著者: Michele Riccio 日付: To: pacifistat 題目: [Pacifistat] Happy new war - Volantino dei Giovani
internazionalisti sull'Ucraina
Ciao a tutti
Di seguito il volantino dei giovani, su un argomento - la Guerra - purtroppo importante, che spesso cerchiamo di dimenticare perché scomodo.
Michele
HAPPY NEW WAR
Happy new war. Così salutano ironicamente l'anno dai muri di Kiev. In Ucraina piovono armi: 90 tonnellate pesano quelle inviate dagli Usa, mentre anche gli inglesi provvedono ai rifornimenti bellici.
Intanto Washington fa sgombrare le ambasciate e chiede al Qatar di aumentare i rifornimenti di gas all'Europa se si arrivasse ad incrociare le spade con i russi. Dimmi che potrebbe esserci un'invasione senza dirmi che ci sarà un'invasione: Mosca ammassa truppe ai confini e nei Paesi amici, come in Bielorussia, in questa edizione di Risiko tutt'altro che virtuale.
E visto che c'è, annuncia una flotta senza precedenti da radunare nelle acque del Mediterraneo. Gli europei si prodigano in inviti a soluzioni diplomatiche che non si negano a nessuno, ma intanto devono sgomitare per farsi dare una sedia al tavolo dei negoziati. Nel frattempo si apre il semestre a guida francese dell'imperialismo europeo con la parola d'ordine "Armiamoci per stabilire un nuovo ordine".
Sono secoli che i governanti ci ripetono questa solfa: Siamo costretti a spendere cifre colossali in armamenti... se vogliamo la pace nel mondo. Eppure la carta della guerra spunta sempre dal mazzo dell'imperialismo. La contesa intreccia molteplici piani: economici, politici, energetici, etc.
Chi voleva tranquillizzare le opinioni pubbliche prima dei conflitti mondiali sosteneva che "laddove passano le merci non passano i cannoni". Per noi marxisti i cannoni sono merci e gli uomini armi. Nel 2020 l'economia globale è colata a picco per via della pandemia, eppure il mercato degli armamenti ha continuato a fare profitti stellari.
Il Pi l mondiale segnava il meno 3,1% ed i primi 100 produttori di strumenti bellici fatturavano 531 miliardi di dollari, più 1,3%. I mercanti di morte sono americani, russi, cinesi, europei: democrazie od autocrazie conta poco. Per loro sono profitti, per l'umanità una garanzia di autodistruzione. Niels Bohr, il fisico premio Nobel scriveva che: "Fare previsioni è difficile, soprattutto se riguardano il futuro". Ma questa è facile facile: non è pacifico il domani che ci preparano le contraddizioni del capitalismo.
Che vogliamo fare? Aspettare pazienti il nostro turno di pagare il prezzo di questa società imprevidente? Sperare nella soluzione individuale che ci ritagli un posticino al sole? O cercare un'alternativa da perseguire insieme alla maggioranza della nostra specie?
L'internazionalismo ci offre una prospettiva di studio e di lotta per non soccombere ai processi storici, ma diventarne protagonisti. La nostra generazione se la può giocare, visto lo sviluppo raggiunto dalle forze produttive ed il numero di salariati nel mondo, il più alto da quando esiste il capitalismo. Diamogli una possibilità, scegliendo di mettere piede in un circolo operaio.