[Pacifistat] Civiltà alla deriva

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Author: Michele Riccio
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To: pacifistat
Subject: [Pacifistat] Civiltà alla deriva


Ciao a tutti




Vi giro il volantino dei giovani dei Circoli Operai.

Il fatto di cronaca citato lo trovate su tutti i giornali, qui trovate il link a "Il Giornale", non certo di sinistra:

[ https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-internazionale/video-choc-nytgrecia-abbandona-deriva-i-migranti-2153926.html | https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-internazionale/video-choc-nytgrecia-abbandona-deriva-i-migranti-2153926.html ]




Ciao Michele




CIVILTÀ ALLA DERIVA

A scuola ci insegnano che la civiltà europea è nata in Grecia. Oggi, invece ci muore.

Le cronache ci mostrano come nell'Egeo si spenga ogni illusione di Europa benigna.

La Guardia costiera di Atene abbandona alla deriva su un gommone famiglie di migranti presi nella boscaglia. Catturati come animali, vengono ributtati in mare, con indifferenza rispetto alla loro sorte. Donne e bambini dai 2 ai 17 anni, scacciati via con brutalità dal sogno europeo. Sarebbe questa l'Europa democratica e civile, che difende i diritti?




Stavolta erano somali, eritrei, etiopi. Altre volte sudanesi, afghani, yemeniti, siriani, irakeni, pakistani. Un'umanità in fuga dalle guerre prodotte dalla contesa tra potenze. A volte le stesse che li rifiutano. Espulsi dallo sviluppo capitalistico che travolge le società rurali, trasforma uomini e donne in proletari, ovvero tutti coloro che possiedono solo la propria forza-lavoro. E questa, come metallo con una calamita, inevitabilmente si dirige laddove può ottenere migliori condizioni di paga e di vita. Sono le leggi del mercato, sono le leggi della società in cui viviamo. Il massimo della contraddizione è che le mete opulente in cui vorrebbero giungere avrebbero assoluto bisogno di loro, visto il tracollo demografico che vivono, ed invece li lasciano affogare.




La borghesia di casa nostra, i suoi apparati politici, si affidano a prezzolati tagliagole per chiuderli nei lager, percuoterli, torturarli, stuprarli in Libia, in Bulgaria, in Sudan ed al­trove. Non solo. Le acque del fiume Evros, trascinano i corpi di chi non ce l'ha fatta a valicare l'unico passaggio rimasto al confine tra l'Unione e la Turchia.

Sono ragazzini che hanno pagato mille Euro ai trafficanti per finire così. Sono nostri coetanei. Studiavano quello che studiamo noi. Un giorno ce li saremmo ritrovati accanto al lavoro, fratelli e sorelle di classe.




E' arrivato il momento di battersi più forte contro quest'indegna Europa dei muri e del razzismo. Non daremo tregua ai portavoce e ai difensori dell'imperialismo europeo che vorrebbero convincerci a girarci dall'altra parte, ad essere loro complici. Denunciamo con sdegno la politica imperialista dell'immigrazione. A Roma, in Italia, nelle altre metropoli europee sono tanti quelli che non ci stanno e vogliono schierarsi dalla parte dei più fragili.

Possono contare sull'impegno e l'organizzazione dei Circoli Operai. Ogni giorno presenti nella difesa dei più deboli con il volontariato solidale. Ogni giorno schierati nella battaglia internazionalista, unica àncora alla deriva della loro civiltà della violenza e della barbarie.




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