Re: [Pacifistat] Bologna, PD: Abbattete gli alberi! Ela po…

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著者: Sergio Alunni
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To: Roberto Badel
CC: pacifistat
題目: Re: [Pacifistat] Bologna, PD: Abbattete gli alberi! Ela polizia “carica”
Cosa possiamo aspettarci da un partito che ha partorito gente come Renzi, Boschi e Calenda. Il partito del jobs act e di tante altre schifezze che ora cavalca la battaglia sul salario minimo ma fino a poco tempo fa respingeva le proposte dei 5s proprio su questo tema. Senza considerare l'appoggio ad uno dei peggiori governi tecnici che abbiamo avuto, quello di Monti e della piagnona fornero (il minuscolo è d'obbligo), ancora oggi i lavoratori ne stanno pagando le conseguenze. Tra le loro fila hanno elementi provenienti da FI, Udc, Ncd e anche dall'Ala di Verdini. Mi fermo qui perché altrimenti mi censurano...

Sergio Alunni
ISTAT - Istituto Nazionale di Statistica
DIPS Dipartimento per la produzione statistica
DCSE Direzione centrale per le statistiche economiche
SED Servizio statistiche congiunturali sulle imprese
Roma Via Tuscolana, 1788 - cap 00173
Telefono: 06 4673 6184 | Email: alunni@???

----- Messaggio originale -----
Da: "Roberto Badel" <robadel@???>
A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Mercoledì, 3 aprile 2024 17:55:35
Oggetto: [Pacifistat] Bologna, PD: Abbattete gli alberi! E la polizia “carica”

Bologna, PD: Abbattete gli alberi! E la polizia “carica”
« Al parco don Bosco di Bologna stanno per arrivare le camionette della celere. I camion dei transennatori e motosegatori sono già qui ».


Non sono ancora le 7 del attino quando parte il nuovo attacco del Comune di Bologna contro un piccolo bosco cittadino, uno degli ultimi rimasti. A lanciare l’allarme è il canale socio-culturale Wu Ming Foundation sul proprio canale Telegram.

« A quanto pare – spiegano -, è questo il giorno dell’atto di forza, Partito Democratico e Coalizione Civica [ la copertura rosso-verde del PD, NdR ] – quest’ultima “dispiaciuta”, è il suo ruolo nel gioco delle parti – devono sgomberare a ogni costo il presidio, per abbattere (almeno) 42 alberi e rovesciare l’ennesima colata di cemento , in ossequio agli interessi degli spadroneggianti padroni della città: le lobby dell’edilizia e delle “grandi opere” ».

Quindi segue l’invito: « Chi può venga al parco ».



« Perché devono essere sempre gli alberi a rimetterci? Perché l’amministrazione comunale deve indebitarsi per sedici milioni di euro per demolire una scuola e ricostruirla poche decine di metri più in là, abbattendo mezzo parco circostante , invece di ristrutturarla in sede, come è stato fatto in altri casi analoghi in città, spendendo molti meno soldi? », ci si domanda [1].

Il parco don Bosco di Bologna è già presidiato da tre mesi da un gruppo di volenterosi ambientalisti, il Comitato Besta , che soggiornano anche tra i rami degli alberi. Ma, immediatamente, sul posto se ne riversano altre centinaia.

La Wu Ming Foundation condanna fermamente questo tentativo della “sinistra” del “meno peggio”, rappresentata dal sindaco Lepore e dalla vice sindaca Clancy, di « devastazione che si apre la via coi manganelli prima e le motoseghe poi ».

« La polizia ha caricato, si sono viste le solite scene di più agenti che pestano una persona sola a terra », lamentano i presenti.

Nonostante la resistenza, « il cantiere che con tanta fatica poliziesca – tre ore per conquistare cinquanta metri – era stato tirato su ». Tra i manifestanti, però, si contano un’ulna fratturata ad un anziano e un mano ad una giovane oltre un po’ di contusioni sparse su teste e spalle di tanti altri -. Quindi, « gli operai della ditta disboscatrice hanno cominciato a tagliare alberi ».

A vedere lo scempio ambientale, quei « minuti di insensato arboricidio », si è scatenata la collera dei manifestanti che « ha spinto ad aprire in più punti le barriere e a riversarsi nel cantiere, a singoli, a piccoli gruppi, a gruppi più nutriti da varie direzioni ».

A quel punto, « la ditta non se l’è più sentita di continuare, non si possono abbattere alberi in mezzo alla gente. Smobilitati gli operai, la presenza stessa delle forze dell’ordine non aveva più senso, e si sono ritirate pure loro ».

« Quella di oggi è una vittoria, la comunità del parco don Bosco ha dimostrato che resistere si può », commentano gli ambientalisti.

« Ecco, farsi manganellare per difendere gli alberi oggi, domani o domani l’altro, significa testimoniare la necessità di un cambiamento di prospettiva . Quella prospettiva che sta uccidendo le città, soffocandole nel cemento, nello smog e nell’asfalto, nonché, su larga scala, il pianeta tutto», commentano in conclusione [1] .

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