Il 07/12/21 12:17, 380° via Aisa.circuli ha scritto:
> Buongiorno,
>
> ATTENZIONE: la /frode/ è SOLO la faccia visibile della Luna, c'è anche
> la "dark side of the Moon" (o se volete il resto dell'iceberg) e costa
> molta più fatica riuscire a osservarla e analizzarla [1].
>
> L'unica soluzione è che le pubblicazioni scientifiche diventino
> /realmente/ tali: l'output è l'ultimo dei problemi - il testo, le
> tabelle di dati ripuliti e aggregati e i grafici; vogliamo (plurale
> majestatis) tutto il resto, cioè il /software/ (tutta la catena di
> build, in formato sorgente) e i dati grezzi, affiché /chiunque/ con la
> necessaria competenza sia /liberamente/ in grado di (ri)produrre /nel
> tempo/ l'output, migliorando il /software/ ove necessario per
> (ri)produrre output migliore. Questa è scienza.
>
Se trattiamo la ricerca come un lavoro subordinato finalizzato alla
consegna di prodotti la cui qualità dipende dalla collocazione
editoriale la "frode" è inevitabile - e anzi, se si fosse coerenti, non
meriterebbe neppure di essere chiamata tale. La valutazione sulla base
della collocazione del prodotto e del punteggio citazionale è infatti
ispirata dalla sfiducia nell'ethos delle comunità scientifiche. Non è
gran che coerente sputare sull'etica ma richiamarla in servizio quando
fa comodo.
https://btfp.sp.unipi.it/it/2018/05/uominienumeri/
https://archiviomarini.sp.unipi.it/644/1/mcp_pi_2015.pdf
Di questi temi nei convegni dell'Aisa si è discusso molto. Bella l'idea
di chiamare la scienza aperta "scienza libera": aiuterebbe a superare la
logica dell'adempimento
(
https://btfp.sp.unipi.it/it/2020/09/scienza-aperta-solo-una-questione-di-adempimenti/)
Grazie, a presto,
MCP