CONDIZIONATORI E DIVARI SOCIALI
Fa caldo. Si soffoca. E allora sai che faccio? Attacco l'aria condizionata e vedrai che tra mezz'ora ricomincio a respirare. Sembra il massimo della ragionevolezza, invece è il massimo dell'egoismo, il simbolo concreto di una società che non riesce a guardare oltre il muro, o le finestre, della propria casa. Il meccanismo dell'aria condizionata è ben noto nelle sue grandi linee: con l'aiuto dell'energia elettrica, la temperatura dell'aria calda e umida, come quella di questi giorni, può facilmente essere abbassata di molti gradi e contemporaneamente resa più secca. Il calore e l'umidità vengono infatti espulsi nell'ambiente circostante. Con il piccolo particolare che l'aria fresca all'interno degli edifici è di chi la paga, l'aumento del caldo e dell'umidità all'esterno, invece, è per tutti. È uno dei casi da manuale in cui il benessere privato aumenta al prezzo di una crescita del malessere generale.
Non è un caso che il condizionatore d'aria venisse inventato negli Stati Uniti, forse il paese più individualista al mondo, oltre cento anni fa: dotato di enormi risorse naturali, molte delle quali - l'aria, forse, prima di tutte - si ritenevano, appunto, gratuite e sovrabbondanti e quindi utilizzabili senza problemi e senza ripensamenti. [...]
Il tutto è andato benissimo fino a quando gli utilizzatori non sono diventati davvero troppi: nella stagione calda, a New York centinaia di grattacieli sputano fuori aria rovente e umida cambiando i parametri climatici di questa enorme città metropolitana. L'aria condizionata diventa così il simbolo da un lato di un crescente divario sociale tra chi può e chi non può permettersela - specie di questi tempi di elettricità cara - e dall'altro di un crescente deterioramento climatico. I dati sul riscaldamento globale sono sicuramente resi più allarmanti da questo inquinamento termico degli spazi urbani.
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https://www.lastampa.it/editoriali/lettere-e-idee/2022/07/26/news/condizionatorie_divarisociali-5478588/ |
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