cui la parola moderna “Elettricità”) e quelli magnetici della Magnetite. Anassimandro costruiva orologi solari, ed Empedocle era anche un medico-guaritore e si interessava del ramo scientifico più empirico, la Medicina, sviluppata in quegli antichi secoli anche dalla gloriosa scuola medica di Cos, da Ippocrate e dal pitagorico Alcmeone.