Hola,
quoto la mail di Leonardo di cui mi piace che consideri il -contesto-.
Le regole si applicano in un contesto e non al di fuori.
Sono contento che la lista sia viva e scalpitante.
Riporto alcune osservazioni che penso possano essere utili,
dall'esperienza IRL + mlist dell'hacklab unit, da Milano.
C'è stato un tempo in cui ci chiedemmo quali fossero le regole, a
partire da se le volessimo o meno e, fatti salvi i paletti Anti, quali
altre fossero. Se esistessero regole non scritte, ad esempio.
È anche avvenuta live la gag del: qualcun disse
"Qui non ci sono regole!"
cui qualcun rispose:
"E questa è la prima regola, giusto?".
(risata generale, seguì dibattito).
Il famoso testo di Jo Freeman: "La tirannia delle organizzazioni senza
struttura". [link]
Ci ricordò che quando un gruppo informale pensa di non avere regole,
in realtà sta lasciando che si formino delle élites, ossia un gruppo
di persone nel gruppo, che conosce le regole non scritte e che per
affinità o per combinazione, si trovano meglio o più spesso con alcune
persone piuttosto che con altre (magari alcune persone lavorano
assieme o abitano vicine, e hanno occasione di vedersi in pausa
pranzo). In breve dal testo capimmo: fate la faticaccia di darvi delle
regole esplicite, altrimenti vi troverete con il problema delle élites
e inoltre sarà difficile partecipare per chi arriva dopo il simpatico
momento fondativo. (vedi il capitolo "accoglienza").
Così decidemmo che le regole dovevano essere poche e memorabili, in
modo da poter venire tramandate oralmente, e mi ricordo queste:
Abbiamo tutt'ora tre canali di comunicazione "ufficiali": (assemblea
fisica, ml, chat IRC) e poi tantissimi rivoli, dalla chat su telegram
all'aperitivo alla telefonata, dunque ci dicemmo:
- le decisioni si prendono in assemblea (settimanale, fisica, con report).
- in ml list si elabora, si lima, ci si confronta e si discute. Poi però ci si rivede all'assemblea.
- in chat si chiacchera, ma non si prendono decisioni.
Dunque se da un aperitivo nasceva un bellissima idea, ci si diceva che
andava portata all'assemblea e non già: "finita" e scolpita nella pietra.
Pare evidente che stiamo parlando di un gruppetto (per gruppetto si
intende almeno dieci persone, ma in questo caso molte di più)
territoriale-urbano che ha la possibilità di incontro fisico (vedi:
hacklab), mentre HM è molto più esteso, ma magari qualcosa di utile sui
tentativi di gestione può esserci.
Poi è nata una nuova regola, abbastanza curiosa e ve la voglio raccontare:
Gli abbiamo dato il nome di "noi facciamo alla persiana" (chissà perché, poi)
e faceva pressapoco così:
"Le decisioni che prendiamo da ubriach* le rivediamo il giorno dopo da sobr*.
E Le decisioni che prendiamo da sobr* le rivediamo il giorno dopo da ubriach*."
È probabile che questa cosa sia scaturita da un momento frenetico dove
le sollecitazioni erano tantissime e si sentiva il bisogno di avere lo
spazio per pensare. In effetti, il contesto è importante.
Non sono un fan della moderazione, a cui preferisco l'educazione
(intesa come condivisione di saperi senza fondare poteri), perché la
moderazione ha un costo, sia nella delega che nel tempo ed energie
spese a moderare. E prima o poi il gruppo moderatore vorrà che gli sia
riconosciuto il lavoro, perché di lavoro si tratta. Poi una volta
preso il cammino della delega (la moderazione è delegare), ci si dovrà
porre la questione della turnazione, per evitare di fondare poteri.
Una turnazione rapida non permette di creare un'esperienza,
una turnazione lenta invece..
Personalmente preferisco la gestione al controllo. Penso che le regole
siano inevitabili, ma che debbano essere poche, memorabili e scaturire
dalle esperienze e non calarsi dall'alto. E che debbano essere esplicite.
Fine prima parte. (ci vorrà magari del tempo, ma arriverò anche alla
parte: cosa potrebbe andare storto? Dove abbiamo sbagliato? etc)
In generale: avete delle esperienze di auto/gestione che pensate siano
utili da sapere?
m2c e saluti.
~ d
[link]:
https://www.jofreeman.com/joreen/tyranny.htm
