[nuovopci] Dal 25 aprile al 1° Maggio e piùavanti, fino a un…

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Autore: Delegazione del (nuovo)PCI
Data:  
To: Npci Inter
Oggetto: [nuovopci] Dal 25 aprile al 1° Maggio e piùavanti, fino a una nuova Liberazione
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Comunicato CC 12/2024 - 29 aprile 2024

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Dal 25 aprile al 1° Maggio e più avanti, fino a una nuova Liberazione

Sviluppare i risultati raggiunti con le mobilitazioni del 25 Aprile

Nelle piazze del 25 Aprile, a Milano e a Roma con più evidenza ma anche
nelle altre città, si sono mescolati e scontrati l'antifascismo popolare
e l'antifascismo padronale.

L'antifascismo popolare marcia sulle gambe di chi lotta contro la
guerra, contro l'invio di armi al regime fantoccio di Zelensky, contro
il sionismo e a fianco della resistenza palestinese (l'antifascismo è
antisionismo), per chiudere le basi USA-NATO e mettere fine al
protettorato USA sul nostro paese, nella lotta per farla finita con la
strage di lavoratori, con la precarietà e la miseria, con lo
smantellamento della sanità e della scuola pubblica, con l'inquinamento
dell'ambiente, con la persecuzione degli immigrati, con la repressione.

L'antifascismo padronale non è solo quello che deturpa le manifestazioni
del 25 Aprile con le bandiere dei sionisti di Israele genocidi, del
governo fantoccio filonazista di Zelensky e, negli anni scorsi, con
quelle della NATO. Non è solo quello che depone corone per i caduti
della strage delle Fosse Ardeatine mentre è complice dei sionisti di
Israele che a Gaza stanno facendo peggio dei nazisti. Non è solo quello
che celebra la Costituzione del 1948 mentre la viola apertamente con le
basi USA-NATO disseminate nel paese, che ha fatto dell'Italia il
retrovia delle guerre a stelle e strisce, che partecipa a e dirige anche
missioni di guerra (vedi Aspides nel Mar Rosso) e che "sotto l'ombrello
della NATO" trascina il nostro paese nella nuova guerra mondiale.
L'antifascismo padronale è quello che condanna il regime fascista del
1922-1945, il "totalitarismo", la persecuzione degli oppositori
democratici, le manifestazioni "volgari e incivili" del fascismo come
l'olio di ricino e le leggi razziali, ma accetta e difende il potere di
un pugno di capitalisti (finanzieri, industriali, banchieri, ecc.) di
decidere della vita del resto della popolazione, lo sfruttamento dei
lavoratori, la miseria, la condanna al lavoro per tanti e la vita da
parassiti per alcuni, i privilegi, la corruzione economica e morale, le
cricche di potere, il clientelismo, le stragi di Stato, la politica
occulta, l'arroganza antipopolare, la devastazione ambientale, lo
smantellamento di interi settori produttivi. È l'antifascismo che trova
un terreno d'intesa con Meloni e gli altri scimmiottatori del fascismo,
perché sono i rappresentanti politici della stessa classe. È
l'antifascismo di chi fa una blanda opposizione in Parlamento
all'autonomia differenziata e al premierato di Salvini e Meloni dopo
aver alimentato la divisione e le differenze tra Nord e Sud del paese (o
non aver fatto nulla per colmarle) e aver ridotto il Parlamento a una
camera di ratifica delle decisioni del governo, innalzato gli
sbarramenti elettorali, le liste bloccate e le altre misure cosiddette
"pro governabilità", posto limitazioni crescenti alla partecipazione
delle masse popolari con liste autonome alle elezioni, fatto ricorso a
colpi di mano quando gli elettori "non hanno votato bene".

L'antifascismo popolare è anzitutto lotta contro il capitalismo, la
miseria, l'oppressione di classe e i privilegi, lotta per l'eguaglianza,
contro la schiavitù del bisogno e della paura per la maggioranza della
popolazione che si esprime anche in sentimenti, idee, manifestazioni e
cerimonie contro l'oppressione padronale e clericale che il regime
fascista e Mussolini hanno incarnato per più di vent'anni e contro la
Repubblica Sociale Italiana - la Repubblica di Salò (1943-1945)
nazifascista. L'antifascismo padronale è invece sfruttamento di questo a
fini elettorali, clientelari e affaristici. È uno dei modi con cui
confondono e manipolano i cuori e le menti delle masse popolari (è uno
strumento del primo pilastro del regime di controrivoluzione preventiva
[6]). Nel nostro paese, non possono farne a meno. Questo li costringe ad
andare cauti con gli antifascisti popolari, a protestare quando la
polizia malmena i liceali a Pisa, a non vietare le bandiere palestinesi
al 25 Aprile, ad avere a che fare con gli antifascisti popolari
nell'ANPI e nella CGIL (dove gli antifascisti padronali sono per adesso
più forti di noi).

L'antifascismo padronale si ferma alle parate per il 25 Aprile, alle
buone parole in occasione degli anniversari e alle grida sul "pericolo
di destra" alle elezioni. L'antifascismo popolare prosegue e sviluppa i
risultati delle manifestazioni del 25 Aprile con le mobilitazioni del 1°
Maggio, con la manifestazione nazionale del 1° giugno "contro il governo
Meloni, il riarmo e la NATO, contro la guerra interna ai lavoratori e
quella esterna, che oggi significa inviare miliardi all'Ucraina e
chiudere gli occhi sul genocidio dei palestinesi", con le mobilitazioni
contro il G7 e le altre scadenze nazionali già in programma e quelle che
verranno, con le occupazioni e proteste nelle università, con le
mobilitazioni contro la chiusura, la delocalizzazione e la riduzione
delle aziende, con le lotte dei comitati ambientalisti, antimilitaristi,
ecc., usando la campagna elettorale per rafforzare ognuna delle lotte in
corso, per coordinare gli organismi che le promuovono, per unirle
intorno all'obiettivo di cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un
Governo di Blocco Popolare [7] che agisca al servizio delle masse
popolari organizzate.

Per una nuova Liberazione con cui "alzeremo sopra al Quirinale la
bandiera rossa" e porteremo così a compimento la lotta dei Partigiani

L'antifascismo popolare è l'erede della lotta vittoriosa che i
Partigiani hanno condotto dal 1943 al 1945: non esiste né può esistere
una "memoria condivisa" della Resistenza tra chi ieri come oggi ha
combattuto e combatte dalla parte giusta della storia e chi la storia
pretende di fermarla alla barbarie del capitalismo e del sistema
imperialista. Esso ha continuato a vivere nel cuore e in mille
iniziative delle masse popolari, anche se la linea adottata dai
revisionisti moderni che capeggiavano il PCI ha impedito che dalla
vittoria della Resistenza sorgesse un'Italia socialista.

Vincendo la guerra interna fermeremo anche la guerra esterna

La lotta contro la guerra di sterminio non dichiarata (la guerra
interna) finalizzata a costituire un governo di emergenza popolare è
l'unica lotta efficace contro l'estensione della Terza guerra mondiale.
La guerra viene fatta nell'interesse dei gruppi imperialisti e
arricchisce soltanto loro, ma non è nata dalla cattiva volontà o dai
calcoli sbagliati di uno o dell'altro dei membri della loro Comunità
Internazionale e dei criminali che sono a capo dei governi dei loro
paesi.

La guerra è un parto necessario della crisi generale del capitalismo:
non è possibile porre fine alla guerra senza rovesciare il sistema
capitalista almeno in alcuni dei maggiori paesi imperialisti, cioè senza
un salto della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, senza che
almeno uno dei grandi paesi imperialisti rompa le catene della Comunità
Internazionale e in questo modo apra la via e mostri la strada anche
alle masse popolari degli altri paesi.

È in questo modo che porteremo a compimento anche l'opera dei Partigiani
e arriveremo a regolare i conti non solo con gli eredi e i nipoti dei
fascisti di ieri, ma anche e soprattutto con i loro mandanti: i grandi
industriali e le loro organizzazioni, i grandi banchieri, i finanzieri e
gli squali della speculazione, la gerarchia vaticana, la criminalità
organizzata, gli alti gradi dell'Esercito alla Vannacci e gli alti
funzionari dello Stato e della Pubblica Amministrazione, i sionisti, gli
imperialisti USA e quelli UE. Regoleremo cioè i conti con i vertici
della Repubblica Pontificia.

Per vincere la "guerra interna" è importante che tra i promotori
dell'antifascismo popolare ci sia una "memoria condivisa" sui motivi per
cui l'Italia del dopoguerra è finita in mano ai democristiani ed è
diventata un protettorato degli imperialisti USA. È stato grazie agli
industriali e agli agrari, cioè a causa della loro forza, della
repressione e della loro presa sulle masse popolari? Oppure perché dopo
essersi messo (su indicazione dell'Internazionale Comunista) alla testa
della lotta contro il nazifascismo, aver costretto tutte le forze
borghesi a seguirlo su questa strada (era l'unica via possibile per
tutte le forze che volevano avere voce in capitolo nel dopoguerra, come
ebbe a dire il generale Raffaele Cadorna) e aver sconfitto i
nazifascisti, il PCI diretto dai revisionisti moderni capeggiati da
Togliatti si adattò ad abbandonare la lotta per instaurare il
socialismo? Perché anziché guidare le masse popolari a continuare la
lotta fino a instaurare un nuovo ordinamento sociale conforme ai loro
interessi, il PCI presentò il nuovo regime borghese poggiante sul
Vaticano e l'imperialismo USA come un regime fondato sul "potere
popolare", accettò di fare della Costituente e della elaborazione della
Costituzione il terreno principale dello scontro tra le classi oppresse
e le classi dominanti (che così guadagnarono tempo, consolidarono le
proprie posizioni e a quel punto elusero le promesse e gli impegni
scritti nella Costituzione, che restarono lettera morta salvo quelli
imposti con dure lotte dalle masse popolari), liquidò via via la forza
politica e militare che la classe operaia e le masse popolari avevano
raggiunto con la lotta partigiana culminata nella Resistenza contro i
nazifascisti (1943-1945)?

Noi oggi siamo nel pieno di quei cambiamenti oggettivi indicati da Lenin
come caratteristici di una situazione rivoluzionaria: "1. impossibilità
per le classi dominanti di conservare il loro dominio senza modificarne
la forma; 2. un aggravamento maggiore del solito dell'angustia e della
miseria delle classi oppresse e 3. in forza delle cause suddette, un
rilevante aumento dell'attività delle masse". Lenin però avvertiva anche
che la rivoluzione nasce solo da quelle situazioni rivoluzionarie in cui
a questi elementi oggettivi si aggiunge una trasformazione soggettiva:
"la capacità della classe rivoluzionaria di compiere azioni
rivoluzionarie di massa sufficientemente forti da poter spezzare (o
almeno incrinare) il vecchio regime, il quale, anche in periodo di
crisi, non 'crollerà' mai da sé se non lo si 'farà crollare'". Solo le
masse popolari possono dare soluzione alle contraddizioni in cui si
dibattono, ma sono in grado di farlo solo sotto la direzione dei
comunisti e a patto che questi abbiano una comprensione abbastanza
avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di
classe e sulla base di questa la spingano avanti.

L'instaurazione del socialismo in un paese imperialista e per di più
sede del Papato qual è l'Italia, anche solo un deciso salto di livello
della rivoluzione socialista come la costituzione del Governo di Blocco
Popolare, spezzerebbe la spirale distruttiva di guerre, epidemie,
devastazione ambientale, miseria, abbrutimento in cui il dominio della
borghesia imperialista trascina le masse popolari del mondo intero ed è
anche l'aiuto principale che noi comunisti italiani possiamo dare alla
rivoluzione negli altri paesi e a tutti i popoli che lottano per
liberarsi dall'oppressione del governo di Washington e dei sionisti.
Analogamente a come i comunisti russi con la rivoluzione culminata
nell'insurrezione dell'Ottobre 1917, la creazione dell'Internazionale
Comunista nel 1919 e la costituzione dell'URSS nel 1922 spezzarono il
corso delle cose che aveva portato i grandi gruppi imperialisti mondiali
a scontrarsi per decidere chi avrebbe dominato e sfruttato il mondo
intero: in questo modo i comunisti russi diedero inizio alla prima
ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità
Internazionale degli affaristi, degli speculatori e dei guerrafondai
USA, sionisti ed europei darà il via all'incendio che libererà il mondo
dal sistema imperialista. Oggi porre fine al sistema imperialista
mondiale è diventata una questione di sopravvivenza del pianeta e
dell'intera umanità.

Spezzare la subordinazione del nostro paese alle imposizioni dell'Unione
Europea, della NATO e dei sionisti d'Israele: è l'obiettivo comune di
tutte le lotte delle masse popolari in corso nel paese!

Cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un Governo di Blocco
Popolare che agisca al servizio delle masse popolari organizzate: per
ogni rivendicazione delle masse popolari esso è la condizione della sua
soddisfazione!

Unire intorno a questo obiettivo la mobilitazione delle masse popolari
che attualmente si esprime in molte lotte organizzativamente ancora
distinte.

Rompere con la tendenza a limitarsi a resistere agli attacchi dei nemici
e passare sempre più spesso all'attacco. Individuare il punto e il
momento giusti, concentrare le forze, attaccare e strappare dei
risultati, vincere! Imparare a capire dove, quando e come attaccare per
vincere!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghese,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html [2]], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html [2]].



Links:
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[1] https://www.nuovopci.it/index.html
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[4]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com12-24/Com.CC_12-2024-Dal_25_Aprile_al_Primo_Maggio_e_avanti.odt
[5]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com12-24/Com.CC_12-2024-Dal_25_Aprile_al_Primo_Maggio_e_avanti.doc
[6]
https://nuovopci.it/scritti/mpnpci/01_03_imperialismo_ultima.html#1.3.3._La_controrivoluzione_preventiva
[7] https://nuovopci.it/dfa/avvnav07.html