[Aisa.circuli] Rocket science - ovvero tutto quello dovremmo…

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Autor: 380°
Data:  
A: karlessi
CC: aisa.circuli, nexa
Assumpte: [Aisa.circuli] Rocket science - ovvero tutto quello dovremmo sapere sui dati ma non osiamo mai domandarci.
Ciao karlessi,

grazie infinite per l'aneddoto di pedagogia hacker che hai condiviso!
Lo riporto sotto.

Ritengo che l'esperienza che racconti sia perfetta per la lista di
discussione sulla "scienza aperta" di AISA
(https://aisa.sp.unipi.it/seguici/), per questo mi permetto di
inoltrarla lì, citando le parti pertinenti del tuo messaggio.

Chiedo perdono per il cross-posting e per l'OT in lista Nexa: abbiamo
concordato che non è questo il "luogo" per discutere di (meta)scienza,
ma trattandosi di informatica (che ovviamente è meta-scienza) forse ci
rientra di sponda.

In estrema sintesi, il "problema dato" è ampiamente sottovalutato, anche
dagli scienziati.

karlessi <karlessi@???> writes:

[...]

> a mo' di aneddoto, una storiella sui dati:
>
> tre anni fa sono stato relatore con alcune colleghe qui
> https://www.anthropocene-curriculum.org/project/parallax-lisboa/lisboa-parallax-2020/seminar-dating-datafication-history-epistemology-and-politics-of-big-data
>
> fuffa? non fuffa? come vi pare. sparare sull'accademia è come sparare
> sulla croce rossa. ad ogni modo, c'erano una trentina di ricercatori e
> professori da tutto il mondo, perlopiù hard science: fisica, biologia,
> ecc. e ciascun* mi pareva piuttosto competente nel proprio campo. Se non
> lo era (ne dubito, mi ritengo piuttosto allenato), mi hanno imbrogliato
> per bene.
>
> cercando di spiegare quel che facciamo, come funziona la "pedagogia
> hacker", ho detto qualcosa tipo: "you know, technical and digital
> systems are increasingly complex, complicated indeed, with many layers.
> In fact, these systems tend to manipulate us while we're feeding them by
> interacting with them. We are manipulated by how systems are designed,
> by the default UI etc."
>
> sì, si parlava in finto inglese. sì, sono scarso in inglese e anche in
> finto inglese. cmq volevo proprio dire "manipulated", "manipolati"
>
> apriti cielo. Gli scienziati ci hanno attaccati, verbalmente aggrediti,
> al limite dell'aggressione fisica. Gente che non si conosceva,
> discipline lontanissime, continuavano a ripetere che i "dati" sono cose
> "oggettive".


Seriamente?

«Why Data Is Never Raw - On the seductive myth of information free of
human judgment» by Nick Barrowman, 2018
(sottolineo judgment, si veda in conclusione la nota su Kant, n.d.r)

https://www.thenewatlantis.com/publications/why-data-is-never-raw

«data is derived from the Latin meaning “given” [...], instead of
considering data as given it would be more appropriate to think of it as
taken, for which the Latin would be capta» [1]

Come se cose come queste non fossero mai state dette?

Come se cose come queste non riguardassero /anche/ loro?

> Stavo forse sostenendo che loro venivano manipolati dai "dati"? Stavo
> forse suggerendo che i loro "dati" non erano corretti? I "dati" non
> manipolano, e loro si occupavano di "dati". Sarà.
>
> Si sono calmati solo quando una collega ha preso in mano la situazione e
> ha fatto vedere la pagina principale di Google... ripetendo che
> l'apparenza inganna, "many layers", etc. ha digitato "Ctrl+u" sulla
> tastiera. Di fronte al JavaScript offuscato gli scienziati si sono
> calmati. [...]


Secondo me non è un caso che abbiate dovuto mostrare /codice/ offuscato
per evidenziare come l'apparenza dei _dati_ inganni...

> Quindi, il giorno dopo abbiamo proposto un pad aperto per l'occasione,
> a libero accesso, e abbiamo chiesto di scrivere la definizione di
> "data". Dopo un quarto d'ora c'erano una trentina di definizioni
> parecchio distanti fra loro, molte del tutto incompatibili.
>
> Ora... assumendo per un istante che quegli studiosi fossero un
> ragionevole campione di studiosi in "scienze dure", ci siamo portate a
> casa l'idea che non sia affatto chiaro cosa sono questi fantomatici
> dati.


Ehrm: ni... Nel senso che credo sia perfettamente chiaro almeno cosa
NON sono i "fantomatici" dati, almeno che non sono affatto fantomatici
:-D

...sembra poco ma non lo è affatto.

Cosa sia "dato", "codice" *e* la possibilità di essere trattato in modo
/omoiconico/ [2] da linguaggi sufficientemente evoluti, agli informatici
(e ai linguisti) è _abbastanza_ chiaro, credo... no?

Gli informatici-linguisti hanno /sofferto/ così tanto su questo problema
che sono arrivati _addirittura_ a cogitare un sistema di
rappresentazione che si chiama Resource Description Framework (e molto
prima un'intera classe di linguaggi: Lisp, Prolog, ecc.), per poterli
_meglio_ "gestire" 'sti dati... e /manipolare/ i "codici" manipolandoli
come se fossero dei "dati". (E ancora ce n'è da fare!)

Il fatto è che agli scienziati, anche (specie?) quelli esperti in
"scienze dure", frega oggettivamente poco di fare /esperienza/ nella
meta-scienza, perché sono convinti - grazie alla loro grande
intelligenza, specializzazione ed esperienza - di aver già capito tutto
di cos'è la scienza... /data/.

...in altre parole, essendo esperti in scienze più o meno dure,
letteralmente _schifano_ la scienza /soft/ per antonomasia: la
meta-fisica (della quale fa parte la meta-scienza). Anche la scienza
soft(ware), cioè l'informatica, ha più a che fare con il lato /meta/ che
non quello /dato/ della fisica, il meta-dato appunto (ma senza mai
trascurare la fisicità delle macchine!).

Capita poi che, se "per caso" si avesse voglia di approfondire la
seguente definizione di omoiconicità [2]:

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

A language is homoiconic if a program written in it can be manipulated
as data using the language, and thus the program's internal
representation can be inferred just by reading the program itself. This
property is often summarized by saying that the language treats code as
data.

In a homoiconic language, the primary representation of programs is also
a data structure in a primitive type of the language itself.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---

ci si potrebbe perfino domandare se la limitazione ai linguaggi per
"computer programming" non sia troppo /ristretta/, perché credo sia
facilmente comprensibile come tutto il "codice" in senso _ampio_ (dal
latino codex [3]), quando espresso in linguaggio naturale abbia la
fondamentale caratteristica di essere manipolabile come dato utilizzando
il linguaggio naturale stesso.

Quindi: il dato è codice e il codice è dato [4] (anzi _capta_).

E attenzione che qui stiamo parlando "solo" di dato, immaginati il Vaso
di Pandora che si aprirebbe introducendo il concetto di /misurazione/,
con tutti i criteri meta-metrologici del caso [5].

Ho l'impressione che, detta così, io possa far incazzare più di uno
scienziato :-(... purtroppo non sono capace di dirlo diversamente.

> è una storia realmente accaduta, dal mio punto di vista, s'intende; per
> me non c'è da discutere sul vero o falso,


No dai, non ci credo... o meglio, credo che questa ti sia sfuggita ma
non intendevi quello che capisco io :-)

> sul giusto e lo sbagliato,


Concordo: al massimo si può (anzi si /deve/) discutere sulla "relativity
of wrong"

[...]

> ma sul fatto che intendersi è complicato, provenendo da culture
> diverse in lingue malparlate e malcomprese ancora di più,
>
> nonostante tutto, IMHO si può capirsi, al di là delle differenze
>
> di diversità e varietà, più ce n'è, meglio è.


Sì concordo, ciascuno di noi deve fare del nostro meglio per "venirsi
incontro", altrimenti le cose si complicano più di quanto già non lo
siano.

Spero vivamente che questo "venirsi incontro" tenga presente il nocciolo
del problema filosofico (idealista?) che Kant ha così descritto nella
"Critica del Giudizio":

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

Sebbene vi sia un incommensurabile abisso tra il dominio del concetto
della natura o il sensibile, e il dominio del concetto della libertà o
il soprasensibile, in modo che nessun passaggio sia possibile dal primo
al secondo (mediante l'uso teoretico della ragione) quasi fossero due
mondi tanto diversi che l'uno non potesse avere alcun influsso
sull'altro... tuttavia il secondo [il mondo della libertà] deve avere un
influsso sul primo [il mondo della necessità], cioè il concetto della
libertà deve realizzare nel mondo sensibile lo scopo posto mediante le
sue leggi e la natura deve poter essere pensata in modo che la
conformità alle leggi che costituiscono la sua forma possa accordarsi
con la possibilità degli scopi che in esse debbono essere effettuati
secondo leggi della libertà.

(I. Kant, La Critica del giudizio, Bari 1964)

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---
(https://it.wikipedia.org/wiki/Critica_del_Giudizio)

Nota mia: sensibile = fisico; soprasensibile = meta-fisico.

[...]

> ma... si può capirsi,
>
> con calma,
>
> e gentilezza


e tanta, tanta /divertente/ fatica :-D

[...]

Ciao! 380°

[1] mumble... capta, capture, /captive/. Non divaghiamo!

[2] https://en.wikipedia.org/wiki/Homoiconicity

[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_(filologia)

[4] proprio perché "the book IS a program":
https://docs.racket-lang.org/pollen/

[5] vorrà pur dire qualcosa che una non trascurabile realtà /ipotizzata/
dell'universo sia definita "materia oscura" e "energia oscura" dagli
stessi scienziati "duri", no?



P.S.: ora è assolutamente fuori luogo ma ho in mente tre o quattro
cosine che farebbero incazzare gli scienziati "duri e puri" ancora di
più dell'"accusa" di essere manipolati attraverso i dati.

--
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts. Ask me about <https://stallmansupport.org>.