Autore: Michele Riccio Data: To: pacifistat Oggetto: [Pacifistat] BANDIERE SPORCHE
Ciao a tutti
Per continuare la riflessione sui fatti terribili che stanno avvenendo vi giro il volantino che i giovani internazionalisti stanno dando in questi giorni.
Inoltre vi invito a partecipare alla relazione-dibattito su questi temi Domenica prossima:
Domenica 27 h 10
Circolo Operaio tiburtina
Via di Porta Labicana 37
Ciao Michele
BANDIERE SPORCHE
Bombardano rifugi e caseggiati, se la prendono con chi fugge, colpiscono ospedali. Quello dell'aggressore russo non è uno scatto di rabbia, ma un cinico calcolo. Così come ogni conflitto non è la manifestazione del male nel mondo, ma la prosecuzione della "loro politica" imperialista con altri mezzi. Non solo quella di Mosca.
Quanto sta avvenendo o gg i ai lembi orientali del nostro continente è un segno della crisi dell'ordine cui tutte le potenze hanno contribuito. Un segno di fuoco impresso sulla pelle della popolazione ucraina.
I nostri cuori sono con quelle donne coraggiose, con quei bambini spaventati, ma anche con quei soldati (o meglio persone!), sia Russi che Ucraini, costretti ad uccidersi loro malgrado.
La nostra testa deve capire il perché della guerra, se non vuole essere condannata a ripeterla . Perché la barbarie d'Ucraina è uno spartiacque: i tempi burrascosi non sono di là da venire. Sono qui. Bisogna decidere in fretta che fare.
Accendere ceri non servirà, c'è sempre un cappellano pronto a benedire gli eserciti nemici tra loro. Tanto meno impugnare la bandiera di un predone contro l'altro: il nazionalismo è un veleno distillato per convincere giovani e lavoratori a sacrificarsi per gli interessi di chi la guerra non la improvvisa, ma la prepara con cura nei lunghi anni di sviluppo capitalistico. Con la violenza concentrata degli eserciti, della tecnologia e dei bilanci. I giorni dei primi bombardamenti sono stati quelli dei picchi di Borsa per le industrie militari. Tedesche, francesi, italiane, americane, britanniche, russe e cinesi.
L'imperialismo europeo è corso a mettere l'elmetto, e fa in un giorno quello di cui aveva parlato per anni: stanzia fondi per i rifornimenti bellici ed un esercito comune. Berlino raddoppia, Roma e Parigi la seguono. Un'occasione, chiamano la mattanza ucraina.
Bruxelles parlerà con Mosca la lingua della forza. Peccato che, solo poco tempo fa, si stringessero le mani e stipulassero accordi, parlando la lingua del denaro. Ma per le borghesie è impossibile separare guerra e capitale. Ci hanno raccontato per anni che la storia era finita e con essa le guerre. Ipocriti e bugiardi: intanto riempivano arsenali e si contendevano mercati e sfere d'influenza. Era solo questione di tempo.
La nostra organizzazione Internazionalista è la memoria storica della classe: ci siamo già opposti ai carri di Mosca quando schiacciavano Budapest, Praga e gli operai di Danzica. Così come abbiamo denunciato ogni impresa bellica delle democrazie liberali. Dopo che abbiamo visto le loro guerre, chi si fiderà più delle loro paci? Chi crederà alle loro fabbriche di illusioni? Chi seguirà le loro bandiere intrise del sangue di giovani e lavoratori?
Non siamo né-né, siamo contro-contro. Contro Putin e tutti gli altri briganti.
E lo siamo nella pratica concreta dell'organizzazione di un movimento degli internazionalisti europei. Perché l'unica bandiera che può fermare le guerre è la bandiera rossa della rivoluzione che schiera dalla stessa parte tutti i lavoratori del mondo.
VIENI AL CIRCOLO OPERAI O,
PARTECIPA AI DIBA TTI TI S U LLA GUERRA,
ADERISCI AL VOLONTARIATO S0LIDA L E ,
DAI FORZA ALL’INTERNAZIONALISMO.
Ti aspettiamo tutti i giorni nelle sedi dei Circoli operai