Re: [Hackmeeting] Make-up per IA fasciste

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Autore: fedro
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To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] Make-up per IA fasciste
Il 2023-01-28 20:06 boyska via Hackmeeting ha scritto:
> alberto-g--- via Hackmeeting:
>> A parte che non si capisce, è tanto? E' poco? Google ha 2.5 milioni di
>> server.
>
> Nonostante le tantissime cose che non condivido nelle email di alberto
> e in questa in particolare, sono d'accordo col fatto che i grandi
> numeri non sempre mi rendono chiaro cosa è tanto e cosa è poco. Anzi a
> volte ho un istinto a dubitare degli articoli che mi buttano lì una
> serie di numeroni.
>
> Intendiamoci, anche io ho pessimi sentori su queste tecnologie,
> tuttavia mi piacerebbe che quando le si analizza si consideri anche la
> parte "utile" (se c'è, ovviamente), il risultato insomma.


Chiaro che esiste una parte utile. Semplicemente l'ho data per scontata,
pensando che in questa lista chi legge abbia già spippolato con ChatGPT
e si sia fatt* un'idea personale al proposito. Parlando in altri
contesti, infatti, elaboro maggiormente il concetto.

Così come ho anche dato per scontato che difficilmente chi legge questa
lista cadrà preda della propaganda che cerca di far passare ChatGPT come
un'invenzione misteriosa e rivoluzionaria. Come notavano alcuni
ricercatori (cfr. link nel mio precedente messaggio) non è che ChatGPT
sia l'unico progetto in giro: la ragione per cui è divenuta così famosa
è che OpenAI ha tutto l'interesse a farla circolare, mentre la
concorrenza ha probabilmente più interesse a mantenere il riserbo.

La mia opinione è che le applicazioni positive siano innumerevoli: la
più ovvia e immediata è come nuova interfaccia per i motori di ricerca,
molto più potente di quella attuale (da qui il "panico" in casa Google
raccontato da certi media [1], vero o falso che sia).

In questo senso andava la mia osservazione: al tempo in cui è nato
Google Search qualcuno si era chiesto se quella fosse la direzione più
saggia verso cui muoversi: indicizzare _tutto_ il web in un solo punto,
invece che decentralizzare gli indici per argomento (e poi,
eventualmente, federare). Addirittura altri avevano messo in piedi
tecnologie conviviali alternative alla "megamacchina industriale per la
ricerca" :-)

Questo senza nemmeno toccare palla nel campo dei dati: ChatGPT deve
TUTTO al fatto che è stato istruito con dati che potremmo definire
"patrimonio dell'umanità", "commons", etc.

La sua capacità di scrivere codice, ad esempio, appoggia direttamente su
montagne di software GPL, Apache, MIT. Peccato che l'uso di quelli
sottoposti a GPL imporrebbe la viralità dei termini di licenza,
"infettando" il risultato finale. Invece, il codice che scrive ChatoGPT
è sottoposto al più stringente dei copyright proprietari, secondo i
termini d'uso del sito (anche se la prima a fregarsene è la stessa
OpenAI perché le foto delle chat con il bot li rendono famosi... fino al
momento in cui decideranno di passare all'incasso. Esattamente come fece
M$ nei primi anni '90, con il famoso "license crackdown" richiesto e
ottenuto dalla guardia di finanza italiana).

Insomma, il problema non è con il concetto di NLP (Natural Language
Processing) in assoluto, ma con la specifica implementazione di OpenAI
(più "ClosingAI", visto come funziona).

Per chi -come me- era pischello quando accadevano 'ste cose con
Google... la sensazione è di un irritante dejà-vu. Per questo la pars
construens è sembrata forse un po' in sordina, nel messaggio iniziale.

Fedro

[1]
https://quifinanza.it/innovazione/video/google-licenzia-12mila-dipendenti-richiama-brin-e-page-cosa-succede/688260/