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Comunicato CC 1/2024 - 18 gennaio 2024
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Onoriamo Lenin, promotore e guida della rivoluzione socialista!
Valorizziamo i suoi insegnamenti applicandoli nella situazione concreta
del nostro paese!
Cento anni fa, il 21 gennaio 1924, a Gorki a nemmeno 54 anni moriva
Lenin, promotore della rivoluzione socialista, guida della Rivoluzione
d'Ottobre, fondatore dell'Internazionale Comunista e del primo paese
socialista della storia, l'Unione delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche. L'anniversario sarà certamente celebrato nel mondo intero da
molti milioni di persone, date le dimensioni che il movimento comunista
cosciente e organizzato (MCCO) ha nel mondo grazie soprattutto alle ex
colonie e semicolonie, Cina in testa. Anche nei paesi imperialisti
milioni di persone si riuniranno a ricordare gli insegnamenti di Lenin
nonostante la decadenza del movimento comunista cosciente e organizzato
in questi paesi a causa della mancata vittoria della rivoluzione
socialista (il MCCO o avanza o arretra) e l'esaurimento della prima
ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) e aggravatasi
con la dissoluzione nel 1991 dell'URSS, dopo che per più di 30 anni
Kruscev e i suoi successori avevano corroso la grande società che l'URSS
era diventata sotto la direzione di Stalin, dissoluzione decretata dagli
oligarchi nonostante il voto contrario di gran parte della popolazione
dell'URSS che i liquidatori dell'URSS avevano incautamente chiamato al
voto.
Il 21 gennaio ricorre anche il 103° anniversario della fondazione a
Livorno del primo PCI, il partito comunista di Antonio Gramsci e della
Resistenza: un anniversario che verrà celebrato in tutta Italia e
dovunque nel mondo vivono comunisti italiani.
Compito di ogni organismo e di ogni membro e simpatizzante della
Carovana del (n) PCI è
1. promuovere celebrazioni di questi due eventi nella misura pîù ampia
che le nostre attuali forze consentono,
2. approfittare di ogni riunione e altra occasione per illustrare i
principali insegnamenti di Lenin ai fini della rinascita del MCCO.
Dobbiamo calcare in particolare la mano sugli insegnamenti che il
bilancio dell'esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione
proletaria (il bilancio da cui alcuni sedicenti ricostruttori del
partito comunista recalcitrano) mostra essere discriminanti perché il
partito comunista che costruiamo sia all'altezza del suo compito:
mobilitare e guidare le masse popolari di un paese imperialista a
instaurare il socialismo.
Noi con Lenin sosteniamo che la società borghese, con l'inizio alla fine
dell'Ottocento dell'epoca imperialista [6], ha raggiunto le condizioni
oggettive che rendono l'instaurazione del socialismo possibile, attuale
e necessaria nei paesi imperialisti. Quindi in questo contesto
escludiamo dal discorso quelli che, come Oliviero Diliberto, già
segretario nazionale del PdCI, pur dicendosi comunisti sostengono che
non esistono ancora neanche nei paesi imperialisti le condizioni
oggettive per l'instaurazione del socialismo. Al contrario condividiamo
pienamente l'affermazione di Fidel Castro [7]_ _che denunciava la
decadenza in corso della società borghese nei paesi imperialisti proprio
a causa del ritardo nell'instaurazione del socialismo: _"È davvero
impressionante che porcheria di sistema è il capitalismo, che non riesce
a garantire alla propria gente né un lavoro, né la salute, né
un'educazione adeguata; che non può impedire che la gioventù si corrompa
con droghe, gioco d'azzardo e ogni sorta di vizio". Anzi _riteniamo che
la non instaurazione del socialismo se si prolungasse non solo
impedirebbe all'umanità di progredire, ma comporterebbe a lungo andare
la distruzione dell'ambiente in cui la specie umana esiste. L'umanità
può continuare a esistere solo se instaura il socialismo.
L'instaurazione del socialismo è possibile, è il compito attuale, è
necessaria.
Lenin ha sistematicamente indicato già nel 1916 che nei paesi
imperialisti erano maturate le condizioni oggettive per l'instaurazione
del socialismo. Instaurare il socialismo era possibile e necessario:
promuovere la rivoluzione socialista era compito del partito comunista e
la vittoria dipendeva principalmente dal partito, se era o no
all'altezza del suo compito.
Quindi chi è coerentemente leninista deve chiedersi e spiegarsi perché
da quando alla fine del secolo XIX è iniziata l'epoca imperialista,
nessun partito comunista dei paesi imperialisti ha instaurato il
socialismo nel proprio paese, salvo il partito di Lenin. Lenin ha
condotto la sua attività rivoluzionaria in un paese della catena
imperialista, sia pure anello debole della catena e nelle sue opere
troviamo la risposta a questa domanda, risposta che gli avvenimenti
hanno sistematicamente confermato. Chi non la cerca ma parla di
leninismo chiacchiera a vuoto. Questo vale ad esempio per Fosco
Giannini, per vari esponenti del PC di Rizzo-Lombardo e per vari altri
gruppi ed esponenti del MCCO italiano.
Lenin fin dall'inizio della sua attività rivoluzionaria ha sostenuto che
il partito comunista nei paesi imperialisti deve essere clandestino e
composto da rivoluzionari di professione. Abbiamo allegato all'Avviso ai
naviganti 136 [8] tre articoli, due che si riferiscono alla Russia degli
anni 1912 e 1913 e uno del 1916 riferito alla Germania, che Lenin dedica
a queste tesi. Esse sono ripetute anche nelle _Tesi sulle condizioni
d'ammissione all'Internazionale comunista_ [9], approvate il 6 agosto
1920 dal II Congresso dell'IC che Lenin diresse personalmente.
Lenin fu condotto a questa concezione dapprima dalle condizioni concrete
particolari dell'Impero russo dove l'attività politica era legalmente
vietata alla massa della popolazione, ma poi, man mano che conobbe
l'esperienza del movimento comunista dei paesi imperialisti europei e
degli USA, trovò che essa valeva per tutti i paesi imperialisti, fermo
restando ovviamente che dobbiamo applicarla nelle forme dettate dalle
condizioni particolari sia del paese, sia del momento (bando alla
ripetizione e al dogmatismo!). Quando dopo la rivoluzione del 1905
l'Impero russo adottò istituzioni politiche affini a quelle dei paesi
europei, Lenin difese questa concezione contro quelli che volevano
liquidare la clandestinità del partito. Quando a partire dal 1914 gli
Stati dei paesi imperialisti lanciarono le masse popolari di un paese
contro quelle di un altro, Lenin non solo criticò la collaborazione dei
social-traditori con la borghesia del proprio paese, ma mostrò che la
debolezza dell'ala sinistra dei partiti socialdemocratici, pur fedele
alla causa rivoluzionaria, derivava dalla mancata formazione alla
clandestinità e alla professionalità rivoluzionaria. Contro questo,
nelle _Tesi sulle condizioni d'ammissione all'Internazionale comunista_
approvate dal II congresso (luglio-agosto 1920) venne fissato (Tesi 3)
che i partiti dell'IC "sono tenuti a creare dovunque un apparato
organizzativo clandestino parallelo, che al momento decisivo aiuterà il
partito a compiere il suo dovere verso la rivoluzione".
L'opposizione alla linea di Lenin a favore della clandestinità e del
carattere professionale dell'attività rivoluzionaria era tuttavia
radicata anche nei partiti che avevano aderito e volevano aderire all'IC
e tale rimase, alacremente alimentata dalla borghesia imperialista.
Neanche la persecuzione scatenata prima dal regime fascista di Benito
Mussolini in Italia e poi dal regime nazista di Adolf Hitler in Germania
la fecero sparire. L'attività legale (conformata secondo i principi
della democrazia borghese) rimase largamente considerata come la regola,
benché in tutti i paesi imperialisti, anche in quelli dove la borghesia
persistette a dichiararsi democratica, di fatto il regime politico fosse
diventato un regime di controrivoluzione preventiva [10]. I casi più
clamorosi di contrasto nei partiti comunisti stessi tra l'adesione
dichiarata al leninismo e la pratica reale si ebbero in Spagna durante
la guerra civile (1936-1939) e in Italia (1943-1947). In Spagna il
partito comunista giunse ad accettare lo scioglimento delle formazioni
militari rivoluzionarie, come il V Reggimento di Vittorio Vidali -
Carlos Contreras, anziché fare di questo il modello per il rafforzamento
dell'esercito della Repubblica Spagnola e in Italia il PCI, anziché
estromettere dal governo e dalla Pubblica Amministrazione del paese
gruppi ed esponenti reazionari, si lasciò estromettere esso dal governo.
Questo in Spagna fu alla base della sconfitta militare della Repubblica
e in Italia fu l'inizio della riduzione del primo PCI a partito delle
rivendicazioni economiche e politiche e a sinistra nelle istituzioni del
regime DC: la via imboccata da Palmiro Togliatti e poi da Enrico
Berlinguer fino allo scioglimento del 1991 con Achille Occhetto.
Facciamo di ogni celebrazione del centenario della morte prematura di
Lenin e del 103° anniversario della proclamazione del primo PCI
un'occasione per affermare le caratteristiche discriminanti del partito
comunista del quale abbiamo bisogno per instaurare il socialismo!
Il proletariato vincerà perché i comunisti comprendono sempre più a
fondo le condizioni della lotta di classe, correggono i loro errori,
superano i loro limiti e applicano le lezioni dell'esperienza nel
promuovere e dirigere la rivoluzione socialista in corso.
La situazione è favorevole allo sviluppo del potere delle masse popolari
organizzate. Abbiamo molto da imparare e da fare, ma la vittoria è
possibile.
Con la borghesia l'umanità non ha futuro: la borghesia non può che
seminare guerra, povertà, disoccupazione, abbrutimento, inquinamento,
distruzione dell'ambiente in cui la specie umana è cresciuta.
Bando alla paura! Bando alla sfiducia e al disfattismo! Bando all'attesa
che la rivoluzione socialista scoppi!
Fare dell'instaurazione del socialismo la propria scelta di vita!
Costituire Comitati di Partito clandestini
in ogni azienda, scuola, università, istituzione, quartiere e paese!
_**************_
Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghese,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].
Links:
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[1]
https://www.nuovopci.it/index.html
[2]
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html
[3]
https://www.nuovopci.it/voce/voce75/indvo75.html
[4]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com01-24/Com.CC_01-2024-18_gennaio_2024_Centenario_morte_Lenin.odt
[5]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com01-24/Com.CC_01-2024-18_gennaio_2024_Centenario_morte_Lenin.doc
[6]
https://www.nuovopci.it/classic/lenin/Lenin_imperialismo/imperialismo.html
[7]
https://futurasocieta.com/2024/01/13/per-natura-rivoluzionari/
[8]
https://www.nuovopci.it/dfa/2024/136/avvnav136.html
[9]
https://scintillaonlus.weebly.com/uploads/1/0/0/8/10087804/condizioni_adesione_comintern_1.pdf
[10]
https://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/01_03_imperialismo_ultima.html#1.3.3._La_controrivoluzione_preventiva