Author: Michele Riccio Date: To: pacifistat Subject: [Pacifistat] Primo Maggio Conferenza cittadina contro le guerre
Ti invito alla Conferenza - Manifestazione del Primo Maggio.
Questo Primo Maggio cade in un momento particolarmente grave e preoccupante: l'Europa si riarma, non si esclude una guerra tra grandi potenze, si parla di un milione di morti tra russi e ucraini ...
Invece di farci dividere dagli Stati e dalle semplificazioni televisive dobbiamo unire tutte le persone contrarie alle guerre, tramite il volontariato solidale ed una campagna di sensibilizzazione e consapevolezza.
E' importante esserci per capire meglio cosa sta avvenendo, ma anche per dare un segnale.
Manifestazione cittadina
Mercoledì 1° maggio, ore 10.30
Teatro Ambra Jovinelli
Via G. Pepe 45
Ciao Michele
347-0115671
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PS: Riporto qui un brano dell'ultimo numero di Lotta Comunista che mi sembra sintetizzare bene il momento attuale:
Rieducazione europeista
Parola d’ordine: prepararsi alla guerra. Rieducare le opinioni pubbliche a un futuro
di conflitti; orientare strategie, spesa e propaganda alle nuove priorità di sicurezza.
Lo hanno deciso al Consiglio europeo i capi di Stato e di governo della UE. Lo recita
nella lingua di legno delle burocrazie di Bruxelles il comunicato finale: “rafforzare
e coordinare la preparazione militare e civile”; prepararsi alle crisi e ai rischi di ogni
natura con un approccio “esteso a tutta la società ”.
Non è cosa facile. In primo luogo, imbottire i cervelli è cosa da professionisti. Per
dire: c’è chi si spinge ad auspicare una “Pearl Harbor” europea, un attacco a
sorpresa che risvegli le popolazioni del Vecchio Continente dalle illusioni della pace
perpetua. E chi invece vuol procedere per gradi, il mito dell’Europa che protegge e
dell’Europa fortezza non deve diventare -per ora- quello di un’Europa bellicista,
che tutti trascina all’abisso. Ecco che nella corsa al riarmo c’è un ruolo in commedia
per ogni variante dell’ideologia, da quelle più aggressive alla si- va -in-guerra
contro la Russia e Cina nemici dell’Occidente, a quelle più riflessive, se vuoi la pace
prepara la guerra, coi cannoni e magari l’atomica della difesa europea a preservare
il quieto vivere.
In secondo luogo, accordarsi sui soldi per i missili e carri è cosa ardua. Una parte
dell’Unione, Francia in testa con alcuni nuovi appoggi nel Baltico e in Polonia,
propone un debito europeo. Ma la Germania e altri del Nord Europa ancora non
si fidano, temono che i soliti spendaccioni del Sud Europa cerchino scappatoie
alla disciplina di bilancio. Comunque sia, la via è tracciata. Starà alla prossima
Commissione e al prossimo Parlamento UE trovare le formule di compromesso.
Il voto alle europee di giugno sarà sui piani di riarmo.
C’è un fatto da non farsi sfuggire. Gli stessi imbonitori delle nuove ideologie della
guerra, gli stessi politici, giornalisti e analisti, gli stessi strateghi da salotto
televisivo che oggi irridono all’illusione di un mondo pacificato dallo sviluppo
capitalistico globalizzato, sono quelli che sino a una manciata d’anni fa quei miti li
hanno distillati e propagandati. Con la stessa sicumera, ieri hanno celebrato il
trionfo del capitale che avrebbe abbattuto muri e frontiere alzando tutte le barche
nella marea del benessere. Oggi vogliono rieducare le genti alla realtà ferrigna dei
conflitti di potenza, risvegliati proprio dal capitale da loro incensato. Pifferai per
ogni stagione. Bisogna battersi contro la loro politica di morte. Rivolgendosi a ogni
giovane, a ogni lavoratore, va ricostruita la coscienza internazionalista della nostra
classe.