[inquieto] Chiudersi a Circolo: come confrontarsi con una so…

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: ca_favale_mlist
Dátum:  
Címzett: alien_nation, ca_favale_mlist--- via Ca_Favale_mlist, assemblea_appennina@lists.riseup.net, Mailing List del circolo
Tárgy: [inquieto] Chiudersi a Circolo: come confrontarsi con una societa' disintegrata
https://circolo.noblogs.org/post/2021/10/10/chiudersi-a-circolo-come-confrontarsi-con-una-societa-disintegrata/

Chiudersi a Circolo: come confrontarsi con una societa' disintegrata

Chi propone uno scenario piatto di omologazione e repressione del
dissenso nel nome della civilta' non ha certo nei suoi propositi una
societa' a tutto tondo. La linea diritta della prigione e della
reclusione lascia il campo a una piattaforma di inclusione forzata,
pena la segregazione volontaria da spazi pubblici e privati interdetti.
Tocca chiudersi a circoli, per ritrovare coesione e fulcri intorno a
cui fare i propri passi. La non sottomissione al progetto di una
societa' scientifica in cui l'orizzonte democratico e' manovrato
dall'alto prevede la non adesione alle piattaforme di espressione del
dominio.

Non e' questione di reinventare l'acqua calda, abbiamo molteplici
strumenti a nostra disposizione - ma quello che piu' ci serve lo
abbiamo surgelato nella scatola cranica. Il calore servira' per
sciogliere i ghiacciai perenni che irrigidiscono le dinamiche sociali
al punto di non riconoscere piu' il rigor mortis di una societa' che ai
raggi del sole si mostra marcia e putrefatta fino al midollo.

Chiudersi a circoli implica il riconoscimento di un inizio, e di una
fine, di ogni percorso, comprendere i limiti entro cui ci muoviamo:
creare forme labili ma allo stesso tempo perfette, forme che si possono
aprire, allargare, rimpicciolire, estendere. Cio' che conta, e' agire
la chiusura. La comunicazione circolare e' un fluire di coscienza ed
una messa in gioco atta a trasformare il mondo in cui viviamo, e' il
trovare nel limite l'ebbrezza della barriera da abbattere. Per potersi
dare degli obiettivi e lavorare per superarli occorrono forze in
circolo.

Hanno disintegrato cosi' a fondo ogni idea di societa', erodendo la
coesione che ne era a fondamento, che oggi possiamo appellarci soltanto
ad un'integrita' sepolta da strati di ideologia, religione e
conformismo. Quell'integrita' individuale dovra' tornare a risuonare
nella nostra comunicazione, nel circondario, nella nostra espressione,
fuori dalle briglie dell'ideologia. La struttura sociale da rimettere
al centro della nostra intenzione, in un processo espansivo, dovra'
fare i conti con bisogni e necessita' crescenti, fuochi su cui
incanalare energie. A quel gesto arcaico di condividere pane, fatica e
sudore dovremo velocemente riabituarci perche' solo nella comune
organizzazione potremo allontanare l'ipocrisia servile.

Comune organizzazione non ha nulla a che vedere col fare fronte comune
perche' fare fronte tipizza le forme piatte mentre a noi interessano i
cerchi. E come si possa continuare a dare credito alle forme
organizzate del dominio, prima tra tutte lo stato, per noi lupi Mat
rimarra' sempre un mistero della fede.

Nelle piazze italiane, che l'opposizione popolare al green pass venga
cavalcata da teste quadre armate di tricolore pare l'atteso risultato
di una sinistra campagna, tanto globale quanto progressista,
militar-vaccinale, all'insegna della concertazione con i poteri forti e
della fede nelle soluzioni sperimentali iniettabili del libero mercato.
La Cgil, alfiere dell'estensione del trattamento sanitario obbligatorio
a tutti i lavoratori, merita tutto il nostro disprezzo. Non importa se
destra e sinistra rappresentino facce opposte della stessa medaglia o,
forse, lotte intestine tra nuovi e vecchi fascismi: quelle che
rimangono nella sostanza sono le dinamiche obbligate di chi non vuole
mettere in discussione i meccanismi del potere e se ne fa braccio, piu'
o meno armato.

Chi non vuole appiattirsi sulle parole d'ordine dei mass merda fara'
bene a tenere a mente gli avvertimenti del vecchio lupo Mat. La
responsabilita' storica dell'aver abbandonato il campo della lotta e i
lavoratori, lasciando immensi spazi di agibilita' politica a un
coacervo di testone quadre, sovranismi new age e braccia tese e'
interamente del globalismo progressista, quel vicolo cieco di
benpensante ipocrisia di cui si fa da tempo interprete la sinistra. Il
fitto parlamentare che sta nascendo tra piu' o meno ufficiali
sovraintendenti all'ordine pubblico ed aspiranti capibastone di greggi
confuse e' solo la punta di un iceberg miscelato al plutonio.


La resistenza non abita adunate, commemorazioni, e neanche di impotenza
manifestazioni. Abita altrove, nei limiti da superare, nell'ottica
circolare da incarnare - quella e' l'ottica giusta che non ti offusca
la vista - lontano dal gregge, fuori da ogni pista - okkio al lupo
mannaro anarco taoista