Il 2024-01-16 21:57 tibi--- via Hackmeeting ha scritto:
> Ciao, sono lontana ma vi seguo ogni tanto. E oggi mi è venuta voglia di 
> buttare un sasso nello stagno. Facevo riflessioni sulla democraticità 
> dell'intelligenza artificiale, che per ora è pari a zero. Anzi 
> nell'immaginario popolare è uno strumento pericoloso perché si suppone 
> che gestirà le nostre vite come vuole lei. Io non credo che 
> l'intelligenza artificiale sia un male, anzi. E' uno strumento molto 
> utile e importante. Ma come tutti gli strumenti ovviamente dipende da 
> come viene utilizzato. E se viene gestito solo dall'alto è chiaro che 
> il risultato è esattamente quello che la gente si aspetta. Volevo 
> allora proporre una riflessione sulle possibilità di democratizzazione 
> dell'Ai, per esempio creandone di condivisibili dalla gente? Oppure 
> costringendo a usare strumenti trasparenti? O altro? Mi piacerebbe 
> sapere che se ne pensa qui dentro :)
> ciao
> tibi
Ciao, penso che un punto fondamentale del discorso, che nel mainstream 
viene spesso sottovalutato, è la mole, qualità, e lavorazione dei dati 
che rappresentano la vera base di potere dello strumento ai.
Senza scendere nei dettagli, che sicuramente sono stati spiegati meglio 
di come potrei fare io (1), vedo lo strumento ai, per come viene 
costruito oggi, come una prosecuzione complementare di quello che può 
essere chiamato capitalismo della sorveglianza, anche se la trovo una 
definizione restrittiva.
In altre parole, in un ambiente che ha fatto dell'accumulo e analisi di 
dati una delle sue ragioni d'essere la spinta ad automatizzare 
l'analisi, il riconoscimento di pattern, e la ricombinazione delle parti 
su input arbitrari, è molto forte.
Un sistema ai ha come limite la qualità e quantita dei dati su cui viene 
addestrato, da cui tutte le questioni di bias, e in parte anche le 
allucinazioni, che chiamerei più propriamente associazioni errate.
Penso che, in questa forma o in un'altra, un sistema simile sarebbe 
comunque stato sviluppato, in quanto organico allo stato dell'arte 
nell'industria informatica.
Tornando alla tua domanda, penso che la base del potere dei sistemi ai 
derivi dai dati con cui vengono addestrati, ne consegue che una 
democratizzazione dello stesso non possa prescindere dal reclamare il 
potere sui dati che ne stanno alla base. :)
1 - Io ho trovato utile questo video-saggio, è poco tecnico e 
sicuramente incompleto, ma ho trovato l'analisi filosofica soddisfacente 
(ma non vedo la regolamentazione statale come soluzione):
https://www.youtube.com/watch?v=AaU6tI2pb3M