Devo dire che il titolo dell'articolo mi aveva generato diffidenza.
Invece l'articolo è interessante.
E' vero che - soprattutto durante una guerra - le parole possono costruire una realtà che non c'è, anzi: che c'è solo nelle nostre teste.
E aveva ragione Lewis Carrol in Alice allo specchio quando ci ricorda: per capire il vero significato di una parola «Bisogna vedere» disse Humpty Dumpty «chi è che comanda… è tutto qua».
Quindi scegliere le parole è importante, ma attenzione:
a mio parere non devono essere parole che ci costruiscono un altra realtà desiderata o immaginata,
devono essere parole che invece ci agganciano saldamente alla realtà dei fatti.
Se voglio smontare la propaganda di guerra - di tutte le parti in lotta - devo partire analizzando gli interessi di ogni parte, capire la vera posta in gioco di «chi è che comanda ... ».
Solo dopo aver fatto questo potrò scegliere le giuste parole, non per difendere questa o quella parte in lotta, ma per difendere l'intera Umanità.
L'unico esempio nella storia in cui i soldati ed i lavoratori sono riusciti ad interrompere una guerra mondiale, fu un secolo fa in Russia: una volta compresi i reali interessi in gioco nella Prima guerra mondiale, riuscirono a vedere al di là della propaganda di guerra.
E trovarono le parole semplici che potevano unificare tutte le persone: PANE e PACE.
Oggi Russi e Ucraini si trovano con lo stesso problema.
E noi che facciamo ?
Ciao Michele
Da: "Aldo Maria Femia" <femia@???>
A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Venerdì, 16 giugno 2023 12:34:10
Oggetto: [Pacifistat] parole
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Aldo
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