[foa_Boccaccio003] Alcune riflessioni sull’assemblea pubblic…

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Autore: monzantifascista
Data:  
To: Boccaccio
Oggetto: [foa_Boccaccio003] Alcune riflessioni sull’assemblea pubblica di martedì 12 luglio
Pubblichiamo un breve resoconto fotografico della decima edizione de LA
VOLPE E L'UVA
(https://boccaccio.noblogs.org/post/2022/07/24/fotoracconto-decima-edizione-de-la-volpe-e-luva/)
e qui di seguito alcune sintetiche riflessioni sull’assemblea pubblica
tenutasi martedì 12 luglio.

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IN QUESTA CITTA’

Ringraziando tutte le persone e le realtà intervenute, condividiamo
alcune sintetiche riflessioni sull’assemblea pubblica tenutasi martedì
12 luglio presso la FOA Boccaccio, rilanciando fin da ora per martedì 20
settembre un nuovo momento di confronto cittadino sui temi emersi.

Aggiornamenti da via Rosmini: il MOSS si mangia anche il civico 13 e si
trasforma in impresa immobiliare.

L’assemblea si apre aggiornando sulla situazione di via Rosmini: si è
appreso che i gestori del MOSS (impresa di ristorazione che ha
acquistato insieme al CAI il civico 11 e fatto sgomberare il Boccaccio)
hanno fondato una società immobiliare denominata CAMPO MAURO SRL. Hanno
di conseguenza esteso il proprio intervento acquistando anche il
fabbricato confinante (civico 13), con dichiarato intento di procedere a
un progetto di edificazione a fine residenziale. In questo contesto, la
tanto declamata “Casa della montagna” (poco più di una sala riunioni
ricavata all’interno degli stabili) si conferma l’aspetto più marginale
di tutta l’operazione, il consueto (e maldestro) tentativo di celare
un’imponente azione di profitto immobiliare privato dietro al volto
spendibile dell’associazionismo. Una barzelletta a cui non ha mai
creduto nessuno.

In via Timavo fioriscono partecipazione e autorganizzazione.

Un anno di occupazione consegna un bilancio confortante sulla
partecipazione dei giovani monzesi all’esperienza di autogestione: dallo
sgombero di via Rosmini è stato possibile incanalare la rabbia per lo
spazio perduto in un nuovo percorso di costruzione politica collettiva
in via Timavo. Lo spazio, inteso come esperienza politica e non come
mero contenitore, è percepito come indispensabile all’interno di una
città dormitorio e repressiva. Per le attività proposte, sia di
approfondimento che di aggregazione, il Boccaccio si conferma al centro
della geografia e delle abitudini di un’ampia fetta della popolazione
giovanile della città. Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia,
una nuova generazione di persone si è lasciata coinvolgere e ha dato il
proprio contributo alla crescita del percorso. Anche grazie alle recenti
mobilitazioni studentesche contro l’alternanza scuola-lavoro, nuove
forme di protagonismo politico hanno fatto vivere lo spazio sociale.
Adesso si avverte l’urgenza di proiettare queste nuove relazioni e
attività al di fuori delle mura di via Timavo.

Nel deserto di Monza.

É opinione comune che le situazioni più significative e stimolanti si
debbano generare all’esterno per contaminare il resto della città e
moltiplicare le occasioni in cui sperimentare pratiche di autogestione.
Le domande su come procedere in questa direzione rimangono aperte e
necessiteranno di nuovi momenti di confronto per trovare risposte
condivise, ma è diffusa l’esigenza di rinnovare e intensificare la
comunicazione politica per veicolare i contenuti a una platea più ampia
possibile. Altrettanto condiviso è il bisogno di attivarsi all’interno
di una città morta e soffocante, sempre più vuota di contenuti e
desertificata nelle relazioni, dove le possibilità di socialità e
intrattenimento dal basso sono continuamente represse e svilite dalle
forze dell’ordine e dalle politiche istituzionali. Cementificazione,
controllo sociale, dittatura del profitto, assenza di iniziativa
culturale e di spazi di libera espressione sono i fronti più caldi sui
quali si intende proseguire ad agire, che si sommano alla grave
situazione politica nazionale e internazionale.

In Italia e nel mondo

Dalla guerra alla crisi climatica, passando dall’inflazione alla truffa
del PNRR, l’assemblea pone il proprio sguardo sulla necessità di
costruire una comunità politica consapevole sulla complessa contingenza
nazionale e internazionale: soggetti organizzati e individualità saranno
chiamati a una determinata capacità di mobilitazione nei prossimi mesi e
occorrerà moltiplicare l’impegno sia per presidiare questioni locali sia
per porre lo sguardo alla situazione globale.