On 26/10/2022 01:40, pinke via Hackmeeting wrote:
> buffo l'evolversi di questo thread, simbolico, se posso dire.
> autoesplicativo, anche.
> se prima avvertivo disagio leggendo questa lista, adesso posso asserire
> che la trovo raccapricciante.
>
> per un vezzo simmetrico mi viene da tornare alle vecchie questioni,
> originarie del thread:
> 1) a cosa deve servire questa lista?
> 2) cosa riteniamo accettabile e cosa no in questa lista?
La risposta alla 1) mi sembra piu' facile, gia' ha risposto
sve_null@??? con una lista che potrebbe servire da punto di
partenza per trovare una risposta condivisa e inclusiva.
La risposta alla 2) e' sicuramente piu' problematica. Sicuramente i
messaggi passati in lista dimostrano l'esistenza di qualcosa che, molto
banalmente, dovevamo gia' sapere: siamo divers, abbiamo sensibilita'
diverse, reazioni diverse allo stress e ai linguaggi utilizzati.
Come ho gia' scritto, anche in altri contesti, sono convinto che NON sia
possibile decidere "a tavolino" cosa sia "accettabile e cosa no" e
questo vale non solo per questa lista. NON sia possibile in modo
oggettivo, definitivo e che faccia content tutt. E' invece possibile
provare a mediare (parola che in certi contesti e' davvero brutta) tra
le varie soggettivita' e sensibilita' per raggiungere un compromesso
(altra parola che in certi contesti e' davvero brutta) che permetta di
ridurre l'intensita' di dinamiche di comunicazione tossica.
In un lontano passato, quando non esistevano interfaccie grafiche per
gestire le liste di discussione, la maggior parte delle mailing list
avevano due documenti costitutivi chiamati "chart" (a cosa doveva
servire la lista) e "policy" (cosa era accettabile e cosa no nella
lista) e forse non e' proprio un caso che dopo decine di anni siamo
ancora allo stesso punto.
> addio e grazie per tutto il pesce
Che per fortuna non e' l'ultimo libro della saga :-)
ciao
Pepsy
--
"Le informazioni. Che cosa c'era che non andava nelle donne e nella
droga? C'e' da stupirsi se il mondo e' impazzito, dopo che le
informazioni sono diventate l'unica vera moneta di scambio?" (Thomas
Pynchon)
