Re: [Pacifistat] LA XYLELLA È ANCORA UNA “EMERGENZA”? (Xyl…

Delete this message

Reply to this message
Author: Gaetano Proto
Date:  
To: pacifistat
Old-Topics: [Pacifistat] LA XYLELLA È ANCORA UNA “EMERGENZA”?
Subject: Re: [Pacifistat] LA XYLELLA È ANCORA UNA “EMERGENZA”? (Xylella)
L'affare Xylella è un "esperimento cruciale" che meriterebbe un saggio
di quelli seri (che di solito vengono pubblicati da un editore di quelli
seri, per esempio Il Mulino), di cui questa potrebbe essere una traccia
https://www.radarmagazine.net/xylella-fastidiosa-ulivi-del-salento/
La collana potrebbe essere "Il carattere degli italiani", con esplicito
riferimento al culto del /particulare/ di Guicciardini. Ma forse in
altre parti del mondo avanzato, almeno in alcuni periodi (per esempio
gli USA di Trump), le cose sarebbero andate nello stesso modo.

Non conosco abbastanza della vicenda da poter improvvisare un'expertise,
ma al tempo stesso credo che in molti conosciamo abbastanza della
vicenda da poter dire, se non altro con il senno di poi, chi ha avuto
ragione e chi ha avuto torto, con danni enormi per la collettività. In
sintesi, per salvare -- in piena logica NIMBY [/not in my backyard/],
che non ha nulla a che spartire con l'ambientalismo -- i 1.000 ulivi di
cui era stato prescritto l'abbattimento ci si è resi responsabili del
contagio di milioni di ulivi. Nel frattempo, i 1.000 ulivi sono stati
comunque uccisi dal batterio. Quindi l'esito è chiaro e, come spesso
(non sempre) accade, coincide con quanto previsto dalla fantomatica
"scienza".

L'intervento del prof. Marini sembra scritto da un programma di IA per
come affastella i luoghi comuni che hanno contribuito a questo disastro
ambientale.
L'atteggiamento è antiscientifico, a partire dalla disapplicazione del
principio più elementare della conoscenza che prevede un bilancio
(ovviamente critico) dell'esperienza passata per capire quali ipotesi
erano giuste e quali si sono rivelate sbagliate.
Quindi chi in qualche modo si affida in linea generale alla scienza --
che poi non è davvero tale, ma va degradata d'ufficio a "cosiddetta
scienza ufficiale" -- viene bollato di "fideismo scientista": mentre è
sotto gli occhi di tutti che i due termini convivono assai più
naturalmente nel contrario, cioè il diffuso (e coltivato) fideismo
antiscientista. Stesso approccio nell'inquietante riferimento al
"preteso primato della scienza sull’essere umano", dove la scienza che
chiaramente è scienza umana (noi quella produciamo e conosciamo) e
quindi non opponibile in questi termini, diventa una specie di Moloch
esterno e nemico, secondo un postulato del fideismo antiscientista.
Infine, non poteva mancare l'allusione ai "conflitti d’interesse"
(presuntivamente endemici nella "cosiddetta scienza ufficiale"), che
stona particolarmente in una vicenda segnata dalla logica NIMBY che
dicevo sopra, cioè dall'interesse personale avulso e contrapposto a
quello collettivo.

Come ho detto, Marini affastella luoghi comuni che potrebbero essere
scritti da chat GPT (e se lo fossero davvero? quella sì che è
un'applicazione della scienza dai risvolti un tantino inquietanti),
salvo la domanda finale, che vorrebbe essere retorica ma fa riflettere:
> d’altra parte, se gli uomini sono riusciti a convivere con il Covid, è
> davvero possibile che gli olivi non possano convivere con la Xylella?

La risposta in breve potrebbe essere questa: per quel che vale
l'analogia, di fronte a un pericolo mortale la risposta dev'essere
tempestiva, basata sull' evidenza e sull'applicazione del metodo
scientifico. La fase della eventuale convivenza può iniziare solo dopo
che le minacce principali sono state sventate, con metodi anche
drastici. Nel caso del Covid siamo stati a lungo disarmati (senza
vaccini) e non abbiamo potuto fermare il contagio, mentre nel caso della
Xylella probabilmente avremmo potuto. Al contrario, ora come umani
(largamente vaccinati) possiamo convivere abbastanza liberamente con il
virus (ma non tutti, p.es non in una RSA), mentre gli ulivi delle
varietà storiche locali aggredite fin dall'inizio dalla Xylella (contro
la quale non esiste un "vaccino") non possono farlo, a differenza di
altre cultivar resistenti.
Quindi sì, è possibile, e comunque la nostra capacità in quanto umani di
affrontare sfide complesse dipende moltissimo dalla nostra disponibilità
a uscire dal paradiso artificiale del pensiero magico.
Gaetano


Il 18/07/2023 09:20, Roberto Badel ha scritto:
>
> https://comedonchisciotte.org/la-xylella-e-ancora-una-emergenza/
> <https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fcomedonchisciotte.org%2Fla-xylella-e-ancora-una-emergenza%2F&e=2637b01d&h=301b4d93&f=n&p=y>
>
>
>
> Di Luca Marini
>
> A Roma, come altrove, esiste un modo di dire molto efficace: “come la
> volti e come la giri (sempre sessantanove è)”.
>
> E, in effetti, è innegabile che l’analisi dell’affaire Xylella –
> voltato e rigirato a piacimento – conduca sempre alle stesse conclusioni.
>
> Tra queste può essere utile ricordare come l’impianto normativo
> attualmente in vigore finisca di fatto per:
>
> i) promuovere esclusivamente la lotta alla diffusione del batterio
> Xylella mediante l’imposizione di rimedi talvolta peggiori del male
> (dai diserbanti agli insetticidi neurotossici all’espianto sistematico
> degli olivi);
>
> ii) ostacolare la ricerca di altre possibili cause della fitopatia
> Co.Di.R.O. (dalla pratiche agricole intensive all’uso massiccio dei
> fitofarmaci);
>
> iii) ridurre la biodiversità imponendo il reimpianto di mono-varietà
> geneticamente modificate in luogo degli olivi espiantati (ciò che
> fatalmente favorirà la diffusione di future fitopatie);
>
> iv) standardizzare verso il basso la qualità dell’olio così prodotto
> (a detrimento delle tanto propagandate eccellenze alimentari italiane);
>
> v) compromettere la sopravvivenza dei piccoli produttori mediante la
> sostituzione di pratiche e modelli agricoli tradizionali con metodi e
> sistemi agro-industriali (favorendo il processo di globalizzazione dei
> mercati);
>
> vi) modificare permanentemente un paesaggio unico e irripetibile quale
> possibile preludio all’insediamento di infrastrutture simbolo di una
> controversa transizione ecologica ed energetica (dalle pale eoliche
> alla TAP).
>
> Ma più di queste e altre considerazioni, dalla vicenda Xylella emerge
> chiara la fede incrollabile che molti professano – curiosamente – nei
> confronti della cosiddetta scienza ufficiale e delle evidenze
> scientifiche da essa fornite: evidenze che, come noto, considerano
> incurabili gli olivi infetti e li condannano all’espianto.
>
> *Questo fideismo scientista, che appare maggiormente ingiustificato
> proprio a chi applica il metodo scientifico con sistematicità e rigore
> (e senza conflitti d’interesse), costituisce l’elemento di maggiore
> affinità tra la vicenda Xylella e l’altra che, più di recente, ha
> segnato la vita non solo dei 4 milioni di pugliesi, ma anche dei
> restanti 55 milioni di italiani: il Covid.*
>
> *E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, che le due “emergenze” hanno
> condotto – in nome del preteso primato della scienza sull’essere umano
> – all’introduzione di misure coercitive in grado di calpestare diritti
> e libertà fondamentali e di favorire la strumentale suddivisione dei
> cittadini tra obbedienti e ossequiosi delle regole, da una parte, e
> negazionisti-antiscientisti, dall’altra, trasformando la diversità di
> opinioni in uno scontro tra buoni e cattivi in cui non ha trovato
> spazio né la riflessione critica, né la ricerca effettiva di soluzioni
> scientifiche e tecniche alternative e diverse da quelle imposte
> dall’alto, né la salvaguardia di consolidati principi etico-giuridici.*
>
> *In altri termini è difficile negare che la gestione della Xylella,
> anticipando metodi e sistemi resi palesi dalla gestione del Covid,
> abbia condotto, più che alla salvaguardia del patrimonio ambientale,
> paesaggistico ed economico pugliese, all’azzeramento di ogni forma di
> autonomia individuale quale preludio all’instaurazione e
> all’accettazione acritica di strumenti di controllo e di soggiogamento
> collettivo: strumenti da ascriversi alla deriva totalitaristica
> favorita soprattutto dal processo di globalizzazione della tecno-scienza.*
>
> Siffatta biopolitica va ovviamente stigmatizzata senza esitazioni in
> nome della salvaguardia della dignità e dei diritti fondamentali
> dell’essere umano. Con riferimento alla vicenda Xylella, un primo
> passo in questa direzione non può che essere costituito dall’avvio di
> una seria riflessione critica sul quadro normativo di riferimento,
> allo scopo di individuare soluzioni diverse da quelle di tipo
> emergenziale più o meno strumentalmente adottate finora: d’altra
> parte, se gli uomini sono riusciti a convivere con il Covid, è davvero
> possibile che gli olivi non possano convivere con la Xylella?
>
>
>
>
>
>
>
> _______________________________________________
> Pacifistat mailing list
> Pacifistat@???
> https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.autistici.org%2Fmailman%2Flistinfo%2Fpacifistat&e=2637b01d&h=9a7c15f1&f=n&p=y