[RSF] I: ITALIA: DEBITO PUBBLICO MOSTRUOSO! 2.811,6 miliardi…

Delete this message

Reply to this message
Autor: pilar castel quarzell
Data:  
Dla: forumroma@inventati.org, pace, donneinnero@listas.nodo50.org, marcellomariucci@yahoo.it, Patrizia Sterpetti, Poema
Temat: [RSF] I: ITALIA: DEBITO PUBBLICO MOSTRUOSO! 2.811,6 miliardi di euro! (secondo l’aggiornamento di Bankitalia ad aprile 2023) Debito pubblico,è record: l’allarme di Bankitalia.

________________________________
Da: concettomariavalente@??? <concettomariavalente@???>
Inviato: lunedì 9 ottobre 2023 05:08
A: guidalberto.bormolini@??? <guidalberto.bormolini@???>
Oggetto: ITALIA: DEBITO PUBBLICO MOSTRUOSO! 2.811,6 miliardi di euro! (secondo l’aggiornamento di Bankitalia ad aprile 2023) Debito pubblico, è record: l’allarme di Bankitalia.


[cid:image004.jpg@01D9FA6E.76081CD0] Debito italiano mostruoso!

Secondo l’aggiornamento di Bankitalia, il debito pubblico italiano ad aprile 2023 ha raggiunto il valore di 2.811,6 miliardi di euro, superando il picco di marzo di 2.789,8 miliardi di euro.

NUOVA FINANZA PUBBLICA. La rubrica settimanale a cura di Nuova finanza pubblica IL MANIFESTO di sabato 7 ottobre 2023.

Marco Bertorello, Danilo Corradi<https://ilmanifesto.it/archivio?autore=Marco%20Bertorello,%20Danilo%20Corradi>

Crisi, spread, governo tecnico, privatizzazioni, sacrifici, tutto per colpa di un debito pubblico dello stato italiano diventato un macigno mostruoso.

Ci risiamo?

Cambia il governo, ma non le politiche economiche e la loro giustificazione?

Nell’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (in genere ottimistico) si dice che «alla luce della modesta crescita dell’attività economica prefigurata dalle stime interne per il secondo semestre» il Pil nel 2023 aumenterà solo dello 0,8%, anziché del 1%, e nel 2024 dell’1%, contro una previsione del 1,5%.

Una differenza di due e cinque punti decimali è sufficiente a giustificare il nuovo clima emergenziale?

Il governo oscilla dall’entusiasmo di qualche mese fa per una crescita che ci piazzava ai “primi posti in Europa” alle preoccupazioni attuali che prefigurano una possibile crisi della finanza pubblica.

Nei prossimi due anni l’Esecutivo ci dice che il rapporto debito/Pil resterà praticamente invariato, per poi iniziare una discesa a partire dal 2026.

L’obiettivo resta quello di riportarlo al dato pre-pandemia entro la fine del decennio.

Praticamente dal 2026 al 2030 dovrebbe scendere di una decina di punti.

Nel 2026, primo anno della discesa, e ultimo anno in cui si avanza una previsione sul Pil, la crescita attesa resta piuttosto modesta (1,2%), prefigurando un percorso lento in cui si scommette, come spesso accade, su un futuro il più lontano possibile.

In termini di volumi poi è sufficiente pensare che una riduzione del debito dell’entità auspicata si era ottenuta per entrare nell’euro tra il 1996 e il 2000 a fronte di grandi tagli e un piano aggressivo di privatizzazioni.

Va detto che dal 2020 al 2022 c’è stata una sforbiciata di ben 10 punti, dovuta al poderoso rimbalzo post-covid e al ritorno di un’inflazione importante, che ha aumentato il Pil nominale riducendone il rapporto con i debiti accumulati.

Ora la crescita dei prezzi sta rallentando, dimezzandosi dai picchi dello scorso anno.

La tassa occulta dell’inflazione continuerà a svolgere un ruolo, ma il suo effetto sarà meno marcato, anche perché nel frattempo crescono i tassi d’interesse spinti dall’attesa inflazionistica dei compratori e dal deciso rialzo dei tassi operato dalle banche centrali.

Il costo del debito assieme a spese per bonus e politiche dei redditi che in definitiva alleggeriscono i conti delle imprese, contribuiranno a tenere alto il deficit, previsto al 5,4 nel 2023 e al 4,3% nel 2024.

Le politiche monetarie restrittive in vigore, che dovrebbero contrastare l’inflazione, hanno un effetto deprimente su investimenti e domanda.

Alcuni studi considerano duratura tale dinamica.

Insomma tutto sembra concorrere a far tornare pesante il macigno debito pubblico.

Ultimamente si sono aggiunti anche alcuni interventi a livello internazionale che farebbero temere un declassamento dei titoli italiani.

Pressioni e rischi che sembrano voler essere fronteggiati con le solite famigerate (contro-)riforme strutturali e riduzioni di spesa (vedasi quella sanitaria).

A cui si aggiunge un ritorno dell’ambizione a privatizzare un patrimonio pubblico sempre più depauperato in un momento dove molto dubbia appare anche la domanda del mercato, con il rischio di indebolire ulteriormente il paese di fronte ai grandi attori economico-finanziari internazionali (dall’industria ai trasporti, per fare solo degli esempi concreti).

La sensazione è quella di avere delle classi dirigenti che con disinvoltura passano da ingiustificati entusiasmi al panico, dove non esistono altre ricette che quelle fallimentari già perseguite in passato.

Una prospettiva dove a pagare il conto sono sempre le classi popolari e il lavoro dipendente.

Se il debito è un problema, e in una certa misura lo è, sebbene sempre più condiviso al livello internazionale, ci sarebbe da fare innanzitutto i conti con un sistema e con le politiche che lo hanno fatto costantemente crescere.

Magari iniziando a individuare i principali beneficiari di tale meccanismo e facendo pagare il conto proprio a loro.



Allarme Italia, è debito record: ecco le cifre Debito pubblico, nuovo record: superati i 2800 miliardi (quifinanza.it)<https://quifinanza.it/economia/allarme-italia-debito-record-cifre/722596/>
Il debito pubblico in Italia continua ad aumentare e raggiunge un nuovo record: i numeri di Bankitalia

16 Giugno 2023 [Foto di Giorgio Pirani] <https://quifinanza.it/esperti/giorgio-pirani/> (quifinanza.it)<https://quifinanza.it/economia/allarme-italia-debito-record-cifre/722596/>

Giorgio Pirani<https://quifinanza.it/esperti/giorgio-pirani/>





[Allarme Italia, è debito record: ecco le cifre]

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

In Italia, il debito pubblico nazionale ha raggiunto un nuovo record.<https://quifinanza.it/economia/debito-pubblico-italiano-tocca-nuovo-record-2-7898-miliardi-euro-cosa-rischiamo/710350/>



Secondo l’aggiornamento di Bankitalia, nel mese di aprile 2023 l’indebitamento è salito ulteriormente, superando il picco massimo registrato nel mese di marzo.



Con un aumento di circa 22 miliardi di euro, il debito pubblico italiano continua a rappresentare una delle principali sfide per l’economia nazionale.



I numeri sono davvero impressionanti e suscitano preoccupazione.



Al momento, il totale del debito pubblico italiano non è specificato nel testo fornito.



Tuttavia, il peso del debito pubblico su ogni cittadino dipende dalla popolazione totale del paese e dal rapporto tra il debito e il numero di abitanti.



Per ottenere una stima accurata del peso del debito pubblico per ogni cittadino italiano, è necessario conoscere il totale del debito e la popolazione attuale dell’Italia.


Debito pubblico da record: raggiunto il nuovo massimo



Secondo l’aggiornamento di Bankitalia, il debito pubblico italiano ad aprile 2023 ha raggiunto il valore di 2.811,6 miliardi di euro, superando il picco di marzo di 2.789,8 miliardi di euro.



L’incremento sostanziale del debito<https://quifinanza.it/economia/video/italia-dati-debito-pubblico-quanto-aumenta/705050/> è stato attribuito a diversi fattori: la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (10,9 miliardi di euro, portandole a 40,3 miliardi), il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (9,1 miliardi di euro) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, nonché la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio (1,8 miliardi di euro).

La durata media del debito pubblico è rimasta stabile a 7,7 anni. La quota di debito detenuta da Bankitalia è rimasta al 25,8%. Nel mese di marzo, i non residenti possedevano il 26,3% del debito, mentre gli altri residenti, principalmente famiglie e imprese non finanziarie, detenevano il 10,7% (rispetto al 26,6% e al 10,1% del mese precedente).

Quanto vale il debito per ogni italiano

La continua crescita del debito pubblico solleva interrogativi sulla sostenibilità delle finanze pubbliche del Paese, specialmente considerando che i tassi di interesse che lo Stato deve pagare sono in aumento. Al momento, la Banca Centrale Europea (BCE) non ha ancora intenzione di interrompere l’aumento dei costi del denaro.

In questa situazione di un debito che continua a crescere, il bilancio personale di ogni cittadino diventa amaro: il debito pubblico si traduce in un peso di circa 48.000 euro per ogni italiano. Questa cifra rappresenta la stima approssimativa della quota di debito pubblico attribuita a ciascun cittadino in base alla popolazione totale e al totale del debito pubblico italiano. È un dato preoccupante che sottolinea l’importanza di affrontare la questione del debito e adottare misure per garantire la sostenibilità finanziaria del Paese.

Cos’è il debito pubblico italiano

In Italia, il debito pubblico è rappresentato dall’indebitamento dello Stato e di altre entità pubbliche<https://quifinanza.it/economia/debito-pubblico-italiano-cose-come-si-calcola/657935/> nei confronti di creditori nazionali e esteri, che possono essere individui, imprese, istituti bancari o altri Stati esteri. Il debito delle amministrazioni pubbliche include il debito contratto dal governo centrale, dalle amministrazioni regionali e locali, nonché da enti pubblici come le aziende pubbliche.

Il debito pubblico è solitamente emesso attraverso l’emissione di titoli di Stato, come i buoni del tesoro, le obbligazioni governative o altri strumenti finanziari simili. Gli investitori acquistano questi titoli, diventando creditori del governo e ricevendo in cambio interessi o rendimenti sul capitale investito.

L’ammontare del debito pubblico italiano è influenzato da vari fattori, tra cui la spesa pubblica, i ricavi fiscali, gli interessi pagati sul debito esistente e le politiche di bilancio adottate dal governo. La gestione del debito pubblico è di competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano.

Il controllo del debito pubblico è di grande importanza per garantire la stabilità finanziaria del Paese e per evitare problemi come un’eccessiva dipendenza dai mercati finanziari esteri o difficoltà nel rimborso del debito. Le politiche fiscali, la gestione delle spese pubbliche e la promozione di una crescita economica sostenibile sono alcuni degli strumenti utilizzati per gestire il debito pubblico e mantenere una situazione finanziaria equilibrata.

Leggi anche Debito pubblico, nuovo record: superati i 2800 miliardi (quifinanza.it)<https://quifinanza.it/economia/allarme-italia-debito-record-cifre/722596/>

Debito pubblico italiano tocca nuovo record, 2.789,8 miliardi euro. Cosa rischiamo<https://quifinanza.it/economia/debito-pubblico-italiano-tocca-nuovo-record-2-7898-miliardi-euro-cosa-rischiamo/710350/>

Debito pubblico, è record: l'allarme di Bankitalia. Cosa sta succedendo<https://quifinanza.it/economia/video/debito-pubblico-record-bankitalia/681820/>

Debito mondiale a livelli mostruosi: ecco i Paesi più "in rosso"<https://quifinanza.it/economia/economia-internazionale/video/debito-globale-record-trilioni/747107/>

Allarme Italia: dopo il debito pubblico esplode anche il debito privato delle famiglie<https://quifinanza.it/economia/economia-italiana/recessione-e-caro-vita-erodono-i-risparmi-famiglie-piu-indebitate-e-povere/749823/>



Inviato da Posta<https://go.microsoft.com/fwlink/?LinkId=550986> per Windows